Donne di Crema: il ritratto di Michela

“Donne di Crema” significa anche scoprire donne non native della cittadina, ma trapiantate qui per i casi della vita. Donne adottate dalla comunità in cui si sono inserite, a volte facilmente, a volte, con qualche difficoltà in più, ma tutte che si sono lasciate conquistare dalla bellezza di Crema e dalla vita tranquilla.

Questo è ciò che ha vissuto anche Michela, una cremasca d’adozione, nata e cresciuta a Genova, dove ha vissuto per gran parte della sua vita. Tredici anni fa si trasferisce a Crema per seguire le esigenze lavorative di suo marito.

L’incontro

Michela è una musicista professionista, che ha vissuto la sua vita con la passione della musica e con la voglia di migliorarsi sempre, anche se, è con la maturità, che ha capito che ciò che conta sono le emozioni trasmesse sul palco, e non la perfezione stilistica.

Una donna che ha sofferto molto ma che non ha mai perso la voglia di ricominciare, anche in un luogo molto lontano dalle sue radici.

Il ritratto di Michela per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Michela per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Abituata fin da bambina a viaggiare, ammette di non essersi mai sentita legata ad un territorio, ma ha sempre sentito Genova come la sua casa e la vita lì, le è sempre sembrata familiare. Non mette radici da nessuna parte e in questo il suo lavoro da musicista è sicuramente complice.

Un lavoro che le ha dato la possibilità di viaggiare parecchio e di conoscere moltissime persone e di avere un respiro più ampio, come persona, non legato strettamente ad un luogo di residenza.

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Donne di Crema: il ritratto di Irene

“Donne di Crema” prosegue grazie al passa parola diffuso in questi mesi e tante nuove partecipanti mi stanno contattando per raccontarmi la loro storia.

Come Irene, una giovane donna che ha saputo trovare il proprio spazio nel mondo ed è grata per aver avuto le possibilità che la vita le ha donato, ma ha anche capito che con l’impegno, il lavoro duro e la capacità di ascoltarsi e valorizzare le proprie peculiarità, si può fare molto.

L’incontro

“Possiamo essere chi e cosa vogliamo. L’ambiente in cui ho avuto la fortuna di vivere me lo ha permesso. Mi rendo conto, oggi, che è un valore aggiunto, perché in tante situazioni non è così. Ci sono luoghi, società e paesi in cui questa cosa non è possibile, quindi, se io sono quella che sono oggi è anche grazie al contesto in cui ho vissuto.”

Irene
Il ritratto di Irene per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Irene per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Abita da sempre in un paese alle porte di Crema, anche se ha sempre vissuto la realtà cremasca perché fin da piccola passava le sue giornate a casa dei nonni, in quanto sua madre, infermiera e suo padre, carabiniere, erano spesso impegnati con i turni di lavoro.

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Donne di Crema: il ritratto di Michela

“Donne di Crema” giunge alla donna numero 69 con grande entusiasmo ed è l’occasione per ascoltare una nuova storia densa di arte, progetti, sorrisi e concretezza: la storia di Michela.

L’inizio del suo racconto è curioso perché parte dalla sua pagella di quinta elementare in cui viene scritto che “la bambina ha in testa di esprimersi, è molto espansiva e comunicativa e molto propensa all’espressione.”

L’incontro

Parte da qui la sua storia. La sua vita è permeata di arte e fin da bambina è chiara questa sua propensione. Ha sempre inventato dei giochi, che uscivano un po’ dagli schemi tradizionali: raccoglieva biglie in metallo, ritagliava i giornali e faceva dei libri in cui ogni pagina aveva una storia, oppure costruiva delle “case” con dei libri aperti sovrapposti, in cui riusciva ad inserire la testa ed era attorniata dalle illustrazioni di fiabe. Un altro suo gioco era fatto con una valigetta con i “ritrovamenti archeologici” in cui raccoglieva degli indizi per scovare il tesoro.

Il ritratto di Michela per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Michela per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La sua famiglia di origine è di Ferrara, poi per seguire i trasferimenti di lavoro del padre che lavorava per l’Olivetti, si trasferisce a Ivrea e poi a Crema quando Michela è bambina.

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Donne di Crema: il ritratto di Laura

“Donne di Crema” prosegue celermente e sono felice dei passi avanti che stiamo facendo. Sempre più donne si presentano e si candidano al progetto e condividono lo spirito di squadra che lo anima. Un percorso affascinante e molto costruttivo per me, come persona, ma anche come fotografa.

