Donne di Crema: il ritratto di Chiara

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“Donne di Crema” è un progetto che racconta le donne a 360°, è curioso entrare in punta di piedi nelle storie di ciascuna di loro e scoprire cosa hanno vissuto sino ad oggi e come ciò le ha fatte crescere e sbocciare.

L’incontro

E’ un’esplosione di energia la storia di Chiara. Una donna che riesce a trasmetterti carica e voglia di fare anche dall’altra parte del monitor del computer.

Esordisce dicendomi di avere una pessima memoria, ma il ricordo di aver vissuto un’infanzia molto bella è molto vivido in lei e da lì ha attinto tutta l’energia che ha oggi. Si è sempre ritenuta molto fortunata di aver avuto una famiglia come la sua, con cui ha tutt’ora un forte legame.

Il ritratto di Chiara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Chiara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

L’unica cosa che la differenzia dalla sua famiglia è il viaggio. Per lei viaggiare è sempre stata una passione incredibile e non ha mai perso occasione per farlo, a differenza dei suoi familiari che invece non hanno mai amato spostarsi.

Secondogenita dopo una sorella maggiore di appena tredici mesi più grande di lei, per anni si è confrontata con un modello di quasi “perfezione” quale è per lei la sorella.

Il rapporto con la sorella

“Mia sorella è sempre stata molto posata, elegante, riflessiva, brava a scuola, è oggi sposata, ha un ottimo marito è diventata madre e ha un buon lavoro. Io sono all’opposto e ricordo che nella mia infanzia ho sgomitato parecchio per auto affermarmi, nonostante lei non mi condizionasse. Con così pochi mesi di differenza cresci quasi come gemelle, senza esserlo.”

“Ci vestivano uguale, dovevo fare tutte le cose che faceva lei, ciò mi ha portato ad essere precoce, ma dall’altro lato ho vissuto una sorta di condizionamento.”

“Sono cose che ho capito col tempo, col raggiungimento di una certa maturità da adulta. Quando ero piccola sentivo che avevo una gran voglia di andare, ma non era perché volessi andare lontana da loro, ma volevo allontanarmi per vedere chi ero e cosa c’era fuori. Sono sempre stata curiosa e nonostante di natura sia una gran fifona, la curiosità mi ha sempre spinta a buttarmi nelle cose per vedere cosa c’era dall’altra parte, cosa mi aspettava. Mi assumo il rischio per la mia curiosità.”

Chiara

Il legame con la nonna

I suoi genitori erano molto legati alle loro famiglie di origine e questo ha fatto sì che anche Chiara e sua sorella fossero molto legate ai nonni. In particolare Chiara si è legata tantissimo alla nonna materna, e ha sempre visto in lei una figura talmente materna e affettuosa nei suoi confronti da vederla come una sorta di seconda mamma. Ha passato tutti i weekend e le vacanze con lei e ogni volta che aveva cinque minuti liberi correva dalla nonna.

Un legame strettissimo, che si interrompe purtroppo cinque anni fa quando la nonna viene a mancare, ultranovantenne. Un dolore per Chiara ancora molto vivo, tanto da emozionarsi moltissimo nel raccontarmelo.

Quando la nonna inizia a non star bene, Chiara sente già il dolore stringerle il petto e si impone di iniziare un processo di auto educazione all’idea di non averla più, per poter in qualche modo imparare a gestire il dolore che ne seguirà al momento della sua dipartita.

Un carattere in sintonia con quello di Chiara, quello di sua nonna, che era una donna piena di energia, amava cucire, andava sempre in bicicletta con qualunque clima, ed insieme facevano lunghe passeggiate.

Gli anni del liceo

Ai tempi del liceo Chiara era una ragazza chiusa e insicura. Questa sua insicurezza era data anche dall’esempio per lei “perfetto” della sorella maggiore o dalla figura materna, sempre molto elegante e con le sue idee di comportamento. Non aveva ancora il carattere per capire chi lei fosse e cosa volesse dalla sua vita e ciò la portava a non trovare il suo spazio o ad uscire dal nido.

