Donne di Crema: il ritratto di Chiara

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Alcune settimane fa tramite un’amica comune, faccio la conoscenza di Chiara, un’Educatrice che lavora presso il Servizio Diurno Alternativo di Fondazione Alba Anffas Crema Onlus. Scambiamo alcuni messaggi in cui mi propone l’idea di coinvolgere qualcuna delle sue ragazze del centro, nel progetto Donne di Crema.

L’idea mi interessa e nel giro di pochi giorni ci incontriamo per approfondire meglio il discorso. Lo scopo di Donne di Crema è quello di raccontare le donne che vivono la realtà locale e ben si sposa con la proposta di Chiara, vista “nell’ottica di inclusione e di partecipazione alle iniziative del territorio che Anffas cerca di perseguire il più possibile.”

“Le ‘nostre’ donne hanno raramente occasioni di mostrarsi singolarmente al mondo, sia per quanto riguarda la loro storia, sia proprio a livello di immagine.”

Questa visione del progetto che è arrivata a Chiara, come un mezzo per far conoscere realtà a volte sommerse, ma importanti, della nostra società, è esattamente uno degli scopi per cui il progetto è nato. Quindi accolgo con molto entusiasmo la sua proposta.

L’incontro

Mi propone due ragazze che potrebbero partecipare: Chiara e Ramona, dopo aver consultato le famiglie e aver valutato chi tra le loro ragazze possano essere interessate a partecipare.

Il ritratto di Chiara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Chiara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Solitamente per il progetto Donne di Crema, arrivo all’incontro con un minimo di idea della storia della persona che ho davanti. Nel caso di Chiara, al contrario, arrivo senza conoscere nulla di lei e del suo passato.

Ci incontriamo di persona, senza il filtro del computer tra noi e ancora di più posso cogliere le sue espressioni e ciò che mi trasmette.

Chiara frequenta il Servizio Diurno Alternativo dove ci incontriamo. La sede del centro è a due passi dalla Piazza Duomo, recuperata in una vecchia ala della Scuola delle Ancelle, di cui conserva la struttura, i finestroni del corridoio, la cucina e le aule.

Chiara mi accoglie con un sorriso timido, ma è subito pronta a vivere questa esperienza totalmente nuova per lei.

Insieme all’educatrice Chiara, ci accomodiamo in una piccola stanza tranquilla e le spiego brevemente cosa faremo per cercare di metterla a suo agio.

La storia di Chiara

Inizia a raccontarmi di esser nata da un parto cesareo con due giorni di anticipo rispetto al termine previsto e che il volto di suo padre è stato il primo che ha visto.

Nasce a Milano perché a quei tempi i suoi genitori vivevano e lavoravano lì, ma quando Chiara è ancora piccola decidono di lasciare lo smog e il caos milanese in favore di una qualità migliore della vita.

È così che arrivano a Crema. I primi ricordi di Chiara sono legati alla sua infanzia, dove i primi passi li ha fatti in montagna e negli anni successivi si è sempre impegnata in tanti sport.

Lo sport

Le piaceva sperimentare e provare esperienze nuove, passando così dalla danza contemporanea negli anni della Scuola materna e il primo anno alle Scuole Elementari e la pallavolo l’anno successivo. In terza elementare si avvicina all’equitazione, passione che la coinvolge sino alle Scuole Medie, dopodiché passa alla danza modern-jazz, con una parentesi di Zumba, e baskin per un paio d’anni.

Di ogni esperienza fatta conserva un buon ricordo: la danza e le prime volte sul palco che viveva con naturalezza, l’equitazione, passione eredita dal suo bisnonno, nonostante l’iniziale paura dei cavalli quando li doveva avvicinare per dare loro “gli zuccherini”.

Ha un sorriso molto dolce Chiara e modi gentili nel parlare. Mi stupisce quando mi rivela di esser stata una bambina a cui piaceva fare gli scherzi a suo papà o alle maestre e mentre me lo racconta sorride compiaciuta.

Gli anni della scuola

Gli anni delle Scuole Elementari e Medie trascorrono sereni, anche se ammette di aver avuto qualche difficoltà a studiare perché faceva fatica a concentrarsi.

Nonostante questo decide di seguire la sua passione per il disegno e sceglie di continuare gli studi al Liceo Artistico.

La bellezza del progetto sta anche nel vedere le strade delle Donne di Crema che si incrociano, come la storia di Chiara e quella di Elisa, che è stata per alcuni anni la sua insegnante di Discipline Plastiche.

Le si illumina lo sguardo quando gliela nomino e le racconto di averla coinvolta nel progetto.

Grande appassionata del disegno ha amato molto gli anni del Liceo dove ha potuto dar sfogo alla sua creatività. Il disegno è una passione che tutt’ora conserva e che si traduce nel realizzare ritratti a pastello.

Grazie ai suoi genitori, Chiara ha avuto la possibilità di viaggiare parecchio nella sua vita e conserva dei bellissimi ricordi delle terre lontane che ha visitato, tra cui la Cina, l’India, la Russia e l’America. Ciò che ama del viaggio è la possibilità di conoscere nuove realtà e nuovi stili di vita, o come lo riassume perfettamente lei:

“Per me viaggiare significa scoprire come vivono le persone.”

