Donne di Crema: il ritratto di Chiara

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Donne di Crema procede verso l’obiettivo finale e attraverso la storia di oggi, scopriamo Chiara, una donna dalla forte tenacia che ha profuso molto impegno per poter seguire la sua passione per il trucco professionale, facendolo diventare una professione.

Come ogni lavoro creativo porta in sé un fattore di rischio per la sua instabilità economica, ma Chiara ha saputo conciliare lavoro e passione portandoli avanti entrambi per poter raggiungere un equilibrio che le doni sicurezza.

L’incontro

L’infanzia di Chiara è stata felice e spensierata, già contraddistinta dalla sua forte creatività che la vedeva sempre intenta a creare e sperimentare con i colori, a volte anche qualche “pasticcio” a detta sua.

Per otto estati, quando era piccola, ha seguito dei corsi di ricamo. A differenza dei suoi coetanei che passavano le estati a giocare, lei si impegnava molto in quella attività che trovava molto rilassante ma al tempo stesso soddisfacente nel momento in cui vedeva nascere qualcosa dalla tela bianca.

Il ritratto di Chiara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Chiara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La storia di Chiara

Le è sempre piaciuto sperimentare e non solo in ambito artistico ma anche nello sport, mettendosi alla prova in vari ambiti tra cui pallavolo, calcio e tennis.

Si ritiene fortunata per aver avuto una famiglia presente, attenta a lei e a suo fratello. È sempre stata una “brava ragazza” e non ha mai avuto problemi a rispettare le regole date in famiglia. I suoi genitori hanno educato i figli, dando loro la libertà e l’apertura che si meritavano, ma al tempo stesso dando loro delle regole da rispettare. Dando fiducia ai loro figli e aspettandosi altrettanta fiducia in cambio, creando un rapporto chiaro e rispettoso.

La scelta della Scuola Superiore

Gli anni trascorrono sereni e arriva per lei il momento della scelta della Scuola Superiore che la vede iscritta al Liceo Scientifico e Tecnologico e poi a Tecnologia alimentare all’Itis.

Dal canto suo avrebbe voluto frequentare il Liceo Artistico per incanalare la sua creatività, ma in quegli anni gli stereotipi su quel tipo di scuola erano ancora tanti ed era vista come una scuola che non avrebbe dato degli sbocchi lavorativi.

Per questo motivo, Chiara, decide di dar retta ai suoi genitori e intraprende la strada scientifica vista come una scelta che le potesse aprire più facilmente le porte del mondo lavorativo.

Sia lei che suo fratello vengono cresciuti dai genitori con una forte responsabilità del guadagnarsi le cose e il valore dei soldi, ed è proprio durante gli anni delle Superiori che Chiara inizia a fare i primi lavori pomeridiani e serali in negozi e bar del centro per potersi togliere qualche sfizio.

“Non ci è mai mancato nulla, ma per le cose superflue era anche giusto renderci autonomi e guadagnarcele.”

Chiara

“Non mi è mai pesato lavorare, anzi, mi piaceva molto, non mi sono mai sentita obbligata. Facevo quei lavoretti giusto per potermi permettere quegli sfizi superflui, come poteva essere una ricarica telefonica o una borsa.”

Chiara

La passione per i cosmetici

Fin da bambina Chiara ha una passione per i cosmetici che la incuriosiscono molto.

“Ho sempre avuto la passione del make up perché mia mamma quando faceva la rappresentante di una nota marca di prodotti di bellezza. A casa nostra c’erano sempre i cosmetici, e io di nascosto da mia madre, amavo provare i rossetti e gli ombretti.”

Chiara

Questa sua grande curiosità e passione per i cosmetici la porta a inviare molti curriculum al termine delle Scuole Superiori. Uno di questi curriculum giunge in una piccola ditta di cosmetici in un paese alle porte di Crema e per Chiara è la prima occasione per entrare in quel mondo.

Inizia a fare la colorista e il tecnico di laboratorio e da lì inizia per lei una vera e propria full immersione nel mondo dei trucchi.