Sarà per lei importante l’inizio del lavoro, anni dopo, e il trovarsi davanti a delle difficoltà da risolvere. È grazie a queste situazioni che inizia ad acquisire sicurezza in se stessa e a forgiare il suo carattere e ad essere libera di essere se stessa.

Dopo il Liceo Scientifico, frequenta lo IULM (Facoltà di Pubbliche relazioni), con l’idea di trasferirsi a Milano, anche se per gli anni dell’Università, resta a vivere in famiglia perché il padre non era tanto convinto che la figlia si trasferisse.

La creatività di Chiara

Chiara ha sempre amato la creatività e avrebbe voluto fare l’Accademia di Belle Arti, ma suo padre, non vedeva di buon occhio l’idea che la figlia iniziasse un percorso artistico, visto in maniera poco concreta rispetto al mondo del lavoro.

La voglia di Chiara di fare qualcosa di creativo resta viva in lei e in quegli anni la facoltà di Pubbliche relazioni è una novità e da lì l’idea di tentare quella strada ancora sconosciuta ai più. Per lei la comunicazione è comunque una sorta di arte, più mentale che pratica, quindi si butta in questa nuova avventura.

L’entrata nel mondo lavorativo e l’inizio di una nuova vita

Non è stato un percorso semplicissimo perché non amava particolarmente studiare, ma si laurea, e dal giorno successivo inizia a lavorare. Il primo anno è impegnata in uno stage e continua a fare la pendolare tra Crema e Milano, ma a partire dal secondo anno, dopo aver iniziato a lavorare per “I viaggi del ventaglio”, dovendo timbrare al mattino molto presto e in considerazione del fatto che la sera spesso finiva molto tardi, era insostenibile fare la vita della pendolare, da lì la decisione di trasferirsi a Milano.

E a quel punto che ricorda un’amica dei tempi del Liceo che viveva a Milano e, chiamandola, scopre che proprio in quei giorni la sua coinquilina se ne è andata. E’ per Chiara l’inizio della sua nuova vita. Due amiche molto diverse come “il giorno e la notte”, ma legatissime da un rapporto profondo che le ha fatte crescere molto in ogni fase della loro vita.

La vita tra Crema e Milano

La convivenza milanese funziona benissimo per Chiara, ma non è mai riuscita a staccarsi completamente da Crema, tanto che ogni venerdì va al lavoro con una borsa col cambio per il weekend da passare a Crema.

Diventa il suo stile di vita, tanto che tutt’ora vive tra le due città: un amore e odio che la porta a vivere a Crema e a lavorare a Milano, amando entrambe le città, ma al tempo stesso odiando i limiti e le mancanze di ciascuna delle due.

Ama Crema, ma al tempo stesso la odia perché quando è andata in giro per il mondo ha capito che per quanto le piaccia vivere a Crema, per la sua curiosità manca sempre qualcosa.

Il viaggio è essere se stessi

Ha fame continua di stimoli, se non riesce a trovarne, diventa negativa e questo suo lato non le piace. Ecco perché la sua vita è una continua ricerca di nuovi stimoli. Il viaggio per lei è questo: il provare nuove esperienze, conoscere cose nuove, nuove culture, nuovi luoghi, dove poter essere se stessa in totale libertà.

E’ sempre stata molto dinamica, sia per la sua natura, sia per essere cresciuta con sua nonna che le faceva fare moltissime cose e poi, con l’entrata nel mondo del lavoro, nell’ambiente milanese sempre così frenetico e in un settore veloce come quello delle pubbliche relazioni, ha fatto della dinamicità il suo stile di vita.

