I ritratti fotografici non sono solo immagini archiviate nel tempo, ma veri e propri pezzi di vita che possono riportarci alle emozioni e ai momenti più importanti della nostra storia che costituiscono la nostra memoria visiva.
Non si tratta solo di ricordare volti e luoghi, ma di sentirci connessi alle nostre esperienze, di rivivere momenti preziosi, e di ritrovare le nostre emozioni. Ecco perché i ritratti fotografici non sono semplici scatti, ma veri e propri ponti verso ciò che siamo stati, e ciò che siamo ancora.
La mia esperienza
Personalmente, ho vissuto il valore della memoria visiva, veicolata dalla fotografia di ritratti, in modo intenso attraverso l’esperienza con mio padre. Negli ultimi anni, ha iniziato a soffrire di decadimento cognitivo che ha gradualmente reso più difficile per lui riconoscere i volti, anche quelli più cari.
Dopo una pausa dai social, ho deciso di tornare alla mia passione: la fotografia di ritratti. Questa esperienza lontana dai social mi ha permesso di riflettere su ciò che veramente amo di questo lavoro: catturare l’autenticità e la bellezza delle persone attraverso l’obiettivo. Ora, con una nuova energia e una prospettiva fresca, sono pronta a offrire ritratti che raccontano storie autentiche, lontane dalle immagini costruite dei social.
Negli ultimi due anni, la mia vita è stata come un vortice che mi ha risucchiato, facendomi sentire come dentro la centrifuga di una lavatrice. Quando ne sono uscita, mi sentivo esausta, svuotata.
Perché mi sono allontanata dai social e dalla fotografia di ritratti
Il motivo per cui mi sono presa una pausa dal blog, dai social e dalla fotografia di ritratti è legato a un mix di eventi che hanno profondamente influenzato sia la mia vita professionale che quella personale.
Il progetto Donne di Crema, iniziato a febbraio 2020, ha attraversato molti alti e bassi fin dal suo inizio proprio a ridosso del lockdown causa pandemia Covid (marzo/maggio 2020). Non mi sono mai fermata, nonostante il blocco in casa, perché la testa ha sempre continuato a girare vorticosamente e infatti è proprio durante quella chiusura forzata in casa che sono nate le idee del libro e dell’evento clou che ho organizzato a maggio 2022.
È stato un susseguirsi di emozioni positive e negative. Tra quelle positive c’era sicuramente l’entusiasmo per quella nuova idea e il vedere la curiosità che stava nascendo attorno al progetto dopo aver pubblicato le prime fotografie e le prime storie sui social network. Tra quelle negative la paura di un periodo di forte incertezza in cui non sapevamo cosa sarebbe successo: chiusi in casa senza contatti di persona, una realtà nuova, assurda, tutta da scoprire.
Cosa ho imparato
La capacità di adattarmi al cambiamento è stata sicuramente messa alla prova.
Ho imparato parecchio lungo il percorso: primo fra tutti la gestione dei contrattempi. Portare avanti un progetto di questo tipo in mezzo ad una pandemia, con chiusure, instabilità e senza sapere cosa sarebbe cambiato dalla sera alla mattina non è stato semplice, ma mi è servito a lasciar fluire le cose, ad accettare di non avere sempre tutto sotto controllo e ad adattarmi alla situazione che di volta in volta mi si presentava davanti.
Un’altra cosa che ho imparato è che ciò che è importante per me non lo è anche per gli altri. Lo avevo già capito nei precedenti quarant’anni di vita, ma in questi due anni ne ho avuto tante dimostrazioni. Ho migliorato il non prenderla sul personale, anche se non sempre mi è riuscito. Capisci che l’ordine di priorità è davvero fondamentale e tu nella vita degli altri non sei nei primi posti.
Questo progetto mi ha dato tanto in termini personali facendomi scoprire un’empatia che non sapevo ancora di avere, insegnandomi l’ascolto vero dell’altro oltre che di me stessa.
Leggi fino alla fine per scoprire cosa intendo con esperimento sociale!
Questa foto segna un momento decisivo. Grazie a Michele Mariani per aver colto l’attimo e il mio sorriso. Eh sì, perché il sogno si è realizzato in quel momento: l’istante in cui ho tenuto il mio libro tra le mani per la prima volta!
Ero un po’ agitata perché ci tenevo molto affinché l’inaugurazione andasse bene e che non mi bloccassi nel discorso di presentazione.
Vanessa, della casa editrice Linee Infinite, che ha prodotto il libro, mi raggiunge e mi dice di aver le prime copie del libro. Non resisto alla tentazione e nonostante non avessi molto tempo prima del mio discorso, ci siamo defilate e abbiamo aperto insieme quella scatola.
