Donne di Crema a Palazzo Zurla De Poli

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Come già scritto nel precedente articolo dedicato all’esposizione alla Proloco, il mese di Settembre è stato denso di novità e di occasioni per far conoscere il progetto “Donne di Crema”.

Oltre all’esposizione in Proloco, ho avuto l’opportunità di esporre anche presso il Palazzo Zurla De Poli a Crema. Se ancora non lo conoscete, vi consiglio di prenotare una visita guidata per scoprire la bellezza di questa dimora storica a due passi dalla Piazza Duomo di Crema.

Donne di Crema esposte nel salone affrescato di Palazzo Zurla De Poli a Crema (Cr)
Donne di Crema esposte nel salone affrescato di Palazzo Zurla De Poli a Crema (Cr)

Palazzo Zurla De Poli, un tesoro nascosto

Ciò che colpisce subito, appena entrati dal portone in legno che si affaccia sulla via Tadini (al civico 2), è il meraviglioso giardino all’italiana che vi accoglie e subito vi trasporta in un’altra epoca.

Se ne avete l’occasione, visitatelo al tramonto, la luce calda del sole accarezza le punte delle piante e dona al tutto un’atmosfera magica.

La seconda cosa che vi lascerà letteralmente a bocca aperta è il varcare la soglia del Palazzo. Salite le scale, vi si apriranno le porte del salone principale e non potrete far altro che spalancare gli occhi ed esclamare “Wow!” alzando gli occhi sul soffitto affrescato.

In foto si vede la bellezza, ma vi garantisco che dal vivo è di una potenza incredibile.

Ecco perché quando Matilde, nella scorsa primavera mi ha chiesto se volessi esporre da lei, non ho esitato un attimo. Ho subito colto l’occasione per portare le mie “Donne di Crema” in un contesto di così alto pregio.

La progettazione dell’evento

I primi ragionamenti fatti, tra me e Matilde, sono stati a marzo, ma solo a settembre siamo riuscite a realizzare il nostro progetto, a causa degli slittamenti e i limiti dati dalla situazione pandemica.

Quando si partecipa come ospiti ad un evento, non si percepisce quanto lavoro vi possa esser dietro. Ammetto che non avendo mai organizzato eventi, avevo sottostimato tutto l’impegno in termini di energia, lavoro e tempo che invece ha richiesto.

L’entusiasmo a volte ci fa buttare a capofitto nelle imprese, ma solo lavorandoci seriamente si percepisce il volume di cose che non si erano considerate nella giusta misura.

Fortunatamente ho potuto contare sul valido aiuto di Matilde che oltre ad ospitarmi e a preparare le didascalie da affiancare alle fotografie, ha saputo risolvere non pochi problemi in cui siamo incappate strada facendo.

Un evento corale

Ciò che volevo fare era una sorta di piccola anteprima di ciò che vorrei fare per l’evento finale, e cioè, coinvolgere le Donne di Crema come parti attive dell’evento stesso, oltre a esporre i loro ritratti e le loro storie.

Ritengo fondamentale coinvolgere le donne perché questo progetto è fatto da loro e con loro. È frutto della nostra collaborazione e ciò che voglio è mostrare chi sono le donne di oggi e cosa sanno fare, mostrando il loro valore e le loro capacità, ognuna nel proprio campo o nella propria passione.

Questo voleva dire fare una ricerca e una selezione tra chi poteva essere disponibile e interessata a partecipare.

Individuate alcune di loro, e stabilito con esse cosa potevano e volevano fare, non restava che preparare un programma della giornata.

La difficoltà è stata incastrare le esigenze di tutte in termini di orari e spazi. L’idea mia e di Matilde era quella di ambientare l’evento all’aperto, mentre nel salone principale avrebbe preso posto l’esposizione di una selezione di ritratti del progetto.

Gli esterni del Palazzo, data la loro ampiezza si prestavano a poter ospitare più contributi contemporaneamente ma non volevamo creare troppa confusione per il pubblico.

Da qui la scelta di iniziare al mattino con un’offerta di corsi per poi offrire nel pomeriggio delle esibizioni dal vivo.

La stesura del programma della giornata

Presi gli accordi con le partecipanti, il programma si andava via via componendo.

Al mattino abbiamo ospitato, in una parte del giardino, Serena Marangon con il suo En Plein Air di acquerello dedicato ai bambini. Nell’altra ala del giardino una lezione di yoga dedicata alle donne a cura di Monica Carolina Bonetti, all’ombra del faggio secolare.

A questi si è aggiunta la proposta di riservare del tempo anche alla consulenza d’immagine a cura di Eleonora Petrò (EpMood), con cui dialogare con le donne, per far capire loro quanto sia importante prendere consapevolezza di sé per poter acquisire maggiore autostima in noi stesse, valorizzando i propri punti di forza.

