Donne di Crema ha raggiunto il suo obiettivo: raccontare la storia di 100 donne. A queste 100 ne voglio aggiungere ancora uno, il mio, perché la mia storia è cambiata dopo aver intrapreso questo viaggio.
La mia storia è narrata da Laura e il mio ritratto è stato realizzato da Roberto, il mio compagno.
L’inizio
Perché questo progetto?
Questa è la domanda con la quale apro la storia di Monica, l’autrice del progetto “Donne di Crema”, che ora andremo a raccontare.
Monica ha da sempre fatto ritratti femminili, e proprio attraverso questo lavoro è poi nata la sua esigenza, il suo bisogno di capire in che modo aiutare le donne a sentirsi a proprio agio davanti ad una macchina fotografica, permettendo loro di sentirsi libere di esprimere ciò che davvero sono, di sentirsi bene, di riconoscersi e di ritrovarsi, senza quelle piccole paure di sentirsi inadeguate, mettendosi a nudo e perché no divertendosi, nel raccontare la propria storia ed il legame con la città di Crema.
Dopo un breve ma intenso periodo di riflessione, decide di dare voce al suo progetto “Donne di Crema”, attraverso il quale Monica racconta e mostra il contributo nella società e la ricchezza a livello umano delle donne che ritrae. Il progetto viene pubblicato sul suo blog e sui social, da subito si evidenziano curiosità e attenzione in modo inaspettatamente veloce.
Il 4 Febbraio 2020 Monica intervista la prima donna “apripista” del progetto, Marta che accetta di raccontarsi e di farsi ritrarre, il tutto avverrà in presenza al Centro culturale Sant’Agostino di Crema, luogo che ritroveremo più avanti e che tornerà con un ruolo da protagonista in questo progetto.
Cento saranno le donne del progetto, Marta la prima, Stefania la centesima ed ultima.
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