Perché i ritratti fotografici sono così importanti?

I ritratti fotografici non sono solo immagini archiviate nel tempo, ma veri e propri pezzi di vita che possono riportarci alle emozioni e ai momenti più importanti della nostra storia che costituiscono la nostra memoria visiva. 

Non si tratta solo di ricordare volti e luoghi, ma di sentirci connessi alle nostre esperienze, di rivivere momenti preziosi, e di ritrovare le nostre emozioni. Ecco perché i ritratti fotografici non sono semplici scatti, ma veri e propri ponti verso ciò che siamo stati, e ciò che siamo ancora.

Ritratti di famiglia
Ritratti di famiglia

La mia esperienza

Personalmente, ho vissuto il valore della memoria visiva, veicolata dalla fotografia di ritratti, in modo intenso attraverso l’esperienza con mio padre. Negli ultimi anni, ha iniziato a soffrire di decadimento cognitivo che ha gradualmente reso più difficile per lui riconoscere i volti, anche quelli più cari.

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Perché mi sono allontanata dai social e ora torno alla fotografia di ritratti

Dopo una pausa dai social, ho deciso di tornare alla mia passione: la fotografia di ritratti. Questa esperienza lontana dai social mi ha permesso di riflettere su ciò che veramente amo di questo lavoro: catturare l’autenticità e la bellezza delle persone attraverso l’obiettivo. Ora, con una nuova energia e una prospettiva fresca, sono pronta a offrire ritratti che raccontano storie autentiche, lontane dalle immagini costruite dei social.

Negli ultimi due anni, la mia vita è stata come un vortice che mi ha risucchiato, facendomi sentire come dentro la centrifuga di una lavatrice. Quando ne sono uscita, mi sentivo esausta, svuotata. 

Un mio selfie di un paio di mesi fa, le occhiaie e lo sguardo un po’ stanco, ma il sorriso rimane

Perché mi sono allontanata dai social e dalla fotografia di ritratti

Il motivo per cui mi sono presa una pausa dal blog, dai social e dalla fotografia di ritratti è legato a un mix di eventi che hanno profondamente influenzato sia la mia vita professionale che quella personale.

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10 consigli pratici per mettere a suo agio il soggetto di un ritratto

Mettere a suo agio il soggetto di un ritratto è uno degli aspetti più impegnativi e delicati della fotografia ritrattistica. Da questo aspetto dipende la buona riuscita della nostra sessione fotografica.

Il ritratto è una tipologia di fotografia che appassiona molti fotografi e aspiranti tali. All’apparenza sembra un genere di fotografia semplice, ma nasconde in sé molte difficoltà che non sempre vengono spiegate in corsi e tutorial. In questo articolo ti parlerò di un aspetto molto importante di una sessione fotografica e cioè la parte psicologica che ruota attorno a questo tipo di ripresa, e che ti permetterà di mettere a suo agio il soggetto di un ritratto.

Mettere a proprio agio il soggetto ritratto. Un ritratto naturale di Francesca a cura di Monica Monimix Antonelli
Un ritratto naturale di Francesca (C)Monica Monimix Antonelli

Oltre alla parte psicologica ti darò anche 10 consigli pratici per mettere a suo agio il soggetto di un ritratto, che ti garantiranno la buona riuscita della sessione fotografica. Non mi soffermerò sul discorso dell’attrezzatura, perché mi preme di più spiegarti tutto ciò che spesso non viene affrontato nei tutorial online e nei corsi.

Si parla sempre molto di quale possa essere l’obiettivo perfetto e quali impostazioni tecniche usare per ottenere il ritratto perfetto, ma si tende a tralasciare tutto ciò che coinvolge psicologicamente i due elementi sul set: il fotografo e il soggetto ritratto.

Mi preme fare una breve introduzione riguardo a cosa significhi fotografare per comunicare, perché è un concetto fondamentale da capire e ti aiuterà a comprendere, ancora meglio, come approcciarti alla fotografia di ritratto.

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Come si cattura l’emozione in un ritratto?

Come si cattura l’emozione in un ritratto fotografico è una delle domande che negli anni mi sono sentita porre più volte da chi ha visitato il mio sito e da alcune chiacchierate sulla fotografia fatte con fotografi amatoriali.

Nel mondo della fotografia ci sono fotografi che aborrono la parola emozione legata alla fotografia, altri che hanno fatto di questo concetto il motivo portante della loro attività di ricerca.

Un ritratto dal progetto "Natural Beauty" per valorizzare la bellezza naturale delle donne (C)Monica Monimix Antonelli
Un ritratto dal progetto “Natural Beauty” per valorizzare la bellezza naturale delle donne (C)Monica Monimix Antonelli

Raccontare la persona nel ritratto fotografico

Per quanto mi riguarda nella mia fotografia di ritratto cerco di raccontare la persona che ho davanti nel modo più vero possibile, per quello che la persona mi offre di sé.