Una gioia immensa vederlo finalmente realizzato. Non era più un’idea astratta, era lì davanti a me.
Dopo tante peripezie, finalmente il libro Donne di Crema era tra le mie mani.
L’evento clou del progetto Donne di Crema che si è tenuto dal 7 al 15 maggio al Centro Culturale S. Agostino di Crema è stato un susseguirsi di attività ed emozioni. Due weekend di intrattenimento, approfondimento e condivisione di questo viaggio incredibile.
Un evento in condivisione con tante delle partecipanti al progetto che si sono prestate a collaborare, o anche solo hanno voluto condividere questi momenti insieme.
L’inaugurazione
La giornata inaugurale (sabato 7 maggio) è stata per me, ricca di emozioni: a partire dal vedere le persone a me care attorno a me, tante Donne di Crema, felici di essere lì a festeggiare con me questo grande risultato e vedere anche la grande partecipazione del pubblico.
L’occasione è stata perfetta anche per presentare ufficialmente il libro dedicato al progetto, edito dalla Casa Editrice Linee Infinite.
Ho pensato di raccogliere qui una sorta di resoconto delle giornate dell’evento, per raccontare a chi non è potuto passare, ciò che abbiamo fatto.
Esperienze Domenica 8 maggio
La domenica è stata molto viva grazie alle tante persone che hanno preso parte alle varie attività organizzate e tenute da alcune delle Donne di Crema.
Una piccola anteprima della giornata inaugurale dell’evento clou del progetto Donne di Crema che si è tenuto dal 7 al 15 maggio al Centro Culturale S. Agostino di Crema. Due weekend di intrattenimento, approfondimento e condivisione di questo viaggio incredibile.
Un grazie anche agli sponsor tecnici: Bloom33, Caffè Verdi e Assimusica per la collaborazione e a tutti i privati che hanno scelto di donare attraverso la raccolta fondi.
Nel video, curato da Michele Mariani, alcuni momenti della giornata inaugurale e le tante emozioni provate. Grazie Michele per aver colto tutto questo!
Domani è il 7 maggio e ci sarà l’inaugurazione dell’evento finale Donne di Crema che durerà sino al 15 maggio: due weekend di intrattenimento, approfondimento e condivisione di questo viaggio incredibile.
Locandina evento Donne di Crema
L’evento è patrocinato dal Comune di Crema e in collaborazione con: CulturaCrema, Associazione Donne contro la violenza (Crema), Anffas (Crema) e Alice ODV (Milano).
Grazie agli sponsor: Simecom e Popolare Crema per il territorio per aver scelto di sostenere il progetto.
Grazie agli Amici delle Donne di Crema: British Institutes (sede di Crema), Enrico IV, Caffè Verdi e Asilo Nido Hakuna Matata per il loro contributo.
Un grazie anche agli sponsor tecnici: Bloom33, Caffè Verdi e Assimusica per la collaborazione.
Vi aspetto tutti dal 7 maggio al 15 maggio al Centro Culturale S. Agostino a Crema!
Inaugurazione: Sabato 7 maggio ore 17:30, con me ci saranno la Sindaca Stefania Bonaldi che condividerà con tutti i presenti il suo pensiero sul progetto, avendovi preso parte, e Anna Milvia Boselli, biologa, docente a contratto all’Università di Padova, ex parlamentare che da sempre si occupa in maniera attiva della tutela dei diritti delle donne.
Presentazione Libro Donne di Crema, edito dalla Casa Editrice Linee Infinite di Lodi: 7 maggio ore 18:30 in sala Cremonesi (al primo piano) del Centro Culturale S. Agostino.
Indirizzo: Piazzetta Winifred Terni de Gregorj, 5 – Crema
Ingresso gratuito
Qui sotto trovi il programma completo di tutte le attività previste per i due weekend di evento!
Programma evento Donne di Crema
Il progetto
“Donne di Crema” : 100 donne di una cittadina raccontano le loro storie, per scoprire e mostrare chi sono le donne di oggi.
I ritratti rappresentano donne contemporanee, che col loro contributo aiutano a costruire giorno dopo giorno la realtà locale cittadina, e al contempo la società moderna, portando la loro ricchezza a livello umano e il loro impegno professionale e personale.
Impegnate a far fronte a pregiudizi, disuguaglianze e a difficoltà che la vita presenta loro, mostrano la loro forza di carattere nell’affrontare battaglie da cui escono ogni volta sempre più forti e sicure di sé, riuscendo a mantenere il sorriso sulle labbra, e la voglia di aiutare chi sta loro accanto.
Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!
Donne di Crema ha raggiunto il suo obiettivo: raccontare la storia di 100 donne. A queste 100 ne voglio aggiungere ancora uno, il mio, perché la mia storia è cambiata dopo aver intrapreso questo viaggio.
