Donne di Crema: il ritratto di Roberta

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Sono molto contenta di esser riuscita a pianificare ben quattro ritratti del progetto “Donne di Crema”, nella settimana del Ferragosto. Quale momento migliore per approfittare della pausa lavorativa, per dedicarmi al progetto e a conoscere nuove meravigliose storie?

L’incontro

Con Roberta decidiamo di fare una passeggiata mattutina lungo le sponde del fiume Serio, luogo a lei caro, e posto ideale dove beneficiare di un po’ d’ombra sotto le fronde degli alberi.

 Il ritratto di Roberta per il progetto "Donne di Crema" (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Roberta per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

Il giorno del ritratto di Roberta

Ci incontriamo in bicicletta all’imbocco della zona pedonale che ci porta al fiume e alla passeggiata. C’è molta calma attorno a noi ed è il luogo ideale dove chiacchierare amabilmente senza distrazioni o la confusione cittadina.

Roberta scopre il mio progetto perché incappa in un articolo del blog che la incuriosisce e anche grazie ad un’altra partecipante, Raffaella, conosciuta nell’ufficio in cui sta svolgendo il suo tirocinio, si incuriosisce ancora di più. Le sono bastate poche frasi di Raffaella per decidere di partecipare e a raccontarmi la sua storia.

Gli studi artistici

Inizia a raccontarmi che ha frequentato il Liceo Artistico cittadino, ed essendo noi, quasi coetanee e avendo frequentato la stessa scuola, iniziamo a fare un revival del liceo e degli insegnanti del tempo.

Anche se il suo sogno era diventare una restauratrice, una volta diplomata, segue alcuni corsi e trova lavoro come arredatrice. Un’occupazione che le piace molto ma che purtroppo dopo ben dodici anni deve lasciare, perché a causa della crisi economica, il suo titolare decide di chiudere i battenti.

Si ritrova così ad un punto cieco della sua vita. Si sente spiazzata e confusa, tanto da sentirsi bloccata.

Prendersi del tempo per sé per fare chiarezza

Da qui la decisione di prendersi del tempo per sé per far chiarezza su ciò che vuole fare nella sua vita. Ha bisogno di staccare completamente dalla situazione lavorativa che è ad un punto morto, e anche dalle preoccupazioni per la madre malata. Parte per quattro mesi per Malta dove oltre a studiare inglese lavora in un negozio per fare esperienza e per migliorare la lingua.

Lontana da casa e in un luogo molto diverso dalla sua routine, piano piano le idee iniziano a schiarirsi e capisce qual è la strada per lei. Torna con l’idea di cercare un lavoro come Visual, lo trova e quello sarà il luogo in cui incontrerà il futuro padre di suo figlio. Purtroppo la loro relazione non prosegue ma il bimbo che ora ha due anni è circondato dall’amore dei suoi genitori seppur separati.

Ben prima  della nascita del figlio, un grave lutto la colpisce, la perdita dell’amata mamma. Roberta perde un suo grande punto di riferimento e si renderà ancora più conto quando diventerà madre a sua volta, della mancanza della madre, non solo come figura importante della sua vita, ma anche come aiuto amorevole durante la crescita del suo bambino. Fortunatamente può contare sulla vicinanza e sul profondo legame con le sue due sorelle.

Mi confessa che nella sua vita ha sempre sentito dentro di sé la mancanza di qualcosa, si è sempre sentita un’eterna insoddisfatta, ma la nascita del figlio ha colmato questo vuoto in lei e ora si sente felice di ciò che ha.

La nascita del figlio

Sicuramente l’arrivo del figlio, come per tante altre persone, le ha stravolto gli equilibri e la vita, ma la vedo pienamente felice di essere mamma e si sente quanto amore provi per il figlio.

Un figlio è un tesoro prezioso di cui prendersi cura e Roberta ne paga le spese sul fronte lavorativo. E’ un tema che le sta molto a cuore e durante il suo racconto vi fa spesso riferimento. Diventando mamma, soprattutto mamma single, si è resa conto delle grosse difficoltà che ruotano attorno a questa condizione.

Le difficoltà lavorative di una madre

Non vi è tutela per chi è donna e diventa madre

Roberta

In campo lavorativo le donne, troppo spesso, sono messe davanti al fatto di dover fare delle scelte difficili, oltre che al convivere con un sottile senso di colpa ogni volta che devono lasciare il proprio figlio per recarsi al lavoro, sapendo di sottrargli del tempo prezioso.

Dover cercare lavoro è sempre un momento delicato, ma se in aggiunta sei donna, dopo i trent’anni e con un figlio a carico, la fetta di lavori che puoi fare si stringe drammaticamente.

