Donne di Crema: il ritratto di Eva

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Il progetto “Donne di Crema”, nonostante qualche appuntamento saltato, procede alla grande e le candidature non smettono di arrivare. Il traguardo finale dei 100 ritratti non sembra più così lontano.

L’incontro

E’ una calda mattina di metà settembre quando incontro Eva, lungo le sponde del fiume Serio. Ci sediamo su una panchina e iniziamo a chiacchierare amabilmente.

Il ritratto di Eva per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Eva per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

Il giorno del ritratto di Eva

Eva nell’email in cui si era presentata per candidarsi al progetto, mi aveva scritto di essere molto attenta all’ambiente, tanto da autoprodurre la maggior parte dei prodotti necessari nel suo quotidiano, direttamente a casa. A testimonianza della cosa, e per farmi una sorpresa, mi regala una delle saponette che produce.

Grazie al suo impegno, e alla collaborazione del marito, è riuscita a ridurre dell’80% la plastica in casa sua. L’amore per l’ambiente e l’attenzione che pone nei confronti della terra sono sempre ben presenti in lei e si impegna per insegnare al suo bambino, di sei anni, quanto sia importante vivere nella natura, scoprirne le meraviglie e averne totale rispetto.

Nei momenti liberi ama fare lunghe passeggiate, o gite in bicicletta, con la sua famiglia, per poter assaporare il clima di pace e di benessere che la natura offre loro.

Un segno di questo suo grande amore è il fatto che quando si è sposata, lei e il marito sono arrivati in Comune in bicicletta e hanno optato per un rinfresco nella piazza adiacente, per evitare spostamenti e per coronare il loro sogno nel cuore di Crema.

L’infanzia di Eva

Inizia a raccontarmi la sua storia. Frequentando le elementari in un piccolo paese del cremasco, si è dovuta scontrare con una mentalità ristretta, per motivi legati alla sua famiglia, che non le ha reso facile l’inserimento e la creazione di legami con i suoi compagni di classe.

Anche durante le medie, nonostante il cambio della scuola e dei compagni, continua a far fatica a crearsi delle vere e proprie amicizie. Non più per i motivi precedenti, ma perché non condivide alcune scelte dei compagni di classe.

Sono gli anni in cui i suoi compagni iniziano a fumare, ma lei non condividendo l’idea del fumo, ritenendola pericolosa, si tiene ben a distanza.

Abituandosi a stare da sola, arriva alle superiori e non sente più l’esigenza di legarsi a qualcuno, non cerca di costruirsi veri rapporti di amicizie.

Il momento del cambiamento

Inizia a cambiare qualcosa in lei, grazie al volontariato che svolge dai quindici ai diciotto anni presso il canile cittadino.

Durante l’esperienza al canile scopre la sua vocazione nell’aiutare gli altri. Scarta subito l’idea di diventare veterinaria pur amando moltissimo gli animali, ma assistere alla sedazione e poi all’abbattimento di un cane malato terminale, la fa stare troppo male.

Decide così di cambiare ambiente e di provare ad entrare nella Croce Rossa Italiana.

E’ qui dove inizia per lei un nuovo capitolo della sua vita. A partire dalla nascita dei primi rapporti di amicizia vera, alla possibilità di aiutare gli altri in prima linea.

Un nuovo capitolo

La condivisione è tanta, sia in termini di tempo che di esperienze. Ama talmente tanto quell’ambiente, da recarvisi anche solo per studiare. Mi racconta di volte in cui vi si è recata anche solo per salutare qualche collega e amico che sapeva esser di turno. Le piace il fatto che si faccia gruppo, passando così tanto tempo insieme, dormendo in sede, quando possibile, durante i turni di notte.

Capisce che quella è la sua strada, si iscrive così alla scuola infermieristica e con vivo entusiasmo si dedica allo studio e poi alla pratica di ciò che apprende.

Inizia a lavorare all’Ospedale di Cremona, come infermiera, e dopo tre anni passa a lavorare presso una nuova struttura ospedaliera appena avviata, a Soresina, dove si trova a lavorare con un gruppo di neolaureati. Un progetto notevole, dove possono costruire un percorso da zero. Un fortissimo entusiasmo li caratterizza e si costruisce un gruppo di lavoro forte e affiatato. Sarà qui che incontrerà una delle sue più care amiche.

