Donne di Crema: il ritratto di Cristina

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Donne di Crema riprende dopo un mese e mezzo di pausa, tra periodi di ferie e chiusure generali e, per quanto mi riguarda, tour de force per l’organizzazione dei due eventi espositivi di Settembre in Proloco e a Palazzo Zurla De Poli.

Ricominciano con molto entusiasmo ed emozione, gli incontri con le Donne di Crema e l’ascolto delle loro storie. La prima con cui riprendo è Cristina, sorella di Roberta che ha partecipato al progetto, un anno fa.

L’incontro

Arriva a me su suggerimento della sorella e grazie a Raffaella di cui è la cognata. Amo vedere la trama di legami tra le partecipanti e ascoltare ciascun pezzo di storia per comporre il quadro generale.

La storia di Cristina inizia con un’infanzia “normale”, come la definisce lei, frequentando la Scuola Materna e le Scuole Elementari presso l’Istituto delle Canossiane, per poi passare alle Medie Agello e all’Istituto Pacioli, da adolescente.

Il ritratto di Cristina per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Cristina per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La storia di Cristina

Con la madre confessa di aver avuto un rapporto di “amore e odio” perché, essendo la prima di tre sorelle, è sempre stata quella un po’ più ribelle.

Tre sorelle nate a due anni di differenza l’una con l’altra. Ciò le ha portate ad essere, da adulte, molto unite e con un legame molto forte, mentre quando erano bambine hanno avuto difficoltà ad andare d’accordo durante le fasi della crescita.

Con impegno hanno costruito il loro legame e il rapporto tra loro si è evoluto partendo dalle prime confidenze e dal confronto da adolescenti, acquisendo sempre più confidenza e fiducia. Da adulte sono più unite che mai e oggi sono una famiglia stretta da profondi legami.

L’infanzia e l’adolescenza di Cristina

Ammette di esser stata una bambina “molto capricciosa e rompiscatole” e provava una certa gelosia per le sorelle, aspetto che, crescendo, è scomparso lasciando il posto ad un legame molto profondo con entrambe e all’orgoglio di essere la zia dei loro figli.

Una zia che adora i suoi nipoti e che non perde occasione di viziare come può. Presente per tutti e tre i suoi nipoti, ma con il piccolo Davide, figlio di Roberta, ancora di più perché non passa sera che non vada da lui a giocare e dar così modo alla sorella, di occuparsi delle faccende essenziali o anche solo prendersi un’ora di tempo per se stessa quando necessario.

Mi racconta che il periodo dell’infanzia e dell’adolescenza è stato turbolento ed altalenante per via del suo carattere, non proprio facile, aspetto su cui ha lavorato molto nel corso degli anni, sino ad arrivare alla fase adulta in cui si ritiene molto più tranquilla e serena di allora.

Finita la Maturità inizia a lavorare come baby sitter e poi successivamente come operaia per una cooperativa. E’ proprio grazie a questo lavoro che inizia a lavorare presso l’azienda cosmetica per cui ha poi lavorato per diciotto anni.

Una parentesi bergamasca

La sua vita scorre tra le vie del centro di Crema sino circa ai vent’anni quando conosce un ragazzo della provincia di Bergamo e inizia per lei un periodo di pendolarismo tra le due città, in quanto lui non si sposta frequentemente.

Un incontro avvenuto tramite delle amicizie comuni, e per lei significa anche l’inizio di una storia abbastanza travagliata, terminata dopo sei anni di cui uno di convivenza.

La sua capacità di adattarsi in fretta la porta a fare presto amicizia anche con alcuni giovani di quella zona, rapporti che ha saputo coltivare e mantenere nel tempo. La aiutano ad ambientarsi in quella nuova realtà e la fanno sentire meno sola, avendo dovuto lasciare i suoi vecchi amici a Crema.

Il ritorno a Crema e un cambio vita

Quando la storia con quel ragazzo giunge al termine, ritorna alle sue origini, riscoprendo il legame con Crema e il ritrovamento delle sue vecchie amicizie che sanno riaccoglierla e sostenerla in quel momento difficile che sta vivendo.

