“Donne di Crema” procede alla grande e anche oggi mi fa scoprire la storia di una donna davvero in gamba. Sabina mi accoglie virtualmente col sorriso e fin da subito è piacevole ascoltarla per via del suo modo calmo e ironico di raccontarsi.
L’incontro
Da un lato c’è una Sabina impegnata e decisa, quando mi racconta del suo mondo lavorativo e dall’altro una Sabina dolce, sensibile, che ha saputo ascoltarsi per rinascere, di quando mi racconta della sua vita e delle sue passioni artistiche.
La storia di Sabina
Nasce in una famiglia molto unita, formata da un papà milanese, una mamma siciliana e una sorella. Sua madre a 7 anni si trasferisce da un paesino vicino a Palermo a Milano, dove da adulta conosce il futuro marito.
Sabina vive i primi 10 anni di vita, a Milano, ma viene staccata drasticamente dalle sue amicizie e dai suo luoghi, perché i suoi genitori si rendono conto che Milano in quegli anni (fine anni ‘70 inizio anni ‘80) non è sicura. Sono anni violenti, per ben due volte a suo padre viene incendiata l’azienda, uccidendo pure il loro cane.
L’uomo decide così di ripartire da zero, con una nuova attività lavorativa, in un altro luogo, un paese alle porte di Crema. E’ un cambio drastico passare dalla città ad un paese così piccolo di campagna, dove gli spazi sono enormi, odori ovunque tipici della campagna, allergie di ogni tipo a cui non sono abituati.
Un nuovo inizio
Sabina, si integra molto bene nella vita del paese, anche se inizialmente alle Scuole Medie non è stato facile per lei, perché viene vista come “quella che arriva dalla città”.
Riesce a entrare in sintonia con una sua compagna di classe, con cui crea una bella amicizia e insieme decidono di andare a fare il Liceo Classico. Sin da subito passano i pomeriggi insieme a studiare e la loro amicizia si stringe sempre più. Condividono molti interessi, e hanno la fortuna che i loro genitori le fanno viaggiare parecchio e insieme scoprono quasi tutta l’Europa.
Con la famiglia, hanno una sorta di rito: passare il Natale a Berlino dove assistono all’evoluzione della città prima divisa in due, e la differenza incredibile tra Berlino Est e Berlino Ovest. E’ grata ai suoi genitori che l’hanno sempre portata a visitare città europee e nuove culture.
Gli studi
Gli anni del Liceo Classico li ricorda divisi tra sport e studio. Questo impegno costante aveva come rovescio della medaglia il fatto che, arrivando dal paese, al termine delle lezioni tornava a casa per frequentare gli allenamenti di pallavolo, e non aveva quindi la possibilità di frequentare i suoi compagni di classe.
Al termine del Liceo decide di andare all’Università, cambiando totalmente indirizzo, passando dal Classico e dalle materie umanistiche alla facoltà di Biologia per inseguire il suo sogno di diventare biologa marina.
Frequenta tre anni la facoltà, ma non porta a termine il percorso di studi perché inizia a non sentirsi adatta a quel mondo, lo trova lento nei ritmi universitari, con tempi lunghi tra un esame e l’altro. Sente sempre più forte l’esigenza di rendersi indipendente dai genitori che l’hanno sempre sostenuta e aiutata in tutto. Senza dir loro nulla inizia a lavorare come segretaria in un’azienda.
L’entrata nel mondo del lavoro
Non ha nessuna esperienza per quel lavoro, ma fin dal colloquio mostra la sua voglia di imparare in fretta e viene presa. Comunica ai suoi genitori di avere un lavoro solo nel momento in cui riceve la sua prima busta paga.
Lavora in un’azienda che si occupa di marketing e commercio, portando aziende straniere in Italia nella grande distribuzione nel settore del bricolage.
Un anno dopo da segretaria la passano alla vendita e qui scopre la sua grande passione per tale mansione e tutt’ora si occupa di questo.
Un’azienda attenta alle donne
Da una ventina d’anni lavora nella sua attuale azienda, di origine francese. Ci tiene a specificarne la nazionalità perché è in questa azienda che ha trovato una grande apertura mentale nei confronti delle donne. Non si è mai sentita discriminata né tanto meno ha avuto difficoltà a rivestire ruoli di responsabilità o nel momento della gravidanza.
Ha avuto le stesse possibilità dei colleghi maschi, dimostrando il suo impegno, la sua voglia di imparare e di migliorarsi conquistando la fiducia del suo capo e ciò le ha permesso di realizzarsi nel suo lavoro.
Per far capire quanto in questa azienda tengano conto delle esigenze delle donne, mi specifica che a novembre le propongono un ruolo di responsabilità (direzione della filiale italiana), nonostante lei a febbraio avrebbe partorito.
Lavoro e gravidanza
Non ha avuto problemi a conciliare il lavoro e il periodo di gravidanza. Il rovescio della medaglia è che quando suo figlio aveva tre mesi è rientrata al lavoro e ha ripreso a viaggiare, perché si è resa conto che per il ruolo che rivestiva non poteva assentarsi troppo a lungo.