Ogni storia mi insegna qualcosa e spero che anche a te che leggi, possa arrivare il significato del progetto e di ogni storia raccolta. Come la storia di Laura, una donna che nella vita ha affrontato tante sfide impegnative e alcuni drammi, ma che, oggi, è riuscita a conquistarsi il suo angolo di felicità.

L’incontro

Laura nasce in una bella famiglia cremasca, suo padre era un avvocato penalista e lei affascinata dal suo lavoro, ne approfittava per fargli sempre molte domande, soprattutto quando non riusciva a capire come potesse difendere certe persone. Un uomo di grande cultura e spessore, di grande sensibilità, doti che lo hanno portato anche a scrivere dei libri di poesie.

Il ritratto di Laura per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Laura per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La madre, dopo aver lavorato , aveva scelto di rimanere a casa ad accudire i figli. Laura ha amato molto i suoi genitori, seppur con degli irrisolti come a volte accade, in particolare era molto legata al padre, che caratterialmente sentiva molto simile a sé. Il suo percorso di studi si svolge  prima al liceo classico, poi alle Scuole Magistrali, perché la sua idea inizialmente era quella di andare ad insegnare , anche se poi la sua vita è cambiata completamente, si formerà come Educatrice.

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Donne di Crema: il ritratto di Claudia

“Donne di Crema” è un viaggio alla scoperta del mondo delle donne e ogni storia che ascolto mi offre un ventaglio di sfumature emozionanti.

Ciascuna storia insegna qualcosa a chi è attento ai messaggi in esse. Così è la storia di Claudia, una donna che nella sua vita ha cambiato spesso la sua strada, per la voglia di migliorarsi sempre, per necessità e per non annoiarsi mai.

Non si è mai risparmiata, si è sempre messa in gioco e anche nel momento della scoperta di una malattia ha saputo reagire con forza e con un obiettivo: diffondere il più possibile il tema della prevenzione, che a lei ha letteralmente salvato la vita.

L’incontro

Partiamo dall’inizio della sua storia, che la vede dall’altra parte dell’Italia rispetto alla sua storia recente a Crema.

Claudia nasce a Napoli e vive a Teano, paese in provincia di Napoli, terra d’origine dei suoi genitori. Il padre, capostazione, quando Claudia ha undici anni decide di lasciare la sua terra. Solitamente i giovani del sud si trasferivano al nord per lavoro, il padre di Claudia decide di anticipare i tempi, quando ancora le figlie sono piccole, chiede il trasferimento e parte con tutta la famiglia unita, alla volta di un piccolo paese alle porte di Crema dove avrebbe potuto continuare il suo lavoro.

Il ritratto di Claudia per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Claudia per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Claudia è una bambina molto determinata tanto che a cinque anni, sapendo già scrivere, chiede ai suoi genitori di anticipare di un anno l’inizio della scuola.

La sua idea viene accettata sia dai suoi genitori che dalle maestre delle elementari e infatti inizia a frequentare la prima elementare, fino al momento in cui gli altri genitori si lamentano con le maestre di questa situazione, vista come un favoritismo in quanto “la figlia del capostazione”.

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Donne di Crema: il ritratto di Linda

“Donne di Crema” ha da poco tagliato il traguardo importante delle 70 donne ritratte e non conosce stanchezza né noia. Ogni storia raccolta e ogni donna incontrata, è anzi, fonte di nuove ispirazioni, nuovi stimoli e nuove sensazioni.

Come la storia di Linda, che arriva a me tramite il suggerimento di Monica, un’altra donna già raccontata in precedenza. Scopro una donna che non si è mai tirata indietro davanti alla fatica, all’impegno e al lavoro. Una donna che si è sempre saputa rimboccare le maniche per andare avanti e che ha saputo riconoscere sul suo cammino degli esempi importanti da cui attingere lezioni significative. E’ una donna grata alla vita, Linda, nonostante le difficoltà, si ritiene fortunata di ciò che ha costruito e delle persone che ha incontrato.

L’incontro

La vita di Linda è divisa in due parti. Da un lato c’è lei bambina e adolescente, fino alle Scuole Superiori, dall’altro lato, la parte che va dai vent’anni sino ad oggi.

Per lei la prima parte della sua vita ha significato anni di puro studio in cui era quella “brava” e il suo lavoro era quello di “studiare e portare a casa il risultato”. Ha vissuto meno il gioco e il divertimento e tutto ciò che ricorda, ruota attorno alla scuola e allo studio, con degli sprazzi di ricordi legati alle grigliate in famiglia in cui riunendo cugini, zii e parenti erano sempre molto affollate.

