Il ritratto di Cecilia, segna la ripresa del progetto “Donne di Crema”, rimasto in sospeso forzatamente durante l’emergenza dovuta dal Coronavirus.
L’incontro
Una ripresa del progetto davvero piacevole, con le dovute precauzioni, la mascherina e la distanza secondo le norme, ma che non ci hanno impedito di fare una bella chiacchierata per conoscerci. Ammetto sia stato strano non poterle stringere la mano, appena è arrivata, o salutarla a distanza, ma purtroppo, al momento, non si può fare altrimenti.
Donne di Crema prosegue. Nono ritratto in arrivo, oggi ti racconto la storia di Alessandra. L’ultimo ritratto realizzato prima della pausa forzata imposta per impedire l’estrema diffusione del contagio da Coronavirus.
L’incontro
Alessandra è arrivata a me, dopo aver letto del progetto dal profilo Instagram di Moira, una sua cara amica. Dal suo messaggio mi arriva forte la sua carica di energia, dalle sue parole trasuda il vero entusiasmo con cui affronta la sua vita.
Il giorno del ritratto Donne di Crema di Alessandra
E’ una giornata meravigliosa quella dedicata al ritratto di Alessandra. Splende un sole bellissimo e il cielo è di un azzurro intenso. Ci incontriamo in un bar del centro in cui, sorseggiando un buon caffè, mi racconta la sua storia.
Una semplice domanda “Come reagiscono le persone se viene detto loro che sono belle?” sta alla base del progetto della giovane fotografa Shea Glover.
Premessa
Nei miei articoli ho affrontato più volte la questione della bellezza vera, autentica, naturale. Per me è molto importante portare avanti questa “campagna” di sensibilizzazione su questi temi.
Credo sia necessario mostrare una bellezza pulita, reale, in controtendenza alla finzione e all’eccesso che troppo spesso vediamo sui social network. Questa rincorsa ad un’ipotetica perfezione, che non esiste, non fa altro che generare inutili sensi di inadeguatezza nelle giovani, ma non solo.
Il concetto del piacersi è sempre stato un argomento molto delicato. Da molti è visto in modo superficiale perché considerano l’aspetto esteriore secondario, senza pensare ai risvolti psicologici che comporta l’accettazione di sé.
E’ un terreno molto impervio quello dell’accettazione di sé. Con l’età e l’esperienza spesso la situazione migliora, ma se l’insicurezza in sé è dettata da cicatrici che hanno radici profonde, legate ai tempi dell’adolescenza, è difficile superare completamente le proprie insicurezze da soli.
Il ritratto di Elena è l’ottavo ritratto del progetto “Donne di Crema”, realizzato quando ancora potevamo incontrarci di persona.
L’incontro
Elena è arrivata a me tramite un suo amico, grande appassionato di fotografia, che è incappato nel mio blog e ha pensato subito che alla sua amica potesse interessare prender parte al progetto in corso.
Anche per lei l’ambientazione è nella natura, scegliamo un sabato pomeriggio e ci incontriamo lungo le rive del Serio.
Una nuova intervista è uscita nei giorni scorsi, per il settimanale Mondo Padano. Gli argomenti trattati? Fotografia di ritratto femminile, bellezza autentica, Donne di Crema e progetti futuri.
In questa prima settimana di chiusura al mondo, in cui l’ordine perentorio è di rimanere in casa, ammetto che la routine mattutina che mi sono costruita negli ultimi mesi mi ha letteralmente salvata. Affronto le giornate come prima del diffondersi del Coronavirus, senza ovviamente poter ritrarre nessuno, ma con lo spirito di chi non vuole comunque farsi abbattere.
Scorrono veloci i giorni e arrivo al ritratto di Elisa, il numero sette del progetto “Donne di Crema”.
L’incontro
Elisa scopre il progetto dal racconto di una sua cara amica, Debora, con cui ho scattato da poco. Non ha dubbi sulla scelta del luogo dove ambientare il suo ritratto, un posto a lei molto caro, lungo le sponde del canale Vacchelli.
