Donne di Crema: il ritratto di Isabella

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“Donne di Crema” ha ripreso a gennaio 2021, dopo una pausa obbligata, dettata dal maltempo e dalle limitazioni imposte dai vari Dpcm. Ripartito con una formula provvisoria, ma che mi ha permesso di non fermarmi: gli incontri per ascoltare i racconti delle partecipanti avvengono online tramite Zoom.

Sfruttiamo la tecnologia per poter andare avanti col progetto, almeno per la parte che richiede più tempo, e cioè quella dell’ascolto della storia e per la stesura dei relativi articoli. Non appena potremo tornare ad incontrarci realizzeremo i ritratti di ciascuna.

L’incontro

La prima partecipante della nuova formula è Isabella, che ha sposato con grande entusiasmo la proposta. Abituata a lavorare online, non ha alcun problema a raccontarsi, nonostante il filtro del monitor tra noi.

Prima di proporlo ci ho pensato parecchio, perché temevo che si potesse perdere un po’ di spontaneità o di confidenza, ma devo dire che il primo incontro è andato benissimo, grazie anche a Isabella che ha voluto e ha saputo raccontarsi a fondo.

Il ritratto di Isabella per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Isabella per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La storia di Isabella

Isabella inizia a raccontarmi la sua storia partendo dalla sua infanzia, in cui ricorda con tenerezza di esser stata una bambina molto timida e introversa.

E’ in quegli anni che, grazie ai suoi genitori, inizia a viaggiare e ha la possibilità di vedere alberghi e luoghi che la affascinano.

A quei tempi non parla molto, ma ha una fervida immaginazione che la porta ad inventarsi giochi originali. Le porte di casa diventano le porte delle stanze degli alberghi. Il tavolino sul balcone, ben apparecchiato diventa una tavola per una cena in terrazza nel suo magico mondo fantastico. Creatività che sfocia anche nella scrittura e la vede intenta a scrivere, fin da bambina, poesie e racconti.

Sono passioni forti, per lei, i viaggi e la scrittura, la caratterizzano da sempre e tutt’oggi fanno parte della sua vita. Già da bambina, comprava sempre una rivista che aveva degli allegati sui viaggi. Il suo interesse per i viaggi era talmente forte, che divorava letteralmente quelle guide e imparava a conoscere le città, al punto tale da saper già consigliare chi doveva far un viaggio, riguardo cosa andare a vedere nella città in questione.

L’infanzia e l’adolescenza

Durante le elementari e le medie subisce un po’ il fatto di essere molto timida e ciò la fa sentire insicura. Tra le medie e le superiori, si trasferisce per circa un anno, in un convitto in Svizzera.

E’ appena quattordicenne, Isabella, quando prende il suo primo aereo da sola per raggiungere quella che sarà per lei la sua sistemazione per parecchi mesi. In Svizzera ha la possibilità di vivere un’esperienza unica: da sola si ritrova in mezzo a tanti studenti di diverse culture, provenienti da varie parti del mondo. Un distacco netto dalla famiglia, a quell’età, non certo facile, soprattutto in quegli anni (a metà anni ‘70), quando gli adolescenti erano meno sgamati di quelli di oggi e meno avvezzi a viaggi senza la famiglia accanto.

A quei tempi, non mangiava molto ma è in Svizzera che impara ad arrangiarsi, andando al supermercato per recuperare del cibo che le potesse piacere e a prepararselo, lei che a casa non aveva mai cucinato. Sperimenta per la prima volta la sua autonomia. Un bel tassello per la sua crescita.

Tre mesi a New York

Rientrata in Italia frequenta le Scuole Magistrali e al termine della maturità parte, insieme alla sua amica del cuore, per un viaggio di tre mesi a New York. A diciannove anni si ritrova dall’altra parte del mondo, rispetto alla sua famiglia, per studiare inglese.

New York, la grande metropoli la affascina. Si rende conto solo oggi, dopo esservi tornata da adulta, che ai tempi vi si era buttata senza nessuna paura, vivendo l’esperienza con leggerezza senza pensare ad eventuali pericoli che una grande città come New York potrebbe presentare a due giovani ragazze in giro da sole anche di sera.