Roberta

Dovrai tenere conto di molti più aspetti nel momento della scelta, perché non sarai più libera di fare turni che ti tengano fuori casa troppe ore, o che ti stravolgano la giornata e non aver accanto la madre è sicuramente un ulteriore aggravio della sua condizione, oltre che a livello morale e ciò comporta un’altra difficoltà organizzativa.

Serve più sostegno per le madri che lavorano

Per quanto si percepisca la sua voglia di lavorare, darsi da fare e cercare la sua realizzazione, sicuramente si sente anche lo sconforto nella sua voce, per dover ogni giorno lottare per barcamenarsi tra i paletti imposti da una società che di certo non fa molto per aiutare le donne nel mondo del lavoro e mi confessa che ci sono giorni in cui si sente un po’ frustrata per la situazione lavorativa che non ingrana come vorrebbe.

Ancora troppo poco è stato fatto per le madri lavoratrici, e Roberta è molto battagliera su questa tematica. E’ molto attenta alle questioni sociali, e si è resa conto sulla sua pelle, diventando madre, che molto ancora si potrebbe fare nel mondo del lavoro per aiutare le donne. Sicuramente abbattere il pregiudizio che i figli li debbano seguire solo le madri gioverebbe, ma al tempo stesso si dovrebbero superare le difficoltà che ciascuna donna che decide di avere figli incontra.

Mai arrendersi

Nonostante le difficoltà, non si arrende e cerca costantemente di tenersi occupata, al momento si sta dando da fare con un tirocinio in un ufficio in cui si trova molto bene, ma teme che terminato il suo periodo dovrà rimettersi a cercare una nuova soluzione.

Quando le chiedo quale sia il suo sogno, non ha dubbi: è sicuramente quello di trovare una sua stabilità professionale, sentirsi realizzata come donna, e non solo come madre. Vorrebbe trovare un lavoro che le permetta di gestire la sua vita famigliare e quindi poter seguire il figlio nella crescita.

Il pensiero di Roberta riguardo a Crema

Crema per Roberta è la terra di origine e dove ha vissuto tutta la vita. Nasce nel quartiere di San Carlo, e nonostante i suoi decidano di trasferirsi quando lei ha 13 anni, mantiene i suoi legami e in sella alla sua bicicletta non perde occasione per tornare da loro anche in pieno inverno.

Anche al giorno d’oggi, vivendo poco distante dal centro cittadino per lei Crema vuol dire spostamenti a piedi e in bicicletta.

Per lei Crema è una città “a misura di bambino” perché si sente sicura a muoversi in città e in campagna con lui, oltre ad avere a disposizione parchetti a loro dedicati.

Ricorda che quando i suoi genitori stavano valutando l’ipotesi di spostarsi dal quartiere di San Carlo, avevano preso in considerazione, inizialmente, l’ipotesi di spostarsi in un paese limitrofo, ma fortunatamente per lei cambiarono poi idea. Roberta prese malissimo l’idea di spostarsi in un luogo fuori Crema perché le sembrava di esser tagliata fuori dagli amici e dalle sue abitudini.

Ora che lavora a Crema, la macchina la usa pochissimo se non per necessità, prediligendo spostamenti ecologici e salutari come la bicicletta o le proprie gambe.

La passeggiata lungo le sponde del Serio, il luogo scelto da Roberta per il suo ritratto per il progetto "Donne di Crema" (C)Monica Monimix Antonelli
La passeggiata lungo le sponde del Serio, il luogo scelto da Roberta per il suo ritratto per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

Roberta e la fotografia

Per Roberta la fotografia è principalmente ricordo, le piace avere fotografie che le ricordino i posti in cui è stata ma non ama l’atto del fotografare in sé, anzi se qualcuno è con lei, cede volentieri l’onere di riprendere il momento conscia del fatto che la farebbe meglio di quella che farebbe lei.

Conserva ancora parecchie foto del suo passato, dell’infanzia e della sua adolescenza e le piace riguardarle di tanto in tanto, tornare indietro nel tempo e rivivere certe emozioni.

Anche se preferirebbe delle foto spontanee e sorridenti, non ama che le vengano fatte delle istantanee perché mi confessa che viene sempre ripresa con espressioni buffe o che non le piacciono per niente. Preferisce piuttosto “mettersi in posa” con un bel sorriso. Ama invece ritrarsi in atteggiamenti spontanei come può essere un abbraccio o un bacio al figlio o alle sorelle.

Per partecipare al progetto “Donne di Crema”

Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.

Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.

Se il progetto ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo

Se vuoi vedere alcune immagini del progetto, guarda qui

Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.

Il progetto “Donne di Crema”

“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.

Perché voglio raccontare le donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.

Saranno quindi ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere lei stessa il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata e averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).

Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.

Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.

La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.

In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo però l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.

Se sei di Crema (ci sei nata e hai vissuto qui molti anni, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi un’email: moni@monimix.com


Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.


Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!

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