Donne di Crema: il ritratto di Martina

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Donne di Crema ha ripreso per un breve periodo durante la zona gialla, la sua formula tradizionale, potendo tornare ad incontrare dal vivo le partecipanti. Così è stato per l’incontro di Martina, in cui ne abbiamo approfittato per incontrarci al Parco e fare due chiacchiere.

L’incontro

Incontro Martina al Parco Bonaldi, e mi racconta che quello è uno degli ultimi scampoli di verde che ha vicino a casa. Un polmone dove potersi rigenerare in mezzo a tutto il cemento che le stanno costruendo attorno a casa.

Martina dimostra molti meno anni dei suoi trent’anni. Ci accomodiamo su una panchina e inizia a raccontarmi la sua storia.

Il ritratto di Martina per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Martina per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La storia di Martina

Un evento drammatico ha segnato fin da subito la sua vita: quando, improvvisamente, all’età di 7 anni perde suo papà a causa di un incidente d’auto. Il ricordo di quella tragica mattina è ancora vivo nella sua memoria.

Per Martina è stato uno shock. Per lei esiste un prima e un dopo quel drammatico evento. Prima di quella mattina la sua infanzia era felice e spensierata come quella di tanti altri suoi coetanei. Dopo molte cose sono cambiate.

Frequenta le elementari dove le maestre, pensando di far la cosa giusta, le danno attenzioni in eccesso rispetto agli altri bambini, facendola sentire diversa dai suoi compagni di classe. Pensando di aiutarla, le danno dei privilegi non richiesti, come per esempio la possibilità che sua madre la possa accompagnare fino alla porta della scuola, anziché fino al cancello come tutti gli altri genitori.

Sono cose piccole, ma che nella sua testa di bambina, le creano disagio. Vorrebbe esser trattata come tutti gli altri bambini, anziché vedersi trattare con più attenzioni per quello che ha vissuto.

Gli anni della scuola

Gli anni delle Scuole Medie passano in maniera tranquilla. Finalmente si sente trattata come tutti gli altri, senza differenze. Improvvisamente, per un problema alla schiena, non può portare lo zaino fino al terzo piano dove si trova la sua classe: Martina teme di dover tornare al passato, a quando veniva accompagnata fino alla soglia dell’aula e scoppia a piangere. Fortunatamente ha delle amiche che si offrono di aiutarla ogni mattina e questo la rende felice, ben cosciente che i ragazzi a quell’età non si farebbero molti scrupoli a ridicolizzare gli altri compagni.

La scelta della Scuola Superiore da frequentare non è stata semplice per lei. Avrebbe voluto seguire la sua passione per il disegno e frequentare il Liceo Artistico, ma dubbi e i timori riguardo a cosa avrebbe potuto fare dopo quel tipo di scuola, la fanno optare per una scuola meno creativa, ma vista in maniera più concreta. Sceglie così il Liceo Classico.

Gli anni del Liceo passano velocemente, è qui che incontra Matilde, un’altra “Donna di Crema”, con cui dopo essersi perse di vista per alcuni anni, ritrovano la loro amicizia.

L’inizio del lavoro

Gli anni dopo la maturità sono abbastanza sereni e Martina decide iniziare a lavorare presso l’attività di un suo parente. E’ sistemazione molto lunga, visto che passano sei anni prima che prenda la decisione di porre fine a quel tipo di lavoro.

All’inizio, e per i primi anni, è un lavoro che le piace, poi pian piano inizia a far fatica a doverlo svolgere. Quella lunga parentesi della sua vita le è servita per imparare moltissime cose a livello lavorativo, per crescere come persona e a superare la sua timidezza. Il fatto di aver a che fare con le persone l’ha aiutata ad affrontare il suo carattere riservato.

Molti fattori però, come ad esempio il fatto di non aver prospettive di crescita a livello lavorativo, hanno iniziato a pesarle.