Vivono a pieno la città

Con l’entusiasmo tipico dell’adolescenza, Isabella e la sua amica, vivono a pieno la città: di mattina studiano, il pomeriggio visitano la città e di sera frequentano i locali e le feste. E’ in una di queste feste che incontra un fotografo che le propone di fare delle fotografie.

Mi descrive alcune di queste foto e una in particolare mi colpisce: Isabella con un suo abito giallo che posa accanto ad un leone (precedentemente sedato). Ricorda che era un animale enorme, ma bellissimo. Per anni ha cercato il contatto di quel fotografo per recuperare quelle immagini, ma purtroppo la sua ricerca non ha avuto esiti positivi.

E’ proprio questo fotografo che introduce le due ragazze nello storico Studio54, luogo simbolo di un’epoca a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80, frequentato da molte celebrità.

Per un paio di sere vengono anche ingaggiate come ballerine, una breve ma divertente esperienza che termina così come è iniziata.

Il rientro in Italia e l’incontro con l’amore

Dopo poco esser rientrata in Italia, Isabella, conosce l’amore che presto sfocerà in un matrimonio. Unione che la porterà a vivere a Londra per tre anni, per seguire suo marito che vi si trasferisce per lavoro.
E’ qui che Isabella inizia a lavorare per una rivista per cui deve realizzare recensioni di locali di vario genere (ristoranti, bistrot, alberghi…)

Una passione per il cibo che si è sviluppata nel tempo, grazie anche al marito, con cui ama provare sempre posti nuovi e assaggiare piatti di vario genere. Lei che da bambina mangiava ben poco, si ritrova a provare piatti ogni volta diversi e a farlo diventare addirittura un lavoro.

Un dramma le sconvolge la vita

La sua vita subisce un colpo durissimo. Improvvisamente suo marito si sente male e viene a mancare nel giro di tre giorni. Isabella si ritrova sola, giovanissima. Ha solo trentotto anni quando vive la tragedia.

Il lutto è un momento vissuto in maniera totalmente differente da ciascuno di noi. Isabella vorrebbe sentire la vicinanza delle persone che ha accanto, ma purtroppo si ritrova, a parte pochissime eccezioni, sola ad affrontare il suo dolore.

Forse per pudore, forse per timore di invadere la sua privacy, le persone accanto a lei non le fanno sentire il loro conforto. Trova però sostegno in una sua cara amica che ogni giorno la chiama e le fa sentire tutto il suo affetto.

La vita però, anche se l’ha messa duramente alla prova, le dà un’altra chance e molti anni dopo è a Crema che conosce il suo nuovo amore, con cui ha ritrovato il sorriso e la serenità.

Le sue passioni riunite nel suo lavoro

Le passioni che aveva da bambina sono sempre vive in lei e la scrittura la porta, per i suoi cinquant’anni, a farsi un regalo: la pubblicazione del suo libro “Emozioni” con la raccolta delle sue poesie.

Tre cose caratterizzano Isabella: la passione per i viaggi, la curiosità di scoprire nuove culture anche in termini di cucina, e la scrittura.

Raccoglie tutto questo nel suo lavoro da giornalista. Scrive per alcune testate, che la inviano in ogni parte del mondo, a provare alberghi e ristoranti e, nonostante ne abbia visitati davvero tanti, riesce ancora a stupirsi della bellezza di questi luoghi.

Ciò che ama molto è che durante i suoi viaggi ha la possibilità di entrare in contatto con molte persone da ogni parte del mondo, conoscere le storie di ciascuno e instaurare rapporti di amicizia profondi.

Creare legami con le persone che incontra

Proprio a proposito di una di queste amicizie mi racconta di un matrimonio di una coppia a cui è stata invitata a Vancouver. Aveva conosciuto uno dei due sposi durante un viaggio di lavoro e tra loro si era creata subito sintonia, tanto da volerla avere accanto durante il suo matrimonio.

Senza pensarci due volte prende un volo per Vancouver (Canada), raggiunge l’amico e vive un’esperienza incredibile. Gli invitati arrivano da ogni parte del mondo, creando un mix di culture e di esperienze.

