Donne di Crema: il ritratto di Alice

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La lista delle “Donne di Crema” continua ad incrementarsi, così come la mia gioia e il mio entusiasmo riguardo a questo progetto fotografico che in pochi mesi mi ha già dato ben più di quanto avessi mai potuto immaginare.

L’incontro

Oggi ti racconto la storia di Alice, sorella di Alessandra, già ritratta nel mese di marzo per “Donne di Crema”. Con Alice ci incontriamo una mattina di settembre presso un parco pubblico alle porte di Crema, nella pace più assoluta.

Il ritratto di Alice per il progetto "Donne di Crema" (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Alice per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

Il giorno del ritratto di Alice

Con la sorella ha qualcosa in comune, percepisco delle sfumature della voce molto simili, lunghi capelli, occhi grandi e molti tatuaggi, ma per il resto appaiono molto diverse. Alessandra sempre colorata e bionda, Alice abiti scuri e capelli castani.

Anche caratterialmente mi conferma che sono ben diverse. Mi incuriosisce molto conoscerla e la lascio raccontarsi a cuore aperto.

Alice è piena di energia ed entusiasmo, caratteristiche ben mixate con una bella dose di sensibilità. Ama provare forti emozioni, cerca l’adrenalina e si butta senza problemi con il parapendio o a fare il volo d’angelo. Ama viaggiare e stare in mezzo alla natura, ascoltarne i suoni e gioire del silenzio che la natura sa offrire.

In contrasto le piace assistere a festival musicali caotici e pieni di gente e ama quando può unire questi due aspetti per creare la vacanza perfetta, magari a bordo di un vecchio furgoncino adibito a camper con cui, lei e il compagno, si spostano in totale libertà, alla scoperta di esperienze nuove per nutrire la sua forte curiosità nei confronti della vita.

I primi disturbi alimentari

Inizia a raccontarmi della sua vita, partendo dalle elementari, periodo in cui sono iniziati i suoi problemi con i disturbi alimentari che l’hanno accompagnata per gran parte della sua vita. Alle elementari era sovrappeso e questo era motivo di scherno da parte dei suoi compagni di classe.

Faceva fatica a legare con i suoi coetanei, e per questo era sempre un po’ sulle sue. Scopre nella macchina fotografica un’amica fedele con cui poter interagire con gli altri. Con la scusa di far loro una foto, e potendosi nascondere dietro alla macchina fotografica, riusciva ad interagire con gli altri e a farsi accettare da loro.

Arrivata in quinta elementare si rende conto che l’anno successivo avrebbe dovuto cambiare scuola e il passaggio alle medie segna per lei uno sprono a perdere peso. Ne perde moltissimo, venti chili, e arriva alle medie magrissima.

Una nuova fase

I nuovi compagni iniziano a vederla come la “bella della classe” e per lei è una cosa nuova e alquanto strana perché per lei non era cambiato nulla. Si sente spaesata da questa situazione. Le sue compagne di classe provano invidia nei suoi confronti e per questo non la vedono di buon occhio e i rapporti tra loro non sono buoni.

Riesce a legare con dei ragazzi anche perché, mi confessa, che è sempre stata molto maschiaccio, sia negli atteggiamenti che nel modo di vestirsi poco attento alla femminilità. Un esempio che mi fa è che a Carnevale, mentre tutte le altre bambine sceglievano gli abiti da principessa, lei amava vestirsi da Zorro.

Avendo trascorso tanto tempo col padre e con la parte maschile della famiglia, ha sempre amato arrampicarsi sugli alberi, correre, giocare e sporcarsi, senza preoccuparsi di vestiti e tutto quanto di femminile potesse esserci nella vita di una bambina e poi adolescente.

In classe con lei, alle medie, c’è una ragazzina autistica che si lega molto ad Alice, nel momento in cui Alice si schiera dalla sua parte. Scontrandosi con i compagni di classe che la prendevano in giro e la bullizzavano. Alice, forte del fatto di esser considerata bella e quindi a quell’età sinonimo di persona forte all’interno del gruppo, sfodera il suo sdegno e, con tanto di pugno sul tavolo per attirare la loro attenzione, pone fine a quelle prese in giro continue.

