“Donne di Crema” ha da poco tagliato il traguardo importante delle 70 donne ritratte e non conosce stanchezza né noia. Ogni storia raccolta e ogni donna incontrata, è anzi, fonte di nuove ispirazioni, nuovi stimoli e nuove sensazioni.
Come la storia di Linda, che arriva a me tramite il suggerimento di Monica, un’altra donna già raccontata in precedenza. Scopro una donna che non si è mai tirata indietro davanti alla fatica, all’impegno e al lavoro. Una donna che si è sempre saputa rimboccare le maniche per andare avanti e che ha saputo riconoscere sul suo cammino degli esempi importanti da cui attingere lezioni significative. E’ una donna grata alla vita, Linda, nonostante le difficoltà, si ritiene fortunata di ciò che ha costruito e delle persone che ha incontrato.
L’incontro
La vita di Linda è divisa in due parti. Da un lato c’è lei bambina e adolescente, fino alle Scuole Superiori, dall’altro lato, la parte che va dai vent’anni sino ad oggi.
Per lei la prima parte della sua vita ha significato anni di puro studio in cui era quella “brava” e il suo lavoro era quello di “studiare e portare a casa il risultato”. Ha vissuto meno il gioco e il divertimento e tutto ciò che ricorda, ruota attorno alla scuola e allo studio, con degli sprazzi di ricordi legati alle grigliate in famiglia in cui riunendo cugini, zii e parenti erano sempre molto affollate.
La seconda parte della sua vita parte dai vent’anni in poi in cui si è ritrovata a dover affrontare un mondo estraneo, quel mondo incontrato già a partire dall’Università e poi nel mondo del lavoro. Si è trovata a doversi confrontare con una realtà meno semplice rispetto a quella a cui era abituata: essendo cresciuta in un piccolo paese del cremasco, già frequentare le scuole a Crema era stato un cambio importante.
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