Intendo la parola “vero” legata a quella porzione di tempo in cui la persona che ritraggo è in quel preciso istante. E’ lei a decidere cosa mostrarmi di sé. Se poi, si apre e mi mostra la sua reale personalità, allora il ritratto sarà vero in tutti i sensi, altrimenti sarà una versione della persona che avrà voluto mostrarmi in quel modo.

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Come si sentono le persone davanti ad una macchina fotografica?

Tempo fa ho creato un sondaggio tramite SurveyMonkey per avere un bacino interessante di risposte riguardo a cosa le persone pensino della fotografia di ritratto e in particolare a come si sentono davanti ad una macchina fotografica.

Ho raccolto le testimonianze di 92 persone e devo dire che le risposte ricevute sono molto interessanti.

Sicuramente ho avuto conferma che molte persone davanti ad una macchina fotografica si sentono a disagio, non si piacciono, e guardando una loro fotografia notano quei dettagli che non amano di loro stessi. Sono risposte utili per capire come poter aiutare sempre di più le persone che posano davanti al mio obiettivo.

1. Domanda: “Ti piace farti fotografare?”

  • Il 34,78% degli intervistati risponde che non gli piace esser fotografato per come viene in foto
  • il 15,22% dice che lo fa sentire a disagio.
  • Al 33,70% piace farsi fotografare ma solo se viene preso alla sprovvista.
  • All’11,96% piace mettersi in posa

Ho lasciato la possibilità di rispondere Altro con la propria opinione e questi i risultati:

Il 4,35% ha risposto Altro:

  • Sì anche se poi non mi piace il risultato, non mi reputo fotogenica
  • Sì mi piace ma non sempre le foto mi soddisfano
  • Essendo sempre dall’altra parte dell’obbiettivo mi risulta un po’ difficile, quindi direi che molto dipenda da chi mi fotografa e da che risultato vorrebbe ottenere.
  • Solo autoscatti
Grafico con le risposte degli intervistati durante il sondaggio
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L’autoritratto per capire noi stessi e gli altri

L’autoritratto è un ottimo modo per capire come migliorare l’approccio alla fotografia di ritratto.

Per autoritratto non intendo scattarsi un selfie. Un autoritratto è (o dovrebbe essere) molto più impegnativo, dovrebbe avere un significato molto più profondo rispetto ad un selfie da postare sui social network.

Autoritratto della fotografa Monica Mx Antonelli
Autoritratto 2015 (C)Monica Mx Antonelli

Cos’è quindi un autoritratto?

E’ la fase culminante di un lavoro di ricerca su noi stessi. Studiamo noi stessi, la nostra natura, i nostri sentimenti attraverso questo tipo di fotografia.

Sapersi raccontare attraverso un autoritratto è forse una delle cose più difficili della fotografia. Se raccontare gli altri può essere complicato e non immediato, raccontare noi stessi lo è ancora di più. Perché vuol dire mettersi a nudo davanti ad una macchina fotografica, come fossimo ad una seduta di analisi. Vuol dire essere totalmente onesti con noi stessi affinché quella foto ci rispecchi veramente.

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Come abbandonare l’insicurezza e come la fotografia può aiutarti a farlo

Il tema dell’insicurezza e del disagio di fronte alla fotocamera sono temi che ho già trattato alcune volte, sul blog, dal mio punto di vista della fotografa e da donna che per anni ha faticato a stare davanti alla fotocamera. Sono temi molto delicati e molto importanti per capire come affrontare al meglio una sessione fotografica di ritratto. In particolare di ritratto femminile.

Volendo approfondire maggiormente le questioni per offrirti un reale aiuto per affrontare la tua insicurezza e il disagio che provi di fronte ad un obiettivo fotografico, ho chiesto un aiuto ad una psicologa professionista: la dott.ssa Lara Zucchini (Psicologa per il Benessere – www.larazucchini.com)

Come abbandonare l’insicurezza e come la fotografia può aiutarti a farlo
Come abbandonare l’insicurezza e come la fotografia può aiutarti a farlo – Foto (C)Monica Mx Antonelli

Questo il suo importante contributo.

Ti sei mai sentita insicura e a disagio?

Non temere, non sei la sola. C’è chi può aver vissuto con insicurezza molteplici situazioni della sua vita e chi solo qualcuna.

L’insicurezza è la sensazione di quando ci sentiamo scoperti, fragili e non adeguati.

Quando percepiamo insicurezza ciò che vorremmo fare è proprio il “non fare”, sottrarci dalla situazione che ci crea difficoltà, imbarazzo e vergogna, semplicemente evitandola.

