Alcune settimane fa tramite un’amica comune, faccio la conoscenza di Chiara, un’Educatrice che lavora presso il Servizio Diurno Alternativo di Fondazione Alba Anffas Crema Onlus. Scambiamo alcuni messaggi in cui mi propone l’idea di coinvolgere qualcuna delle sue ragazze del centro, nel progetto Donne di Crema.
L’idea mi interessa e nel giro di pochi giorni ci incontriamo per approfondire meglio il discorso. Lo scopo di Donne di Crema è quello di raccontare le donne che vivono la realtà locale e ben si sposa con la proposta di Chiara, vista “nell’ottica di inclusione e di partecipazione alle iniziative del territorio che Anffas cerca di perseguire il più possibile.”
“Le ‘nostre’ donne hanno raramente occasioni di mostrarsi singolarmente al mondo, sia per quanto riguarda la loro storia, sia proprio a livello di immagine.”
Questa visione del progetto che è arrivata a Chiara, come un mezzo per far conoscere realtà a volte sommerse, ma importanti, della nostra società, è esattamente uno degli scopi per cui il progetto è nato. Quindi accolgo con molto entusiasmo la sua proposta.
L’incontro
Mi propone due ragazze che potrebbero partecipare: Chiara e Ramona, dopo aver consultato le famiglie e aver valutato chi tra le loro ragazze possano essere interessate a partecipare.
Solitamente per il progetto Donne di Crema, arrivo all’incontro con un minimo di idea della storia della persona che ho davanti. Nel caso di Chiara, al contrario, arrivo senza conoscere nulla di lei e del suo passato.
Ci incontriamo di persona, senza il filtro del computer tra noi e ancora di più posso cogliere le sue espressioni e ciò che mi trasmette.
Chiara frequenta il Servizio Diurno Alternativo dove ci incontriamo. La sede del centro è a due passi dalla Piazza Duomo, recuperata in una vecchia ala della Scuola delle Ancelle, di cui conserva la struttura, i finestroni del corridoio, la cucina e le aule.
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