Il momento di cambiare

A ventisette anni sente che vuole cambiare qualcosa. L’insoddisfazione aveva ormai preso il sopravvento e una frase pronunciata da una persona a lei molto vicina durante un confronto le ha dato l’input per la svolta. Si sente dire che ormai è “troppo vecchia per cambiare”.

Per Martina è una doccia gelata, ma allo stesso tempo è la spinta di cui aveva bisogno per uscire da quella situazione di stallo in cui si sentiva da tanto tempo. Si rende conto che per il suo bene deve cercare la sua strada.

Viene chiamata da un’agenzia interinale per un lavoro di tutt’altro genere, prende la decisione istintiva di mollare il lavoro e buttarsi in quella nuova occasione, anche se questo comporta tensioni in famiglia e critiche, ad eccezione di sua madre, che la supporta.

Si rende presto conto che non è il lavoro che fa per lei, ma le è servito comunque per prendere quella decisione difficile di cui aveva bisogno. Il caso vuole che in quel posto di lavoro conosca il suo attuale fidanzato, segno che a volte la vita riserva delle sorprese inaspettate nei luoghi più impensabili, a chi ha il coraggio di cambiare rotta.

Una nuova vita

Nel 2019 si iscrive alla Facoltà di Lettere per costruire il suo futuro e riprendere la strada che aveva iniziato al Liceo Classico.

Dopo aver sofferto inizia a vivere la sua vita.

Si divide tra l’Università e la pittura, che coltiva come hobby dipingendo con gli acquerelli. Inoltre, da un anno a questa parte si occupa con entusiasmo delle attività di comunicazione e social di una nota Enoteca di Crema.

Recentemente è entrata a far parte di un’Associazione culturale che organizza eventi importanti a livello locale e per lei è un ulteriore stimolo per vivere la vita cittadina, conoscere persone e contribuire al diffondere della cultura.

Martina è la dimostrazione che nella vita non sempre le cose vanno come uno vorrebbe, ma arriva un certo momento in cui dobbiamo decidere cosa fare della nostra vita. Prendere in mano le redini della nostra vita anche se questo vuol dire andare contro ciò che gli altri pensano sia il meglio per noi. Vivere la nostra vita e non quella degli altri, (o quella che gli altri si aspettano da noi), credo sia l’insegnamento più grande che la storia di Martina ci può dare.

Riguardo a Crema

Ciò che ama di Crema è la sua dimensione, raccolta ma in cui ritrova quello di cui ha bisogno. Ama spostarsi col monopattino e lasciare a casa l’auto appena è possibile, per potersi muovere agilmente e senza inquinare. Ha un po’ il rammarico di aver visto, negli ultimi anni, una forte cementificazione, soprattutto nella zona in cui vive.

Le piacerebbe poter avere più verde attorno dove potersi rigenerare e dove poter correre in sicurezza. Si rende conto che negli anni più recenti ci sia stato un incremento di eventi, ma che si possa fare ancora tanto per la cultura e l’arte nella nostra cittadina. Coinvolgendo nuove figure e portando un po’ di novità.

Il Parco Bonaldi a Crema (Cr), il luogo scelto da Martina per il suo ritratto per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

Martina e la fotografia

Ama la capacità della fotografia di creare ricordi e di poterli conservare, ed è incuriosita da ciò che la fotografia significa. All’Università ha avuto l’occasione di studiare Estetica, materia grazie alla quale ha potuto approfondire il tema del passaggio dalla Pittura alla Fotografia, scovandovi nuovi spunti di riflessione.

Un discorso diverso, quando si trova ad essere lei davanti alla macchina fotografica: non ama particolarmente farsi fotografare perché tende a vedere quelli che lei reputa dei difetti, ma col tempo ha imparato ad accettare la cosa e a voler comunque conservare il ricordo di quel momento.

Per partecipare al progetto “Donne di Crema”

Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.

Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.

Se il progetto “Donne di Crema” ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo

Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.

Il progetto “Donne di Crema”

“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.

Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.

Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).

Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.

Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.

La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.

In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.

Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.


Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.

Per vedere i ritratti delle Donne di Crema che hanno già partecipato, puoi visitare questa pagina.


Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!

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