Chiara

La ricerca della sua autonomia

Intorno ai vent’anni inizia a frequentare il Servizio di Formazione all’Autonomia (SFA) presso il Consorzio Arcobaleno.

Lo SFA è un servizio sociale territoriale rivolto a persone con disabilità la cui finalità è favorire l’inclusione sociale e l’acquisizione di prerequisiti di autonomia utili all’inserimento nel mondo del lavoro.

Servizi come questo aiutano i ragazzi ad inserirsi nella vita sociale in maniera autonoma dalle famiglie e permette loro di fare esperienze per la loro crescita personale.

L’ingresso in Anffas

Frequenta lo SFA dal 2011 al 2018 e nel frattempo entra in contatto con la realtà di Anffas Crema.

Inizialmente, nel 2017, frequenta il Tubero, polo distaccato di neuropsichiatria infantile, situato nel quartiere Villette di Santa Maria, in cui partecipa a gruppi di lavoro sul tema delle emozioni e dell’essere adulti, sul confronto e sull’analisi del pensiero.

Con la creazione del Servizio Diurno Alternativo, vengono offerti nuovi servizi ai ragazzi e nuove esperienze tra cui progetti in ambito socio-occupazionale.  

Chiara entra a far parte del Servizio Diurno Alternativo nel 2018 e per lei significa anche fare le sue prime esperienze lavorative come quella svolta in un noto fast food in cui si occupa di tenere puliti i tavolini e i vassoi.

“C’era sempre un gran da fare in quel fast food, ed era un po’ troppo caotico per me che preferisco i luoghi più tranquilli e meno rumorosi.”

Chiara

Le esperienze lavorative

Dopo alcuni mesi in quel contesto capisce che non è l’ambiente adatto a lei e sente l’esigenza di cambiare posto di lavoro.

Ha la possibilità di entrare in un ambiente meno caotico rispetto al fast food, il Circolino di Castelnuovo, dove inizialmente si dedica alla preparazione dei tavoli e al servizio in pausa pranzo. Dopo l’interruzione forzata dettata dal periodo Covid, ha deciso di proseguire solamente nella condizione più tranquilla della preparazione dei tavoli.

Attualmente Chiara è impegnata col lavoro presso il Circolino, e con una realtà completamente diversa presso un apicoltore della zona dove si è occupata della pulizia dello spaccio aziendale e ora si dedica all’etichettatura dei vasetti del miele.

Quando le chiedo dei rapporti con gli altri ragazzi del centro diurno mi confessa di trovarsi molto bene e di aver imparato a comunicare meglio con loro anche se all’inizio aveva qualche difficoltà, per via della sua timidezza che la blocca sempre un po’ finché non prende confidenza.

“Dovevo conoscere il gruppo perché non ero abituata a stare con loro.”

Chiara

L’Orchestra Magica Musica

Un’esperienza molto bella di cui conserva un ricordo molto vivido è quando ha fatto la presentatrice al Teatro Ponchielli di Cremona per l’Orchestra Magica Musica, in uno splendido abito rosso lungo. In quel periodo non aveva ancora iniziato a suonare uno strumento e il compito che le era stato assegnato era quello di presentare lo spettacolo.

Dopo quel concerto ha iniziato a suonare il cembalo un “tamburello stretto che assomiglia ad una mezzaluna”, strumento che le viene assegnato dal Maestro dell’Orchestra.

Insieme a questo gruppo vive una forte emozione quando superano le selezioni per partecipare ad una trasmissione televisiva molto conosciuta e conquistano il secondo posto in classifica.

Il suo sogno nel cassetto sarebbe quello di lavorare “seriamente”, facendo un lavoro creativo.

Riguardo a Crema

Milanese di nascita, Chiara è una cremasca d’adozione fin da quando era piccolissima. I suoi genitori sentono l’esigenza di trasferirsi fuori dalla grande città per farla crescere in un ambiente più sano, con meno smog e meno caos.

Crema è la scelta perfetta per uno stile di vita più salutare e tranquillo. È molto legata alla sua città, alla sua parrocchia di San Benedetto, così come ama molto la Piazza Duomo a due passi dal centro diurno che frequenta e ama il fatto di potersi spostare sempre in bicicletta.

La Piazza Duomo a Crema (Cr), il luogo scelto da Chiara per il suo ritratto per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli
La Piazza Duomo a Crema (Cr), il luogo scelto da Chiara per il suo ritratto per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

Chiara e la fotografia

Le piace molto fotografare e tenere traccia di quello che vive o di quello che fa, come per esempio il voler fotografare un luogo in cui si è divertita ed è stata bene, oppure fotografare i ritratti che disegna per conservarli nella memoria del suo cellulare e poterli riguardare o mostrare alle altre persone. Davanti all’obiettivo si sente tranquilla e le piace esser fotografata.


Per partecipare al progetto “Donne di Crema”

Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.

Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.

Se il progetto “Donne di Crema” ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo

Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.

Il progetto “Donne di Crema”

“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.

Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.

Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).

Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.

Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.

Dettagli

La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.

In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.

Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.


Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.

Per vedere i ritratti delle Donne di Crema che hanno già partecipato, puoi visitare questa pagina.

Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!

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