Fissiamo l’incontro per la domenica nel primo pomeriggio.
Il giorno del ritratto di Elisa
Arrivo al punto d’incontro con qualche minuto di anticipo, ho tempo di guardarmi attorno e apprezzare la quiete domenicale che mi circonda. Soffia un bel vento, dopo qualche giorno di tregua è tornato a soffiare, e a caratterizzare il progetto. Il sole è pallido, ma è perfetto così perché, in questo modo, non ci saranno ombre nette sul viso di Elisa quando la ritrarrò.
Il legame con Crema è l’unico requisito fondamentale per partecipare al progetto “Donne di Crema”
Monica, se vivo fuori Crema posso partecipare al progetto?
Questa è una delle domande che mi state facendo in tante.
Con questo articolo vorrei far chiarezza su questo aspetto, che vedo sta creando qualche dubbio tra chi vorrebbe partecipare.
Il dubbio è relativo al discorso se si rientra nel progetto vivendo in un paese limitrofo.
Vorrei sottolineare che lo scopo del progetto non è quello di fare un censimento delle donne che vivono e lavorano a Crema, ma quello di raccontare Crema attraverso i vostri racconti, oltre alle vostre storie.
E in un attimo siamo già arrivate al sesto ritratto del progetto“Donne di Crema” . Oggi è la volta di Serena.
L’incontro
Serena mi ha scritto per email dopo poco che
ho pubblicizzato il progetto, arrivata a me tramite un’altra nuova conoscenza
fatta negli ultimi tempi: Paola, conosciuta mentre cercavo uno studio
fotografico a Crema, da noleggiare.
Dalla foto che mi allega all’email, vedo il suo
viso con un sorriso che mi è subito simpatico, leggo la sua breve descrizione e
mi piace il suo mondo fatto di colori, acquerelli e creatività messa a
disposizione di grandi e piccini attraverso i suo corsi di disegno e pittura.
Moira è il ritratto numero cinque del progetto fotografico “Donne di Crema”.
L’incontro
Dopo aver visto un post condiviso da Marta (la prima partecipante al progetto), su Instagram, si è incuriosita e, seguendo il link al blog, ha potuto leggere la descrizione del progetto. Le è piaciuto subito e mi ha scritto. Nella sua email, si presenta e mi chiede se può partecipare anche se vive fuori Crema, a Capergnanica, un piccolo paese immerso nella campagna, a due passi da Crema.
Mi racconta brevemente di sé ed è chiaro che
Crema per lei è importante, vi ha passato moltissimi anni sin da bambina, sino
ad ora che ci lavora, anche se non ha mai vissuto qui.
Sceglie un posto per lei significativo: la biblioteca comunale, in particolare un angolo nel giardino secondario dove ha passato molto tempo. Ascoltando la sua storia, capirò poi quanto sia importante per lei questo luogo.
“Natural beauty – Riscopri la vera bellezza che è in te”: è una nuova serie fotografica per andare a riscoprire la vera bellezza nascosta in ognuna di noi per sentirci di nuovo padrone della nostra bellezza unica, individuale, non omologata secondo finti canoni estetici imposti dai social network.
Riscoprire se stesse attraverso semplici ritratti puliti
dove a farla da padrone è la persona ritratta. Un’immagine priva di trucco, per
come la persona arriva in studio, un ritratto con un trucco leggerissimo, e una
terza immagine in cui una truccatrice professionista interpreta la persona con
un trucco studiato su di lei.
Come cambia la persona nelle tre immagini? Qual è il pensiero riguardo la bellezza naturale, oggi? Questi e altri sono gli interrogativi dietro “Natural beauty – Riscopri la vera bellezza che è in te”
Siamo arrivate al terzo capitolo della serie, dopo il capitolo dedicato a Kasiae quello dedicato a Maria, oggi ti parlerò di Marcele.