Questo le crea grandi difficoltà a stare lontana dal suo bambino. Ricorda che si è dovuta assentare per una settimana di trasferta in Grecia per lavoro, e le notti le passava a piangere per poi tutte le mattine celare i segni delle notti insonni e del pianto con il trucco.
Al termine di quella settimana, ha fatto ritorno dal suo bambino, ricorda bene la gioia nel rivederlo e vederlo sorridere felice di rivedere la sua mamma è stato impagabile.
La libertà di gestire i propri tempi
Da come ne parla, capisco che Sabina ama molto il suo lavoro e la rende felice, e da alcuni anni ha iniziato a lavorare da casa, avendo così la libertà di gestire i suoi tempi. Si rende conto di essere fortunata perché il suo capo le ha sempre detto “Non devi portarmi ore, ma i risultati”, mostrando una grande mentalità da leader.
Dal canto suo Sabina sa gestirsi molto bene e apprezza molto questo stile di vita che le permette di potersi occupare anche del figlio tredicenne, prendendosi la libertà di poterlo accompagnare dove e quando serve.
È una donna tosta, Sabina, limpida e senza filtri e queste sue qualità le ha portate nel suo lavoro. Fin da subito col suo capo ha avuto un dialogo aperto e non si è mai fatta mettere i piedi in testa, ma ha sempre preferito parlare apertamente con lui e se sentiva che in quel momento lui era troppo nervoso per altri motivi, preferiva dargli tempo di calmarsi per poi riprendere più serenamente la conversazione.
Ha sempre preteso rispetto nei suoi confronti anche in quei casi in cui commetteva degli errori nel lavoro. Il suo capo, dal canto suo, ha dimostrato di esser una persona a modo con cui poter avere un dialogo.
Attenzione per l’ambiente
E’ molto orgogliosa della sua azienda perché oltre al fatto di essere attenta a livello umano è molto attenta anche all’ambiente, tema per lei molto importante.
Producendo colori mi racconta che stanno realizzando delle pitture ecologiche a partire dalle alghe della Bretagna, oltre ad aver lanciato l’anno scorso, sul mercato mondiale, una pittura fatta al 50% con materia riciclata (polvere di ostriche e una resina che si recupera dai parabrezza delle auto).
Inoltre, due anni fa, per Natale, l’azienda ha regalato cinquanta alberi a ciascuno dei suoi 750 dipendenti piantandoli in varie zone della Francia ma anche in Italia, per compensare il degrado di certe aree e per offrire alle città un polmone d’ossigeno.
La lotta contro le discriminazioni di genere
Un altro fattore per lei motivo di orgoglio di lavorare in quell’azienda è che il suo capo ha, nel corso degli anni, posto in ruoli di comando e di responsabilità, sempre più donne.
Per lei il tema delle donne è un’altra tematica fondamentale: la lotta contro le discriminazioni è un tema molto caldo sui cui bisogna fare ancora tanto. Ecco perché vedere il rispetto che la sua azienda mostra nei confronti delle donne è per lei un motivo di orgoglio di far pare di quell’azienda.
In Africa, per esempio, hanno dato la possibilità a molte donne di poter lavorare nell’industria, sono riusciti a dar loro una dignità, un lavoro che fornisse loro uno stipendio per potersi occupare della propria famiglia. Ciò che hanno fatto è stato quello di aprire un’attività e creare il lavoro per loro, direttamente nel loro villaggio, senza allontanarle dalle loro famiglie.
Una donna felice delle sue conquiste
E’ una donna soddisfatta di ciò che ha conquistato e si riconosce il merito di aver la faccia tosta per far fronte alle difficoltà che incontra, come può essere il parlare in inglese che riconosce non esser perfetto (a differenza del francese che padroneggia molto bene), non si lascia fermare ma ci prova lo stesso e si butta.
Così è stato con il corso di teatro in cui l’ha coinvolta la sua amica Alessia. Non aveva nessuna esperienza ma si è trovata subito a suo agio, probabilmente perché per lavoro è sempre stata abituata a parlare in pubblico. Col teatro ha avuto la possibilità di entrare in una realtà più artistica e culturale.
La passione per la pittura
Questa è la parte creativa di Sabina, che oltre ad essere molto impegnata nel suo lavoro, dedica del tempo a coltivare le sue passioni, tra cui appunto il teatro, la lettura e la pittura.
Per lei la pittura è un modo di esprimere le sue emozioni, positive e negative. Nel lockdown del 2020 ha dipinto molto, riscoprendo il ritmo della lentezza, lei che è sempre stata vulcanica e piena di cose da fare.
Aveva sempre cercato di occupare il tempo con tante cose da fare, per non fermarsi a pensare. Durante il lockdown dove il fermo è stato totale, si ritrova ad affrontare la separazione dal marito avvenuta poco tempo prima, un cambiamento di vita insieme a suo figlio e ha iniziato ad ascoltarsi e a buttare fuori le sue emozioni attraverso la pittura.