L’esteriorità

Si è resa presto conto che, se alle elementari non era accettata per via del suo fisico sovrappeso, alle medie non veniva comunque accettata da parte delle altre ragazze che senza nemmeno prendersi del tempo per conoscerla, la discriminavano per il suo nuovo aspetto fisico. Ancora una volta, la questione fisica passava in primo piano rispetto alla sua interiorità.

Ha sofferto molto per questi atteggiamenti, ma non si è lasciata abbattere. Ha avuto ancora delle oscillazioni di peso anche alle superiori quando ha ripreso a metter su peso, vuoi anche per una dieta poco equilibrata, quando in prima superiore ha scelto di diventare vegetariana, ma non volendo pesare sulla madre per la preparazione dei suoi pasti diversi dal resto della famiglia, ha iniziato a mangiare carboidrati per compensare la mancanza di carne e pesce.

L’incontro con l’amore

L’ultimo anno delle superiori si è resa conto che il rapporto con il suo migliore amico stava sbocciando in qualcosa di più e da allora la loro storia è cresciuta, fino a portarli alla convivenza e ben presto al matrimonio. Un amore puro, basato su una forte amicizia e la condivisione di tante passioni. Caratteri non proprio simili ma che si compensano a vicenda creando il perfetto equilibrio nella coppia.

Quando si ritrovano alle superiori sarà proprio lui a infonderle fiducia e a farle riscoprire negli anni, la sua femminilità, nascosta per anni sotto le vesti un po’ alternative, cupe che la facevano apparire molto triste.

Alice oggi

Una donna ben diversa è quella davanti ai miei occhi. La vedo ridere e sorridere con gli occhi quando mi parla della sua vita e del suo amore.

Degli anni della scuola porta i segni non solo nel cuore e nella mente, ma anche sul corpo. Le oscillazioni del peso dovute ai disturbi alimentari, le hanno lasciato delle cicatrici e per mascherarle ha iniziato a coprirle con dei tatuaggi. Per lei i tatuaggi sono un modo per ricordare momenti significativi della sua vita e “mettono colore dove non ce n’è”.

Così come il tatuaggio con la regina degli scacchi, che ha sul braccio sinistro, omaggio al nonno scomparso quando lei era bambina. Lo ha conosciuto troppo poco, ma ricorda bene che a sette anni le ha insegnato a giocare a scacchi, gioco che tutt’ora ama molto.

Il servizio civile

Un altro momento molto importante per lei che le ha cambiato la vita è stato l’anno in cui si è dedicata al servizio civile presso i servizi sociali di Crema. Un anno intenso, a tratti molto difficile, tanto da portarla a pensare di abbandonare durante il percorso. Ma fortunatamente, grazie anche all’aiuto di un altro compagno di volontariato, è riuscita a portare a termine quell’esperienza così importante per lei.

Per anni, si era occupata di fare da catechista ai bambini dai 6 anni fino agli adolescenti di 18 anni. Nel servizio civile si ritrova, ad occuparsi di anziani, riscoprendo tra le due generazioni molti atteggiamenti simili pur in età così diverse.

Ogni giorno si recava al domicilio di alcuni anziani e teneva loro compagnia, li accompagnava a fare una passeggiata e li aiutava con la spesa. Ne ha viste tante, e in alcuni casi si è trovata davanti situazioni davvero delicate e complicate da gestire, come nel caso di demenza senile, malattie mentali o malati di Alzheimer.

Ne ha tanti di racconti legati a quell’esperienza, ma in particolare mi racconta di un paio di episodi che l’hanno colpita particolarmente.

Il primo è quello del funerale di uno di questi anziani che seguiva, dove solo quattro persone vi avevano preso parte e per lei è stato davvero un momento di profonda tristezza constatare che non aveva nessuno. L’altro è legato al ricordo di un signore sempre molto elegante, che, rimasto vedovo, scatena improvvisamente una forma di Alzheimer immediata, che non gli permetteva di ricordare nemmeno della morte della moglie.

Ci tiene moltissimo che si parli del servizio civile, perché per lei dovrebbe essere una tappa obbligatoria da fare appena finite le scuole superiori, prima dell’università, come attività formativa e di crescita personale.