“C’erano i colori che amavo e avevo la possibilità di sperimentare nuove formule dove potevo metterci anche del mio.”

Chiara

È il primo passo per Chiara in quell’ambito in cui lavora ormai da sedici anni.

Sente che le manca qualcosa

Dopo alcuni anni, si rende conto che svolgere solo il lavoro come colorista non le basta più per la sua forte passione per il trucco e sente che è arrivato il momento di fare qualcosa in tal senso.

Ancora una volta il senso di responsabilità e l’educazione ricevuta non le permettono di fare il salto nel buio mollando il posto fisso per un lavoro incerto e poco sicuro.

Riesce a trovare una scuola a Milano che organizza corsi di trucco professionale, la domenica, ed è per Chiara l’occasione perfetta per poter conciliare il lavoro fisso durante la settimana, con i corsi legati alla sua passione, nel giorno di riposo.

Un impegno notevole che dura per sei mesi ma che la vede conquistare il traguardo della certificazione come make up artist.

Da quel momento inizia a collaborare con fotografi e gruppi fotografici per sperimentare sul campo quella che fino a quel momento era stata solo una passione.

Quei primi test sono per lei un grande bagaglio di esperienza per poter imparare a lavorare su un set fotografico e sopporta il fatto che all’inizio sono collaborazioni non retribuite.

Una grande tenacia

Si riconosce la forte tenacia nel non mollare nonostante l’impegno di conciliare il lavoro fisso e la passione, ma anche per il fatto di sacrificare i momenti che potevano essere di svago e riposo, in favore di collaborazioni non retribuite.

“Serve tanta tenacia per non mollare, perché si deve investire molto in termini di tempo e fatica e soprattutto all’inizio ci si impegna senza il giusto riscontro economico. Bisogna stringere i denti e andare avanti se è il proprio sogno, anche quando le persone accanto non capiscono il senso del tuo impegno, visto quanto c’è da sacrificare.”

Chiara

“Sei tu a decidere cosa sacrificare e cosa portare avanti. Non mi pento di aver perso certe persone strada facendo, perché mi rendo conto che sia una selezione naturale che avviene per tutti. È molto faticoso, ma non bisogna mai mollare il colpo. Se molli il colpo è perché non credi abbastanza in ciò che stai facendo. È giusto credere in se stessi e darsi la giusta importanza.”

Chiara

Per lei è sempre stato importante fare la gavetta ed è riuscita a tenere duro, nonostante alcune persone accanto a lei non riuscissero a capire fino in fondo perché accettasse di lavorare gratuitamente, forte del sostegno della sua famiglia che l’ha sempre supportata.

Un nuovo cambio lavorativo

Dopo alcuni anni in azienda, ha la possibilità di cambiare luogo di lavoro e passa a lavorare con un’azienda cosmetica a Bergamo, facendo la pendolare quotidianamente. Nonostante i ritmi è un grande stimolo questo cambio lavorativo perché entra nell’ufficio creativo, dove può creare ancora di più per il brand dell’azienda.

Ha la possibilità di sperimentare e capire, una volta immesso il prodotto sul mercato, se piace o meno alle clienti. Un rapporto molto diverso rispetto al lavoro precedente dove l’azienda produceva per conto terzi.

Sente maggior responsabilità e maggior stimolo per poter mettere la sua creatività nel processo aziendale.

È stato un anno tosto per via della distanza da coprire quotidianamente perché ha sempre preferito rimanere a vivere a Crema.

“Sono sempre stata troppo legata a Crema per pensare di trasferirmi a Bergamo, anche se sarei stata molto più comoda. A Crema ho tutto: ho la famiglia, gli amici, non ho mai preso in considerazione l’ipotesi di trasferirmi.”

Chiara

Una nuova occasione

È durante l’anno di lavoro a Bergamo che esce il bando per l’Accademia della Scala a Milano. È un bando a numero chiuso molto stretto, ma che apre le porte ad un anno accademico con la possibilità di lavorare alla Scala.