Tornando a casa, decide che è arrivato il momento per lei di iniziare una nuova vita, in maniera autonoma, senza più appoggiarsi alla sua famiglia, ma prendendo una casa tutta per sé dove mettersi alla prova da adulta.

Non è una scelta semplice per lei, non avendo grandi sicurezze economiche alle spalle, ma decisa a far tutto da sola senza pesare sui suoi genitori, si butta in questa nuova impresa, rimboccandosi le maniche e iniziando a fare un secondo lavoro, riesce ad affrontare le spese di questa nuova vita che la aspetta.

Inizia a lavorare nei fine settimana presso un pub della zona, mentre durante la settimana continua a lavorare come impiegata.

Il lavoro

Si barcamena tra i due lavori per potersi mantenere tra mutuo della casa, spese varie e per togliersi anche qualche sfizio personale.

Nell’azienda in cui lavora a tempo pieno durante la settimana ha avuto tanti ruoli nell’arco degli anni, occupandosi di logistica, successivamente di customer service e poi come ultima mansione doveva occuparsi di pianificazione con delle aziende esterne. Un compito che non sente tanto nelle sue corde e, in seguito ad un cambio ai vertici, decide di seguire una delle responsabili, in quella che poi è diventata l’azienda in cui lavora tutt’ora da tre anni sempre nel settore cosmetico.

E’ sempre stata molto impegnata sul fronte lavoro ed è orgogliosa e soddisfatta della crescita professionale che ha avuto. E’ felice che i suoi tanti sforzi siano stati anche riconosciuti dalle realtà lavorative in cui si è trovata, aspetto non certo scontato.

Un ruolo da responsabile

Dopo circa un anno di gestione clienti, da un paio d’anni è diventata responsabile dell’ufficio Customer service in questa azienda e guida un gruppo di nove persone.

Una posizione non certo facile tra la costante formazione richiesta e i tempi molto rapidi con cui si devono confrontare nella ripresa attuale del settore.

Inoltre dover stimolare i suoi collaboratori a cercare di dare il meglio nonostante lo stress e i ritmi serrati, non è certo facile e ammette che lei stessa ha affrontato un momento di difficoltà recentemente in cui si è rimessa in discussione.

L’ascolto dell’altro

Le sono sorti dei dubbi sulla sua reale capacità nel gestire le persone, perché qualcuno la giudica “troppo buona” per tale incarico. Da parte sua c’è una forte volontà nell’ascoltare le altre persone per cercare di capire dove sono i problemi per aiutarle e a spronarle a dare il loro meglio.

Una dote importante la sua, ma che purtroppo, l’ha portata in situazioni spiacevoli in cui alcuni se ne sono approfittati chiedendo più di quanto spetterebbe loro.

“Devo ancora capire come trovare il giusto equilibrio tra ascolto e disponibilità, e limiti da imporre affinché nessuno se ne approfitti.”

Cristina

Riconosce di esser stata molto fortunata nell’ambiente lavorativo perché si è sempre trovata a lavorare in ambienti positivi e stimolanti che le hanno permesso di fare esperienza e di crescere umanamente oltre che professionalmente.

L’incontro fortuito con l’amore

Durante gli anni di lavoro presso il pub in cui lavorava nei weekend per potersi mantenere economicamente quando ha comprato casa, incontra il suo attuale compagno. Una storia importante che dura da dodici anni e che le fa credere che il karma esista visto che nella storia precedente era stata così male, ha poi compensato con questa nuova storia.

E’ curioso l’inizio della loro storia perché nonostante Cristina conoscesse già gran parte dei suoi amici e persino il fratello, lui non lo aveva mai visto.

Da quella sera in cui lui è entrato al pub, non si sono più lasciati.

Riconosce in lui una persona onesta e leale, magari un po’ troppo silenzioso, ma è la persona con cui sente di essere in sintonia e con cui condivide la passione dei viaggio. E’ infatti con lui che ha iniziato a viaggiare all’estero scoprendo realtà diverse dalla nostra, nuove culture e nuove persone.