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Il potere della fotografia. Riguardando una vecchia foto ho scoperto che…

Il potere della fotografia, sai qual è? In questo articolo voglio darti il mio punto di vista su quale sia per me il vero potere della fotografia. Partendo da una vecchia foto scattata al liceo, mi rivedo sedicenne, introversa e non amante di esser messa davanti ad un obiettivo fotografico, e quella foto che non mi era mai piaciuta, oggi ha un nuovo significato e mi piace. E’ cambiata la foto? No, sono cambiata io.

Il potere della fotografia - Monica Monimix Antonelli
Una vecchia foto dei tempi del liceo

Partiamo dall’inizio.

Premessa

Nei giorni scorsi su Facebook, ha iniziato a girare una sfida fotografica, in cui si doveva postare una vecchia foto di quando si era giovani.

Di solito tendo a evitare di prender parte a cose di questo tipo, ma questa in particolare mi è sembrata un’idea carina e visti i tempi cupi che stiamo vivendo a causa del Coronavirus e la quarantena, mi pareva potesse portare un po’ di leggerezza.

Ho cercato quindi una mia vecchia foto, e ho trovato questa targata 1996. Era la primavera dei miei sedici anni e questa foto è stata scattata durante una gita scolastica a Roma.

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5 ottimi motivi per farti ritrarre da un fotografo professionista

Nell’era dei selfie, perché è importante farti ritrarre da un fotografo professionista?

Se anche tu te lo stai chiedendo, visto che puoi farti tranquillamente un selfie senza spendere soldi, ti voglio dare 5 ottimi motivi per farti ritrarre da un fotografo professionista.

Al giorno d’oggi siamo letteralmente bombardati di fotografie. Se guardiamo i social network sono pieni di selfie, tramonti, cibo, ecc…

Le foto hanno conquistato il web e non possiamo più farne a meno.

Si fotografa di tutto, a volte per mostrare agli altri cosa stiamo facendo e romanzare la nostra vita, altre volte per conservare un ricordo prezioso di quel momento che stiamo vivendo. Altre volte ancora lo facciamo per vanità, visto il numero sempre enorme di selfie che dilaga ad ogni angolo.

Ok, Monica, quindi perché una persona dovrebbe rivolgersi ad un fotografo professionista per farsi fare un ritratto?

Farsi ritrarre da un fotografo professionista. Ritratto d'autore (C)Monica Monimix Antonelli
Elena – Ritratto di donna (C)Monica Monimix Antonelli

Ecco quindi 5 ottimi motivi per farti ritrarre da un fotografo professionista

  1. Le foto del cellulare non si stampano mai (o quasi) e spesso non se ne fa una copia di backup
  2. Nelle nostre foto (selfie o ritratti fatti da amici) abbiamo sempre la stessa espressione e posa
  3. Grazie ad un fotografo professionista puoi capire come superare il disagio davanti alla fotocamera
  4. Da un professionista, puoi imparare alcuni trucchetti per venire bene in fotografia
  5. Un ritratto professionale è studiato su misura per te per valorizzarti al meglio
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La fotografia dopo la pandemia sarà importante?

La fotografia dopo la pandemia, come sarà, come verrà percepita dalla persone, quanto avrà importanza? Come cambieremo noi e le nostre vite? Molte sono le incognite in ogni ambito, personale e lavorativo. Prendendo spunto da una lettera che ha scritto lo stilista Giorgio Armani voglio condividere con te alcune riflessioni.

La fotografia di ritratto - Rinascita - Immagine di Monica Monimix Antonelli
Rinascita – (C)Monica Monimix Antonelli

La lettera di Giorgio Armani

Nei giorni scorsi la lettera che Giorgio Armani ha inviato alla rivista di moda americana WWD Women’s Wear Daily, nell’arco di poche ore, ha fatto il giro delle testate e dei siti di tutto il mondo.

Lo stilista milanese tocca punti delicati e li fa con la sua solita eleganza ed educazione. Affronta aspetti sensibili del sistema moda e lo fa con fermezza. Il suo è un vero e proprio sfogo su ciò che ritiene non funzionare più e si auspica che, passato questo stato d’emergenza, le cose possano realmente cambiare.

I punti da lui toccati riguardano i tempi dettati oggi dal fast fashion, con i suoi tempi rapidi, collezioni non allineate con le stagioni, in una corsa a portare nei negozi e online sempre nuovi capi, producendo molto più di quello che la clientela possa realmente comprare, con la conseguenza di forte inquinamento e grande spreco di risorse.

“Il declino del sistema moda, per come lo conosciamo, è iniziato quando il settore del lusso ha adottato le modalità operative del fast fashion con il ciclo di consegna continua, nella speranza di vendere di più…Io non voglio più lavorare così, è immorale”

Giorgio Armani
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