Chiara si butta anche se si rende conto che non sia facile visto il numero ristretto di posti disponibili. Con sua grande soddisfazione riesce ad entrare e decide di mollare il lavoro a Bergamo, per quanto fosse un lavoro che le piaceva e che trovava molto stimolante, ma che era anche molto stressante per via del ritmo troppo frenetico con cui si lavorava.

L’anno in Accademia segna per lei l’inizio del suo percorso effettivo nel mondo del make up professionale, in cui alterna gli studi ai lavori come freelance nel settore.

Il periodo formativo è intenso perché segna anche un po’ una rottura con ciò che aveva sempre studiato e realizzato, passando da un trucco leggero e preciso ad un trucco molto marcato, pensato apposta per il teatro. Questo, se da un lato stravolge le sue abitudini e i suoi punti fermi, dall’altro le apre nuove strade e nuove visioni nella sperimentazione.

“All’inizio non è stato facile uscire dalla mia comfort zone, facevo fatica ad accettare il nuovo, ma poi mi è servita molto perché la mia parte creativa ha avuto la possibilità di crescere ulteriormente.”

Chiara

Il mondo degli eventi per beneficenza

È durante questo periodo che inizia a lavorare anche nel campo degli eventi. Grazie alla collaborazione di una modella con cui aveva già lavorato, decide di ideare una sfilata di beneficenza in zona Milano.

Si mette alla ricerca di stilisti, tramite i social network ed è qui che conosce Andrea, uno stilista con cui collabora tutt’ora e con cui è nata una grande amicizia. La sfilata ottiene un buon successo e in quell’occasione conosce anche Vera, la moglie di Andrea (anche lei una Donna di Crema).

Entusiasti della collaborazione andata molto bene, pensano di replicare l’evento anche a Crema, essendo tutti e tre attivi a livello locale.

Non si limitano a organizzare una sfilata, perché il loro intento è quello di contribuire a livello sociale e quindi, forti del fatto che Andrea e Vera già sono attivi in ambito sociale, decidono di prendere accordi con l’Anffas e coinvolgere i ragazzi stessi della struttura, come “modelli per un giorno” e farli sfilare insieme alle modelle.

Una grande esperienza a livello personale

Un’esperienza incredibile che riscuote un grande successo e che dà loro la soddisfazione personale di esser riusciti ad organizzare un evento di questo genere che finora non era mai stato fatto a Crema. A livello personale è stata una gioia immensa poter coinvolgere i ragazzi che con la loro spontaneità e simpatia hanno conquistato il cuore di Chiara e di tutti i presenti.

Diventa per loro un appuntamento fisso da replicare ogni anno e nel tempo si rendono conto che a livello burocratico serve una struttura che li rappresenti e questo li porta a creare la loro Associazione di eventi per beneficenza.

È per Chiara, oltre che per Vera ed Andrea, un’occasione in cui poter esprimere la propria creatività ai massimi livelli perché nell’organizzare un evento deve seguire vari aspetti che esulano anche dal make up.

L’importanza della collaborazione e dell’ascolto

Per il carattere di Chiara lavorare in un ambito artistico così competitivo come quello del trucco professionale, all’inizio, la faceva un po’ sentire in difficoltà, per il timore del confronto, ma per sua fortuna ha scoperto anche l’aspetto collaborativo di tale ambiente.

Il confronto è diventato un motivo di crescita per migliorarsi continuamente e grazie al suo buon carattere e alla sua voglia di creare legami con le persone, è riuscita ad andare oltre l’aspetto della concorrenza, cercando di instaurare rapporti di stima e fiducia con altre truccatrici. Questo l’ha portata nel tempo ad avere dei contatti utili da chiamare in caso di necessità.

La sua capacità di approcciarsi agli altri esce molto nel settore delle spose, in cui la predisposizione all’ascolto è fondamentale. Ama poter mettere a disposizione delle spose la sua professionalità per cercare di realizzare il trucco da loro desiderato per far sì che si sentano bellissime e a loro agio in un giorno importante come quello del matrimonio.

Un mestiere non facile

Chiara per quanto abbia una forte passione per il suo lavoro da make up artist si rende conto che vivere solo tramite esso sia davvero difficile perché non le permette di avere un equilibrio economico.