Da alcuni anni lavora presso l’Ospedale di Treviglio, Per alcuni anni ha lavorato in sala operatoria, dove ha potuto vivere sulla sua pelle l’adrenalina dell’urgenza, sentendo dentro di sé di aver intrapreso la strada giusta per se stessa.

Conciliare lavoro e famiglia

Le chiedo come riesca a conciliare un lavoro così impegnativo con l’essere mamma. Mi confessa, che diventando mamma ha dovuto fare una scelta che le permettesse di potersi occupare del proprio bambino e di esser presente nella sua vita.

Lavorava in sala operatoria provando a strumentare in varie specializzazioni passando dall’ortopedia all’oculistica. Dall’inizio del Covid si è trovata in una nuova realtà, in rianimazione, dov’è tutt’ora in quanto i turni le permettono di gestire meglio la vita familiare.

Eva è una che si dà da fare e non si tira indietro quando c’è da imparare qualcosa di nuovo, e passa con disinvoltura da un reparto all’altro, con la voglia di migliorare e di apprendere da tutti.

Una donna sempre in movimento

Non sta ferma un attimo, le piace esser sempre attiva e mi dice che suo figlio è uguale a lei, “salta sempre”.

Poco prima di sapere di esser incinta di suo figlio si era iscritta ad un master a Bergamo. Ricorda ancora quel periodo. Dopo alcuni tentativi di rimanere incinta, andati male, si iscrive al master, in accordo col marito e solo dopo esser stata presa scopre la lieta notizia. Porterà a termine il master esattamente a ridosso del parto.

Le chiedo come riesca a gestire lo stato d’animo durante le emergenze o comunque davanti ai casi che incontra e mi confessa che riesce ad essere distaccata in quei momenti. Non prova dolore tanto che questa cosa l’aveva spinta anni fa a rivolgersi ad una psicologa per capire se dentro di lei qualcosa non funzionasse, per il fatto di sentirsi così fredda e tranquilla davanti a certe situazioni drammatiche.

Il suo cervello ha una sorta di meccanismo di autodifesa che la protegge davanti a queste situazioni permettendole di tornare a casa serena senza portarsi dietro ciò che vede.

Ben diversa la situazione quando a non stare bene è suo figlio, lì perde quel distacco che ha sul lavoro e reagisce come qualunque altra madre che si preoccupa per il proprio bambino.

Il pensiero di Eva riguardo a Crema

Per Eva, Crema è amicizia. Ama trascorrere il tempo con le amiche, allenarsi con loro o fare lunghe passeggiate. Per non sottrarre tempo ai figli, si incontrano alle 6 del mattino, per poter essere a casa al loro risveglio.

Ama la natura che circonda Crema e vi passa molto tempo, oltre che per allenarsi, anche per fare yoga e meditazione, da un po’ di tempo a questa parte, così come le piace fare lunghe passeggiate in bici con la sua famiglia, o andare alla scoperta di nuovi luoghi abbandonati, organizzando per il figlio delle vere e proprie avventure da vivere.

Lungo le sponde del fiume Serio a Crema (Cr), il luogo scelto da Eva per il suo ritratto per il progetto "Donne di Crema" (C)Monica Monimix Antonelli
Lungo le sponde del fiume Serio a Crema (Cr), il luogo scelto da Eva per il suo ritratto per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

Eva e la fotografia

Premette che non è molto brava a fotografare, le uniche foto che fa le realizza col cellulare. Però mi racconta di un episodio legato alla fotografia. Per regalare un sorriso ad una cara amica che aveva appena affrontato un periodo molto difficile, si è improvvisata fotografa e le ha realizzato alcuni ritratti nella natura, mentre l’amica era incinta, creando poi per lei un piccolo libretto con tutte le immagini.

Di fronte alla fotocamera invece cambia atteggiamento, si sente più rigida e quando vede le foto con la sua famiglia, apprezza sempre come vengono il marito e il figlio ma lei non si piace mai, andando a fissarsi su dei dettagli di lei che non la convincono.

Per partecipare al progetto “Donne di Crema”

Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.

Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.

Se il progetto ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo

Se vuoi vedere alcune immagini del progetto, guarda qui

Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.

Il progetto “Donne di Crema”

“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.

Perché voglio raccontare le donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.

Saranno quindi ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere lei stessa il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata e averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).

Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.

Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.

La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.

In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo però l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.Se sei di Crema (ci sei nata e hai vissuto qui molti anni, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi un’email: moni@monimix.com


Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.


Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!

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