“Donne di Crema” è un viaggio alla scoperta del mondo delle donne e ogni storia che ascolto mi offre un ventaglio di sfumature emozionanti.
Ciascuna storia insegna qualcosa a chi è attento ai messaggi in esse. Così è la storia di Claudia, una donna che nella sua vita ha cambiato spesso la sua strada, per la voglia di migliorarsi sempre, per necessità e per non annoiarsi mai.
Non si è mai risparmiata, si è sempre messa in gioco e anche nel momento della scoperta di una malattia ha saputo reagire con forza e con un obiettivo: diffondere il più possibile il tema della prevenzione, che a lei ha letteralmente salvato la vita.
L’incontro
Partiamo dall’inizio della sua storia, che la vede dall’altra parte dell’Italia rispetto alla sua storia recente a Crema.
Claudia nasce a Napoli e vive a Teano, paese in provincia di Napoli, terra d’origine dei suoi genitori. Il padre, capostazione, quando Claudia ha undici anni decide di lasciare la sua terra. Solitamente i giovani del sud si trasferivano al nord per lavoro, il padre di Claudia decide di anticipare i tempi, quando ancora le figlie sono piccole, chiede il trasferimento e parte con tutta la famiglia unita, alla volta di un piccolo paese alle porte di Crema dove avrebbe potuto continuare il suo lavoro.
Claudia è una bambina molto determinata tanto che a cinque anni, sapendo già scrivere, chiede ai suoi genitori di anticipare di un anno l’inizio della scuola.
La sua idea viene accettata sia dai suoi genitori che dalle maestre delle elementari e infatti inizia a frequentare la prima elementare, fino al momento in cui gli altri genitori si lamentano con le maestre di questa situazione, vista come un favoritismo in quanto “la figlia del capostazione”.
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