Ciò che mi premeva, coinvolgendo Eleonora, era trasmettere un messaggio positivo alle donne, che è quello che cerco di passare anche attraverso la mia fotografia.

Ognuno di noi ha dei punti di forza, ed eventuali parti di noi che ci piacciono meno. L’importante è imparare ad accettarci per come siamo e puntare sui nostri punti di forza, senza focalizzarci e far diventare un problema i nostri punti deboli.

I corsi del pomeriggio

Nel primo pomeriggio Valentina Lazzaro ha tenuto un corso di origami pensato in linea col tema della giornata e cioè il ritratto. La sfida per i piccoli partecipanti era quella di realizzare il proprio ritratto, attraverso le pieghe della carta studiate ad arte, e indicate da Valentina, grande appassionata della tecnica dell’origami.

Approfittando del ritmo lento del dopo pranzo abbiamo collocato un’altra ora di yoga dedicata alle donne, sempre a cura di Monica Carolina Bonetti.

Questo per far sì che le donne potessero prendersi del tempo per sé ed entrare in contatto con la loro parte interiore. Una pausa rigenerante, dalla frenesia quotidiana.

Le esibizioni dal vivo

Dalle 15 del pomeriggio abbiamo dato spazio alle esibizioni dal vivo, partendo con la poesia di Lina Casalini e Franco Maestri. Compagni nella vita e nella poesia, grandi cultori del dialetto e delle tradizioni cremasche hanno saputo incantare il pubblico con la loro delicatezza e la loro conoscenza.

Un cambio generazionale ed ecco Michela Dell’Olio con la sua voce meravigliosa che ha incantato tutti. Persino le persone che passavano fuori dal Palazzo si soffermavano a sbirciare all’interno del cortile, per capire chi avesse una tale grazia nel canto. Tanti brividi durante la sua esibizione, basata su un repertorio composto da pezzi di autrici italiane e straniere, intervallati da alcuni suoi inediti.

Il pubblico la ascoltava rapito, nella bellissima cornice del giardino all’italiana e io sorridevo emozionata per ciò che avevamo creato.

Terminata l’esibizione di Michela, una breve pausa ed ecco entrare in scena la Scuola Danza Chieve che sotto la guida della loro insegnante Elena Bonizzi, ha dato mostra della loro bravura e sulle note emozionanti dei brani scelti da Elena per questa occasione, ci hanno mostrato come poter comunicare con il corpo e il movimento, forti emozioni.

Tra le donne di Crema ci sono alcune grandi appassionate di teatro e recitazione, tra cui Alessia Parolari e Sabina Manchi, due amiche nella vita e sul palco.

Piena disponibilità da parte loro che si sono prestate ad interpretare per noi un brano di prosa di Moliére sempre incentrato sul tema della donna, attuale e interpretato con una chiave ironica che ha saputo strappare qualche sorriso al pubblico attento.

Per concludere questa giornata così ricca, la scelta è stata quella di affidare a Michela Dell’Olio una seconda sessione musicale. La scelta è stata ben apprezzata dai presenti, vista la sua capacità di inchiodare tutti alla sedia, fin dalle prime note suonate.

Donne di Crema e l’arte

In un evento come questo non poteva mancare la parte dedicata all’arte. Per tutta la durata della giornata, i partecipanti hanno potuto apprezzare l’installazione realizzata da Francesca Baldrighi collocata nel giardino del Palazzo e le sculture di Michela Grossi poste sui basamenti storici di fronte all’ingresso del giardino.

L’installazione di Francesca è dedicata all’ambiente e all’importanza di dedicare spazio al mondo animale e vegetale perché, afferma: “Non possiamo essere senza che essi siano”.

Un grazie di cuore va a Michela perché ha pensato e creato due nuove sculture dedicate proprio alle donne di Crema ed è stato un grande onore per noi poterle ammirare da vicino. Per me, in particolare, è stato un piacere immenso sapere che il progetto, e le donne partecipanti, possano aver ispirato Michela nel suo lavoro artistico.

Donne di Crema è: solidarietà e condivisione

Lo spirito del progetto è quello della solidarietà tra donne e della condivisione, di esperienze, conoscenze per far sì di creare una rete di legami tra tutte noi. Ciò che mi ha piacevolmente colpita è stato vedere le donne coinvolte nell’evento far subito conoscenza al mattino e fare gruppo.

Ho visto i loro sorrisi, i loro sguardi e la loro voglia di dare una mano nella buona riuscita della giornata. Ho percepito in loro la voglia di essere lì, di condividere questa esperienza e questa è stata la conferma che la strada che ho scelto è quella giusta.