Ciò che ama nella loro coppia è il fatto di sentirsi molto libera, sente di poter fare e dire ciò che vuole, senza timori né giudizi.

“Non ci sono sospetti, paranoie, è un rapporto basato sulla fiducia, è alla pari e soprattutto sano.”

Cristina

Nella vita personale si ritiene fortunata perché è riuscita a circondarsi di persone che ricambiano il suo affetto e non si approfittano della bontà del suo carattere.

Un gran lavoro su se stessa

Riconosce che da ragazza il suo carattere irascibile non la aiutava e, presa coscienza della cosa, ha deciso di iniziare a lavorare su se stessa. Il suo carattere nascondeva una insicurezza di fondo data dal fatto di non sentirsi abbastanza bella, anche in confronto con le sue sorelle. Ciò la porta a capire che deve intervenire su se stessa per smussare certi spigoli che risultano difficili da gestire.

Pian piano inizia a ridurre certe scontrosità, cercando di controllare i moti di rabbia o i pianti improvvisi e inizia a conquistare un po’ di serenità.

Ne parla con molta autoironia, oggi, perché si rende conto che da ragazza era davvero un po’ complicato avere a che fare col suo carattere, ed è fiera dei passi avanti che è riuscita a fare da sola in questi anni.

Cristina mi appare una ragazza solare, seppur timida. Dalle sue parole si capisce che ama conoscere le persone, imparare da esse, e apprendere da loro qualsiasi insegnamento anche a livello caratteriale, soprattutto in quelle che si mostrano pacate e controllate.

Col tempo ha imparato a selezionare le persone da avere attorno per la propria serenità, tagliando fuori le persone arroganti e troppo piene di sé, creandosi il suo mondo fatto di serenità conquistata a duri colpi.

Riguardo a Crema

Ha frequentato molto Crema fino verso i vent’anni, anni d’oro per Crema come vivacità e attività dedicate ai giovani, anche dal punto di vista della vita notturna. Aspetto che oggi le pare mancare per i giovani di oggi privi di grandi alternative per i locali da frequentare. La vede un po’ più chiusa da questo punto di vista.

Crema per Cristina è un luogo a misura d’uomo, dove vivere tranquilli e per lei significa indubbiamente casa, anche viaggiando sente il legame forte con la città.

Ciò che ama è la pulizia e l’ordine che la contraddistinguono. Passeggiare per le vie del centro le piace perché vede quanta cura c’è, anche dai tanti lavori che vengono fatti per sistemarla e renderla sempre più bella. Ama il fatto che sia multietnica e apprezza il lavoro di integrazione e di accoglienza che è stato fatto dalle istituzioni locali. Apprezza l’apertura ai matrimoni omosessuali e alle adozioni e lo vede come un aspetto molto positivo per la città e i suoi abitanti, perché “è fondamentale tenere alta l’attenzione su queste tematiche e trovare questa apertura da parte della rappresentanza cittadina è un grande esempio per tutti.”

Uno scorcio della Via Frecavalli a Crema (Cr), il luogo scelto per il ritratto di Cristina per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli
Uno scorcio della Via Frecavalli a Crema (Cr), il luogo scelto per il ritratto di Cristina per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

Cristina e la fotografia

È una persona timida, Cristina, e stare davanti alla macchina fotografica tira fuori questo lato del suo carattere, anche se le piace quando le sue amiche la coinvolgono. Le piace la fotografia, ma non molto fotografare. Il suo compagno le scatta sempre foto in cui lei non si piace mai, ma mentre me lo racconta ci ride sopra di gusto, a dimostrazione che ha imparato anche a prenderla con autoironia.


Per partecipare al progetto “Donne di Crema”

Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.

Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.

Se il progetto “Donne di Crema” ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo

Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.

Il progetto “Donne di Crema”

“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.

Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.

Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).

Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.

Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.

La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.

In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.

Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.


Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.

Per vedere i ritratti delle Donne di Crema che hanno già partecipato, puoi visitare questa pagina.

Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!

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