La sua vena artistica, la eredita dalla sua famiglia: suo padre dipinge e costruisce cose, sua sorella ha frequentato scenografia ed è una grande creativa fin da bambina quando creava i primi rudimentali scenari con cartoncini e colla.
La collaborazione femminile
Anche Sabina, da bambina, disegnava ma la passione è uscita anni dopo durante un corso di pittura, in cui la collaborazione con le altre donne del gruppo le ha fatto sentire nuovamente quella voglia di esprimersi col colore.
E’ sempre stata una donna molto indipendente, ha sempre contato su di sé, non sentiva il bisogno dell’aiuto di nessuno, preferendo fare sempre tutto da sola, per via anche di delusioni provate in alcune amicizie femminili.
Essendo sempre stata molto sensibile, si è resa conto che tante persone se ne approfittavano.
La riscoperta dell’amicizia femminile
Negli ultimi anni, durante una fase di cambiamento di se stessa, ha iniziato a sentire dentro di sé, la voglia di riscoprire l’amicizia femminile e si è accorta che se ascoltava il suo cuore e non la testa avrebbe potuto trovare delle vere amicizie.
Sabina oggi ha lo sguardo di una donna determinata, che ha passato la paura e il terrore e che adesso è rinata.
Ma ricorda molto bene, anni fa, le parole della sua cara amica Alessia: “Sembri sempre perfetta, sembra che riesci sempre a fare qualsiasi cosa, non ti sembra un po’ troppo? Non ti sembra troppo pesante questa situazione?”
La vera Sabina
Per Sabina è stato illuminante. Lì ha capito quanto l’amica le volesse bene al punto da avere il coraggio di farle delle domande così scomode. Per Sabina è come ricevere uno schiaffo in pieno viso, perché le fa aprire gli occhi. Da qui ha iniziato ad aprirsi, a confidarsi e a parlare della Sabina reale, piena di dubbi e paure e in una fase di profondo cambiamento.
Inizia ad aprirsi alle amicizie con le altre donne, scopre una nuova amica in Claudia, la mamma di un compagno di scuola di suo figlio. Una donna che ha sofferto molto e che incontra Sabina proprio in un momento molto difficile in seguito all’abbandono del marito.
Creano fin da subito una fortissima amicizia.
Sempre grazie a suo figlio, conosce anche Alessia, perché i loro figli vanno alla Scuola Materna insieme. Nonostante all’inizio sembrano molto diverse, col tempo passato alle feste di compleanno dei bimbi e le partite di calcio, diventano grandi amiche.
“Per come sono io, le amicizie non le tengo per me, ma le condivido”
Sabina
Ama far conoscere le sue amiche tra loro e creare nuove amicizie e nuovi legami, perché quando trova il bello, le piace condividerlo con le altre persone, mostrando un cuore sensibile e aperto agli altri.
Riguardo a Crema
Per lei Crema è una città magica. Quando è nato suo figlio viveva in centro città e ricorda quei primi mesi con la carrozzina, in giro a piedi ad esplorare la città. Le piaceva osservare ogni dettaglio e uno di questi era notare i portoni dei palazzi. Le volte che li vedeva aperta, vi guardava dentro e scopriva dei mondi bellissimi, delle realtà, dei giardini nascosti meravigliosi.
“Crema quando vuole si mostra, e ci dona il suo lato segreto.”
Ama esplorarla di notte, silenziosa, è una città che non le fa paura, anzi, la fa sentire tranquilla, e le luci aiutano a scovare posti e dettagli che durante il giorno non si notano.
Un’altra cosa che ama e che ha scoperto nel passato lockdown è la solidarietà fatta da donne: tramite un’associazione ha contribuito a raccogliere cibo a chi ne aveva bisogno o anche solo donare una torta ai vigili del fuoco. Con quello che potevano, si sono rimboccate le maniche e hanno contribuito ad aiutare gli altri.
Sabina e la fotografia
Le piace molto fotografare, anche se ammette di non aver molta pazienza nell’aspettare le condizioni ideali di luce, ma preferisce cogliere il momento e il gesto inatteso della persona che ha davanti. Da bambina, ricorda che aiutava il padre, molto bravo nel fare foto, in camera oscura e per lei era un grande divertimento.
Davanti all’obiettivo, non si vede mai come è realmente. Quando guarda le foto delle altre donne le trova bellissime, vede in loro una bellezza data, non dalla parte esteriore, ma da ciò che hanno dentro.
Per partecipare al progetto “Donne di Crema”
Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.
Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.
Se il progetto “Donne di Crema” ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo
Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.
Il progetto “Donne di Crema”
“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.
Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.
Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).
Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.
Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.
La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.
In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.
Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.
Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.
Per vedere i ritratti delle Donne di Crema che hanno già partecipato, puoi visitare questa pagina.
Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!
Un commento su “Donne di Crema: il ritratto di Sabina”