“Davanti a certe situazioni capisci che molto spesso facciamo dei drammi assurdi per cose di ben poca importanza mentre i veri drammi sono altri”

Alice

L’amore per gli animali

Un’altra cosa che caratterizza Alice è il grandissimo amore per gli animali. E’ diventata anche vegana, undici anni fa, per il profondo rispetto verso di loro. Quando lei ha quattordici anni il suo adorato cagnolino muore dopo mesi di sofferenze e per lei quello è un momento di profondo dolore.

La sua forte emotività e sensibilità la fanno affezionare a qualunque animaletto incontri sulla sua strada e vorrebbe salvarli tutti.

Mi racconta che un giorno ha trovato una rondine con un’ala lussata e per tre giorni se ne è presa cura e la spronava a riprendere il volo, finché il terzo giorno, la rondine ha spiccato il volo direttamente dalle mani di Alice e per lei è stata una profonda emozione

Vi ha letto un messaggio di speranza per il futuro e un buon auspicio per la convivenza che aveva appena iniziato col suo compagno: “Puoi farcela, spiega le ali e spicca il volo”.

Mi confessa di sentire una profonda sintonia con gli animali tanto che gli amici prima ancora di chiamare il veterinario chiamano lei per chiederle pareri, e questo le è valso il soprannome di “Dr Dolittle”.

Una donna capace di emozionarsi

Quello che mi piace di Alice è la sua capacità di emozionarsi e di provar forti sensazioni. Si butta nelle situazioni e vive tutto intensamente. A vederla così aperta, oggi, verrebbe da pensare che è una persona che fa amicizia con tutti.

Invece mi dice che per quanto non si faccia problemi ad avvicinarsi a chiunque e iniziare una conversazione, in fatto di amicizie è molto selettiva, e pondera molto bene a chi legarsi realmente.

Essendo una persona molto sensibile, è comprensibile che tenda a auto proteggersi viste anche le sue esperienza passate in fatto di amicizie. Mi rivela che è talmente empatica, che se un amico soffre o è in difficoltà, lei non riesce a rimanere distaccata e si lascia coinvolgere a tal punto da sentire lei stessa il suo dolore.

Il pensiero di Alice riguardo a Crema

Quando le ho chiesto un luogo per lei importante dove ambientare il suo ritratto, mi ha risposto subito senza dubbi: il Parco Bonaldi.

Mi racconta che per lei questo luogo è stato testimone in vari momenti della sua vita. A partire dall’infanzia in cui amava trascorrervi intere giornate con suo padre e con il loro cagnolino, sino ai tempi del servizio civile in cui accompagnava un anziano a fare una passeggiata e vedeva dipingersi sul suo volto tanta felicità.

E’ stato anche il luogo in cui si ritrovava con gli amici a suonare la chitarra e tutt’ora è un luogo in cui ritrova la pace e sente tanti bei ricordi riaffiorarle dentro.

Uno scorcio del Parco Bonaldi a Crema (Cr), il luogo scelto da Alice per il suo ritratto
Uno scorcio del Parco Bonaldi a Crema (Cr), il luogo scelto da Alice per il suo ritratto

Alice e la fotografia

La fotografia per lei è una grandissima passione e sta iniziando a muovere i primi passi nell’ambiente. Si occupa principalmente di eventi dove ha la possibilità di cogliere espressioni e situazioni spontanee e conoscere tante persone nuove.

Proprio durante gli eventi ha modo di avvicinare sconosciuti con la scusa della fotografia e poter interagire con loro iniziando una conversazione. Le piace appendere in casa le foto dei momenti importanti che ha vissuto per averli sempre davanti agli occhi.

La macchina fotografica per lei è una sorta di corazza dietro cui nascondersi, ed essere davanti all’obiettivo, mi confessa che la fa sentire a disagio e tende a fare espressioni buffe per mascherare le sensazioni che prova in quel momento.


Per partecipare al progetto “Donne di Crema”

Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.

Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli del progetto Donne di Crema.

Se il progetto ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo

Se vuoi vedere alcune immagini del progetto, guarda qui

Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.

Il progetto “Donne di Crema”

“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.

Perché voglio raccontare le donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.

Saranno quindi ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere lei stessa il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata e averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).

Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.

Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.

La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.

In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo però l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.

Se sei di Crema (ci sei nata e hai vissuto qui molti anni, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre per il progetto “Donne di Crema”, scrivimi un’email: moni@monimix.com



Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!

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