Isabella non si tira indietro quando c’è da festeggiare e condividere momenti di gioia. Per una settimana è parte integrante di questo gruppo di persone, tanto da chiedere di poter fare un breve discorso sugli sposi durante la cerimonia, insieme ad altri pochi invitati, parlando davanti a ben 260 persone.

Un modo molto efficace per superare la timidezza.

Una donna piena di gioia di vivere

La bambina timida di un tempo ha lasciato il posto ad una donna piena di gioia di vivere, di entusiasmo ed empatia, che le fanno guadagnare l’affetto delle persone che conosce e che incontra in ogni sua esperienza di vita.

Parlare con lei è molto piacevole, nonostante la distanza tra noi data dallo schermo, mi arriva la sua dolcezza e la sua gentilezza. E’ una donna con una vita piena di esperienze in giro per il mondo e in luoghi bellissimi, ma che ha saputo mantenere una forte dose di umiltà e di onestà.

Onestà che le rende a volte le cose un po’ più difficili quando sul suo cammino le è capitato di imbattersi in persone meno oneste di lei. Questo l’ha portata col tempo ad esser un po’ più guardinga nei confronto delle persone, ma che non ha fortunatamente cambiato la sua natura più profonda che la fa essere empatica con gli altri.

La soddisfazione di ciò che ha creato

Isabella è una donna che ha saputo fare delle sue più grandi passioni anche il suo lavoro e questo la rende felice e soddisfatta di ciò che ha costruito nel tempo. Da molti anni ha creato un blog in cui scrive articoli sui viaggi e sulle recensioni di esperienze che vive in prima persona, sia culinarie che di luoghi, e si prodiga in divulgare informazioni e curiosità su vari temi.

Quando le chiedo cosa significhi per lei il viaggio mi risponde citando un vecchio proverbio indiano:

“Colui che non viaggia è come una rana che resta nel suo stagno”.

Voglio concludere la storia di Isabella con una sua frase che mi è piaciuta molto:

“Il modo migliore di entrare in una stanza, è quello di entrarvi col sorriso”

Isabella

che ben racchiude la sua filosofia di vita e di viaggio. Un sorriso è il miglior modo per presentarsi agli altri e farsi accogliere. E di sorrisi, Isabella, ne fa davvero tanti durante il nostro incontro ed è molto piacevole osservarla mentre si racconta.

Riguardo a Crema

E’ molto legata a Crema e le piace molto il suo essere raccolta. E’ un luogo che le permette di girare in bicicletta e visitare luoghi nelle vicinanze. Apprezza la vivacità culturale, anche se a volte certi circoli sono un po’ troppo ristretti, impedendo ad esterni di prendervi parte.

La cucina è un tema a lei molto caro e l’ha portata a scrivere un libro, alcuni anni fa, su un piatto tipico locale “Il tortello cremasco” e a organizzare dei press tour in città (un itinerario organizzato per i giornalisti che vi partecipano su invito), per far conoscere Crema, le sue tradizioni e il suo territorio.

Il Palazzo Benvenuti Arrigoni Albergoni Crema (Cr) il luogo scelto da Barbara per il suo ritratto per il progetto "Donne di Crema" (C)Monica Monimix Antonelli
Il Palazzo Benvenuti Arrigoni Albergoni Crema (Cr) il luogo scelto da Isabella per il suo ritratto per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

Isabella e la fotografia

Isabella mi confessa che la fotografia è stata un’altra sua grandissima passione che molti anni fa avrebbe voluto far diventare un lavoro. Motivo per cui ha sempre frequentato molte mostre, ha comprato moltissimi libri di fotografia dove ha potuto leggere le storie di molti fotografi e visionare i loro lavori.

Le piace scattare foto e anche farsi fotografare. Si piace soprattutto quando sorride, perché nelle foto dove è troppo seria non riesce molto a riconoscersi e a piacersi, oppure farsi ritrarre di spalle, mentre ammira un panorama o il mondo che la circonda.

Per partecipare al progetto “Donne di Crema”

Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.

Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.

Se il progetto “Donne di Crema” ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo

Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.

Il progetto “Donne di Crema”

“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.

Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.

Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).

Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.

Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.

La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.

In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.

Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.


Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.

Per vedere i ritratti delle Donne di Crema che hanno già partecipato, puoi visitare questa pagina.

Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!

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