Il ritratto di Linda per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Linda per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La seconda parte della sua vita parte dai vent’anni in poi in cui si è ritrovata a dover affrontare un mondo estraneo, quel mondo incontrato già a partire dall’Università e poi nel mondo del lavoro. Si è trovata a doversi confrontare con una realtà meno semplice rispetto a quella a cui era abituata: essendo cresciuta in un piccolo paese del cremasco, già frequentare le scuole a Crema era stato un cambio importante.

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Donne di Crema: il ritratto di Anca

Gli incontri virtuali con le “Donne di Crema” proseguono con un buon ritmo. Tante nuove storie intense, alcune molte difficili, ma tutte vissute con la voglia di rimboccarsi le maniche e rimettere ordine in se stesse e nelle proprie vite.

Come la storia di Anca, che è densa di accadimenti e di difficoltà, ma da cui è riuscita a trovare un risvolto positivo per cercare di essere di aiuto agli altri.

L’incontro

Con Anca ci siamo conosciute molti anni fa, quando faceva la modella. Abbiamo lavorato insieme alcune volte. Tante cose sono successe negli anni in cui ci siamo perse di vista e ascoltarla è stato molto emozionante. Vedere come è riuscita ad affrontare ogni ostacolo sulla sua strada, mi restituisce un’immagine di lei davvero tosta.

Il ritratto di Anca per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Anca per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Nasce in Romania, i suoi genitori vengono in Italia a cercar lavoro, mentre lei resta con la nonna materna con l’obiettivo di terminare gli studi.

Quando Anca ha dieci anni, la nonna si ammala gravemente e viene a mancare e i suoi genitori sono costretti a far venire Anca in Italia, nonostante non avessero ancora una situazione stabile dal punto di vista economico.

Per lei è molto dura, perché vuol dire cambiare radicalmente la sua vita da un giorno con l’altro e adattarsi ad una vita un po’ precaria.

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Donne di Crema: il ritratto di Monica

“Donne di Crema” ha superato di gran lunga la metà del suo percorso e ad ogni incontro mi rendo conto di quanto sia affascinante ed interessante questo viaggio nel mondo femminile. Ogni donna incontrata mi ha insegnato qualcosa, ogni storia ha un messaggio da veicolare e tutto questo non fa altro che confermarmi l’importanza dell’ascolto dell’altro.

Un viaggio alla scoperta dell’altro, senza muoversi da casa. Il momento storico perfetto per questo progetto: a lungo costretti in casa, ma con la mente, e il cuore, che si sono potuti cibare di stimoli, di confronti, di crescita personale come se le mie gambe fossero in giro per il mondo.

L’incontro

Così è stato anche per la storia di Monica. Una donna che ad un certo punto della sua vita ha deciso di cambiare totalmente strada, fermandosi e ascoltandosi veramente. Da qui nasce la voglia di ripartire dalle sue passioni, dai suoi interessi, da se stessa per dedicarsi ad una nuova attività professionale, più in linea con i suoi valori e le sue passioni.

Il ritratto di Monica per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Monica per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Monica ha iniziato a seguire il progetto “Donne di Crema” già un anno fa, ma per timore di non aver una storia abbastanza interessante da raccontare, ha rimandato il momento di proporsi, sino a pochi giorni fa quando si è decisa a buttarsi.

Nasce in una famiglia con due fratelli più grandi, con cui anziché praticare i soliti sport, frequentano equitazione per via della grande passione di loro padre. La loro infanzia e adolescenza trascorre in mezzo ai cavalli e la natura.

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Donne di Crema: il ritratto di Chiara

“Donne di Crema” è un progetto che racconta le donne a 360°, è curioso entrare in punta di piedi nelle storie di ciascuna di loro e scoprire cosa hanno vissuto sino ad oggi e come ciò le ha fatte crescere e sbocciare.

L’incontro

E’ un’esplosione di energia la storia di Chiara. Una donna che riesce a trasmetterti carica e voglia di fare anche dall’altra parte del monitor del computer.

Esordisce dicendomi di avere una pessima memoria, ma il ricordo di aver vissuto un’infanzia molto bella è molto vivido in lei e da lì ha attinto tutta l’energia che ha oggi. Si è sempre ritenuta molto fortunata di aver avuto una famiglia come la sua, con cui ha tutt’ora un forte legame.

Il ritratto di Chiara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Chiara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

L’unica cosa che la differenzia dalla sua famiglia è il viaggio. Per lei viaggiare è sempre stata una passione incredibile e non ha mai perso occasione per farlo, a differenza dei suoi familiari che invece non hanno mai amato spostarsi.

Secondogenita dopo una sorella maggiore di appena tredici mesi più grande di lei, per anni si è confrontata con un modello di quasi “perfezione” quale è per lei la sorella.

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