“Lavorare come make up artist freelance è molto duro, perché c’è tanta concorrenza e le tariffe non sono molto alte. Mi giostravo tra i teatri, i servizi fotografici sul set e il trucco per le spose. Mi piaceva molto, ma a livello economico non era facile da sostenere.”

Chiara

Decide così di ributtarsi nel mondo della cosmetica come colorista e formulatore, portando in azienda un valore aggiunto, grazie alla sua esperienza da make up artist e continuando a fare i lavori come truccatrice nei momenti liberi.

Fare la truccatrice professionista richiede un forte impegno anche in termini di orari e di trasferte. Nel tempo le è capitato di dover sacrificare alcuni aspetti della vita personale in favore del lavoro, perché dovendo lavorare spesso nel weekend le è capitato di non esser completamente compresa da certe persone che considerava amiche.

“È una normale selezione che avviene nel tempo. Ho sempre avuto molti amici, col passare del tempo la cerchia di amici si è un po’ ristretta, come è giusto che sia. Con le persone che tengono veramente a te, anche se per mesi non ci si vede, basta una chiamata per ritrovarsi.”

Chiara

Lavorando molto con i social network le è capitato che dall’esterno alcune persone avessero una visione un po’ distorta del suo lavoro, una visione idilliaca, ben diversa dalla realtà, che comporta sacrificio e fatica. Questo le dà da pensare su quanto le due realtà (reale e social) possano essere distanti tra loro e quanto certe persone credano alla versione social della vita degli altri. A volte avvicinandosi solo per conoscere qualcuno che fa cose di un certo livello.

Riguardo a Crema

Non ha mai preso in considerazione l’idea di vivere da altre parti, è come se sentisse un cordone ombelicale che la riporta sempre a Crema, il luogo che sente più suo e dove ha la famiglia e gli amici.

È sempre stata molto legata alla sua città fin da bambina in cui la viveva insieme alla sua famiglia nelle tradizionali “vasche” in centro e in ogni fase successiva della sua vita dall’adolescenza all’età adulta. Ha sempre vissuto molto la città passandoci ogni momento libero che aveva. Dalle sue parole si sente tutto l’amore che prova per Crema e proprio per questo la vorrebbe vedere ancora più aperta a tutti, anziché vedere coinvolte spesso le stesse persone.

Per il suo ritratto sceglie un punto focale della città che per lei rappresenta anche la nascita dell’Associazione che condivide con Vera e Andrea e con cui portano avanti progetti nel sociale: i Chiostri del Centro Culturale S. Agostino. All’inizio della sua carriera da truccatrice l’essere in una piccola realtà le ha un po’ remato contro, perché la figura della make up artist non era ancora così riconosciuta. Col tempo, grazie al passaparola, è diventato al contrario un punto di forza.

Il Centro Culturale S. Agostino a Crema (Cr), il luogo scelto da Chiara per il suo ritratto per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli
Il Centro Culturale S. Agostino a Crema (Cr), il luogo scelto da Chiara per il suo ritratto per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

Chiara e la fotografia

A Chiara, essere fotografata piace soprattutto quando non se ne accorge ed è intenta a fare altro, come per esempio le piace rivedersi nelle foto nel dietro le quinte dei servizi fotografici mentre è intenta a truccare qualcuna.

Le piace vedere la sua espressione concentrata e quel tipo di scatti le appaiono quasi “magici”. Non ama invece mettersi in posa perché si ritiene un po’ difficile nel piacersi in foto, anche se è meno intransigente quando vede un bel sorriso colto all’improvviso.

Al contrario le piace molto sperimentare con la macchina fotografica e le piace anche uscire da sola con la fotocamera al collo, per cogliere momenti.


Per partecipare al progetto “Donne di Crema”

Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.

Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.

Se il progetto “Donne di Crema” ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo

Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.

Il progetto “Donne di Crema”

“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.

Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.

Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).

Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.

Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.

La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.

In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.

Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.


Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.

Per vedere i ritratti delle Donne di Crema che hanno già partecipato, puoi visitare questa pagina.

Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!

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