La mia storia è narrata daLaura e il mio ritratto è stato realizzato da Roberto, il mio compagno.
L’inizio
Perché questo progetto?
Questa è la domanda con la quale apro la storia di Monica, l’autrice del progetto “Donne di Crema”, che ora andremo a raccontare.
Monica ha da sempre fatto ritratti femminili, e proprio attraverso questo lavoro è poi nata la sua esigenza, il suo bisogno di capire in che modo aiutare le donne a sentirsi a proprio agio davanti ad una macchina fotografica, permettendo loro di sentirsi libere di esprimere ciò che davvero sono, di sentirsi bene, di riconoscersi e di ritrovarsi, senza quelle piccole paure di sentirsi inadeguate, mettendosi a nudo e perché no divertendosi, nel raccontare la propria storia ed il legame con la città di Crema.
Il mio ritratto per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli – Grazie a Roberto Ghidoni per la fotografia.
Dopo un breve ma intenso periodo di riflessione, decide di dare voce al suo progetto “Donne di Crema”, attraverso il quale Monica racconta e mostra il contributo nella società e la ricchezza a livello umano delle donne che ritrae. Il progetto viene pubblicato sul suo blog e sui social, da subito si evidenziano curiosità e attenzione in modo inaspettatamente veloce.
Il 4 Febbraio 2020 Monica intervista la prima donna “apripista” del progetto, Martache accetta di raccontarsi e di farsi ritrarre, il tutto avverrà in presenza al Centro culturale Sant’Agostino di Crema, luogo che ritroveremo più avanti e che tornerà con un ruolo da protagonista in questo progetto.
Cento saranno le donne del progetto, Marta la prima, Stefania la centesima ed ultima.
Donne di Crema raggiunge il suo obiettivo: raccontare la storia di 100 donne. A distanza di poco più di due anni dall’inizio del progetto mi appresto a scrivere quella che è in ordine di tempo, l’ultima storia. La storia di Stefania.
L’incontro
Stefania è stata (ed è al momento in cui scrivo) la Sindaca di Crema per dieci anni, ma quella che racconto è anche la storia della donna dietro al ruolo istituzionale.
Molto spesso ci si ferma al ruolo politico, ma a me interessa raccontare la storia di una donna che ha saputo conciliare la sua vita personale con un ruolo così impegnativo come quello di Prima cittadina.
Il ritratto di Stefania per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
La storia di Stefania
La sua storia inizia a Milano, dove nasce, da madre cremasca e padre milanese. Una famiglia serena in cui è la primogenita di tre sorelle, di cui una nata a breve distanza da lei e per questo il rapporto è sempre stato “vivace” e una sorella nata dopo una decina d’anni, “la più coccolata”.
Vive a Crema e dal secondo anno frequenta la Scuola Materna “Montessori”
Ricorda di esser stata una bambina timida e paurosa delle persone e delle situazioni, sentiva quasi la necessità di “chiedere scusa di esistere”. Avvertiva su di sé il peso della responsabilità di essere la primogenita e già a undici anni, quando la madre era a scuola il pomeriggio per i consigli di classe, capitava che Stefania dovesse badare qualche ora alle sorelle, di cui l’ultima di pochi anni.
Donne di Crema giunge con la storia di Emilia al numero 99, ad un soffio dal traguardo. Un viaggio di poco più di due anni, in cui è successo di tutto, ma che mi ha regalato tanto dal punto di vista umano oltre che professionale.
L’incontro
Emilia arriva a me quasi per caso, attraverso suo figlio Emanuele, da poco conosciuto, grazie al quale è stata lanciata una lotteria benefica a sostegno del progetto Donne di Crema, e dell’Associazione Donne contro la violenza.
Ci incontriamo ai tavolini di un bar, davanti ad un caffè e un cappuccio, per quello che segna l’ultimo incontro dal vivo del progetto.
Mi incuriosisce subito la storia di Emilia e mi piace il tono calmo della sua voce mentre mi racconta di sé.
Il ritratto di Emilia per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
La storia di Emilia
Sin da piccola ha avuto una grande passione per l’arte, anche se non ha seguito la sua vena artistica, scegliendo studi completamente diversi, dedicati alla contabilità, ambito in cui ha lavorato per una ventina d’anni.
Nel momento della scelta della scuola ha prevalso l’esigenza di poter entrare sin da subito nel mondo del lavoro per poter aiutare la famiglia, e così ha dato la precedenza ad un indirizzo più concreto rispetto alla creatività.
Il percorso scolastico scorre lineare e al termine delle Superiori, con indirizzo contabile, inizia subito a lavorare come impiegata. Le sue curiosità però non si fermano e continua ad appassionarsi alla natura e a studiare e leggere a riguardo.