Fatica a vivere diversamente e quando non può viaggiare come nell’ultimo periodo si inventa cose per tenersi impegnata, come il mettere da sola la carta da parati in casa o dipingere il soffitto come fosse una tenda da circo, nel bagno di casa.

La vita lavorativa

Per sei anni lavora per “I viaggi del ventaglio” un periodo in cui si è divertita moltissimo e ha avuto modo di fare esperienze incredibili, come il partire al mattino per realizzare un servizio fotografico a Sharm El Sheik da cui far ritorno la sera stessa.

Dopo quel periodo esaltante, trova nuove opportunità e cambia azienda dove diventa responsabile comunicazione marketing di un nuovo tour operator. Una parentesi breve che si conclude e la vede tornare a vivere a Crema, dove per tre mesi consegna fiori per una sua amica che ha un negozio di fiori.

Qualche mese dopo, ad un evento per giornalisti a Natale, vince un soggiorno all’estrazione della lotteria.

Per onestà, decide di riconsegnare il premio vinto alla persona che lo aveva messo in palio, dicendo che non era una giornalista e con l’occasione si presenta e le viene offerto un lavoro da quella che si rivela la responsabile di una agenzia internazionale di comunicazione che in quel momento stava proprio cercando una figura professionale come quella di Chiara.

Ha così l’opportunità di girare per gli hotel più belli del mondo per dodici anni. Un lavoro che le ha dato tanto, in termini di esperienza lavorativa e di possibilità di viaggiare. Inizia però a rendersi conto che il tempo dedicato al lavoro è sempre di più e che comincia a perdersi le feste in famiglia come il Natale e i compleanni e questa situazione le pesa molto.

La voglia di aprire una sua attività

E’ da qui che scatta in lei la voglia di cominciare una sua attività in proprio. Anche qui per un puro caso del destino. Durante un weekend sul Lago D’Orta, scopre il Relais di Villa Crespi in stile medio orientale. Vuole visitarlo a tutti i costi per poter godere della bellezza del posto, ma il costo è proibitivo. Decide di provare lo stesso a chiedere se fosse possibile visitarlo come appassionata di architettura e medio oriente. È l’occasione giusta per lei per presentarsi e scoprire che stavano proprio cercando un ufficio stampa.

Chiara definisce questi casi come casi del destino, però grande merito va a lei che non si è mai lasciata fermare e si è sempre buttata nelle cose e da lì sono nate occasioni imperdibili per lei. Se non avesse suonato quel campanello con un pizzico di faccia tosta ma anche di candore, esprimendo un suo desiderio, mai sarebbe accaduto tutto ciò che è successo dopo.

Grandi storie d’amore

Nella vita di Chiara non c’è solo il lavoro, ma anche grandi storie d’amore. La prima nata grazie alla sua amica Emanuela con cui ha vissuto a Milano. Le presenta Luca, che diventerà il suo fidanzato per una decina d’anni. La loro storia è vissuta tra Crema e Milano. A Milano per lavoro e a Crema nel weekend. Così come nei periodi di pausa tra loro in cui si lasciavano, Chiara mollava la casa a Milano per tornare a Crema, facendo una serie infinita di traslochi.

Al termine della loro storia, che a distanza di anni si è trasformata in una bella amicizia, Chiara torna per un breve periodo a casa dei suoi genitori da cui poi parte per un viaggio on the road, da sola, in Argentina. Al ritorno da questo viaggio viene invitata ad una festa a Venezia ed è ancora Emanuela a presentarle il suo attuale fidanzato: Niccolò.

Una storia iniziata dopo alcuni mesi di conoscenza, perché Chiara non si fidava completamente di lui e del suo passato fatto di poche storie fisse. Contro ogni aspettativa invece, la loro storia dura felicemente da molti anni.

“Ero sempre stata una persona possessiva. Grazie a lui ho capito che l’amore va oltre il possesso della persona. Se vuoi davvero bene ad una persona devi capirla e accettarla.”