L’importanza di sostenere la cultura

Non tutto è filato liscio, ma ce la siamo cavata comunque. C’è stato chi si è lamentato del prezzo del biglietto di ingresso e non è entrato, ma questo ci ha permesso di selezionare il pubblico all’interno. Chi c’era è perché realmente ci teneva ad essere lì, ha apprezzato ciò che abbiamo creato e ha capito il motivo del biglietto di ingresso.

All’inizio a Matilde avevo espresso qualche timore sul fatto di mettere un ingresso a pagamento, perché a Crema la maggior parte degli eventi culturali è gratuita e non si è molto avvezzi a pagare per assistere a mostre o eventi.

Purtroppo alla cultura e all’arte non viene riconosciuta la stessa importanza che può avere una serata al cinema o anche solo una serata in pizzeria. Sborsare una cifra per assistere ad uno spettacolo o ad un evento non rientra tra le spese che molte persone sono disposte a sostenere.

È stata una scelta rischiosa e infatti non abbiamo fatto grandi numeri, vuoi anche perché nella stessa giornata c’erano moltissimi eventi in giro per la città, ma non mi pento di aver fatto quella scelta.

È stata una giornata ricca di emozioni, di sorrisi e risate, di momenti coinvolgenti e intensi. Ho sentito di avere accanto persone di cuore e credo che non vi sia cifra che possa ripagare tutto questo.

Tanti i miei ringraziamenti

Ringrazio in primis Matilde: senza di lei nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. La mia “partner in crime” preferita. Una giovane donna piena di cuore e buoni sentimenti che crede fermamente nell’importanza di sostenere e diffondere l’arte e la cultura.

Bravissima nella scrittura e nella comunicazione, pronta a sporcarsi le mani e a occuparsi persino di aspetti che non sarebbero spettati a lei.

Abbiamo fatto mesi di pianificazione quando ancora eravamo in zona rossa, mesi di messaggi vocali, whatsapp e telefonate in cui ci sostenevamo a vicenda visto il periodo difficile che tutta Italia stava vivendo.

Grazie a lei ho avuto l’opportunità di esporre in un luogo meraviglioso, denso di storia e cultura, oltre che di arte. E sempre grazie a lei mi sono messa alla prova ad organizzare questo evento nonostante fosse la prima volta che ci imbarcavamo in una tale impresa. Ho imparato tanto da lei e insieme abbiamo fatto un bel bagaglio di esperienze che ci serviranno senz’altro nel nostro futuro.

Un grazie speciale alla sua famiglia che ci ha aiutate e pure assecondate in questa impresa e ci ha fatto i complimenti a fine giornata per ciò che siamo riuscite ad organizzare partendo da zero ma con tanta voglia di fare.

Grazie alle mie meravigliose Donne di Crema, ogni giorno di più sono grata di aver intrapreso questo percorso che mi ha fatto incrociare le vostre strade. Mi date moltissimo a livello umano e mi sostenete con i vostri messaggi, i vostri sorrisi e la vostra presenza.

Le Donne di Crema partecipanti all’evento

Ringrazio le partecipanti al progetto che hanno condiviso con me e Matilde questa esperienza del 18 settembre (in ordine sparso): Serena Marangon, Michela Grossi, Eleonora Petrò, Monica Carolina Bonetti, Francesca Baldrighi, Valentina Lazzaro, Lina Casalini (e Franco Maestri), Michela Dell’Olio, Elena Bonizzi (e la sua Scuola Danza Chieve), Alessia Parolari e Sabina Manchi.

Un grazie particolare ad Alessia che si è prestata anche a presentare i pezzi di danza e a fine giornata mi ha aiutata pure a smontare la mostra!

Anche a te, Michela Grossi, un grazie speciale per aver dedicato le tue opere alle Donne di Crema e per aver presentato il pezzo recitato di Alessia e Sabina.

Grazie a tutti coloro che hanno preso parte alla giornata, al mio compagno Roberto che è sempre al mio fianco, pronto a sostenermi e ad aiutare quando c’è bisogno.

La stanchezza a fine giornata era altissima, così come l’adrenalina, ma una volta chiuso il portone la malinconia ha preso il sopravvento. Ma non è certo un addio, solo una pausa in cui ricaricare le energie e mentre inizio a organizzare l’evento finale, riprendo finalmente con la raccolta delle ultime storie delle Donne di Crema. Non vedo l’ora di ricominciare!

A presto, Donne!


Le donne di Crema che hanno partecipato all'evento. Nella foto mancano Lina Casalini, Francesca Baldrighi e Stefania Agosti
Le donne di Crema che hanno partecipato all’evento. Nella foto mancano Lina Casalini, Francesca Baldrighi e Stefania Agosti

Il progetto “Donne di Crema”

“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.

Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.

Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).

Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.

Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.

La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.

In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.

Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.


Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.

Per vedere i ritratti delle Donne di Crema che hanno già partecipato, puoi visitare questa pagina.

Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!

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