Chiara

Si sente tutto l’amore che prova per lui mentre me ne parla.

E’ anche lui un vulcano di idee e pieno di energie, proprio come Chiara, se non di più.

L’importanza del viaggiare

Chiara ha sempre la borsa pronta per partire, così come tra gli spostamenti tra Crema e Milano, ma anche per i tanti viaggi che ha fatto per lavoro e per piacere.

Per lei il viaggio è la libertà di essere. Viaggiare per lei vuol dire essere se stessi.

“Smetti di essere la figlia di, o la sorella di, ma sei tu.”

Chiara

Lavorando con molti giornalisti di viaggio si rende conto di quanto siano presone meravigliose perché hanno avuto la possibilità di viaggiare, fare esperienze, di vedere cose.

“Le loro menti sono diverse, perché il loro spirito è diverso i loro occhi hanno visto, le loro emozioni si sono espanse. Quando stai con loro hai un contatto umano che va oltre. È la libertà umana, la libertà di espressione di ciò che sei.”

Chiara

Questo senso di libertà, di leggerezza e amore, lo prova quando ha accanto a se un cane. Prova un fortissimo amore per i cani, anche se, visto il lavoro che fa e i suoi orari difficili da gestire, non si può permettere di averne uno. Si sente però fortunata perché il suo fidanzato ha uno schnauzer gigante che lei ama immensamente come fosse un figlio, e tra loro si è creato un legame molto stretto, fin dal primo istante in cui il veterinario glielo ha messo in braccio.

Riguardo a Crema

Se Milano è sempre stato il simbolo del lavoro, Crema per lei ha sempre rappresentato la famiglia, gli affetti, il relax.

E’ il posto dove parte e dove torna. È la sua radice. Per lei la percezione di Crema è divisa in due momenti diversi: fino a sette anni fa per lei era la sua base, anche se poi viveva lontano. Negli ultimi anni invece la sua percezione è molto diversa. Soprattutto da quando si è messa in proprio, per lei Crema è difficile, perché quello che vorrebbe fare non può farlo e certi stimoli mentali di cui necessita non li trova e si deve allontanare, con le difficoltà dei collegamenti con gli aeroporti o le stazioni.

Crema per lei è serafica, un posto che la fa stare tranquilla e tutto è molto facile. È la linea retta che lei non è. Ama la sua facilità nel vivere le cose semplici: prendere la bicicletta per fare un saluto alla sua amica e ai suo bambini, le distanze brevi dai i suoi genitori e dalla sorella.

Il rovescio della medaglia, però, è che per lei, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, è diventata un po’ troppo piccola.

Il Parco Vita a Crema (Cr) il luogo scelto da Chiara per il suo ritratto per il progetto "Donne di Crema" (C)Monica Monimix Antonelli
Il Parco Vita a Crema (Cr) il luogo scelto da Chiara per il suo ritratto per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

Chiara e la fotografia

Adora la fotografia e grazie al suo lavoro ha sempre avuto la possibilità sia di vedere posti e paesaggi meravigliosi, che ama ritrarre con la sua macchina fotografica, ma anche assistere a servizi fotografici realizzati da professionisti in giro per il mondo, da cui ha sempre cercato di cogliere consigli e spunti.

E’ più abituata a stare dietro la macchina fotografica anziché davanti.

Non ama farsi ritrarre perché non trova naturale mettersi in posa, non sapendo cosa fare davanti all’obiettivo. Preferisce di gran lunga le foto spontanee dove non sa di esser ripresa.

Per partecipare al progetto “Donne di Crema”

Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.

Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.

Se il progetto “Donne di Crema” ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo

Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.

Il progetto “Donne di Crema”

“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.

Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.

Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).

Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.

Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.

La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.

In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.

Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.


Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.

Per vedere i ritratti delle Donne di Crema che hanno già partecipato, puoi visitare questa pagina.


Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!

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