Donne di Crema: il ritratto di Irene

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Donne di Crema attualmente è tornato ad essere online, incontrando le donne tramite la piattaforma Zoom, per non fermarci, per l’ennesima restrizione. Oggi però ti voglio raccontare una storia di alcuni mesi ancora inedita, la storia di Irene.

L’incontro

Il primo contatto che ho avuto con Irene risale a Febbraio 2020. Ho ricevuto da lei un’email in cui mi faceva i complimenti per il progetto “Donne di Crema” appena iniziato perché l’idea l’aveva colpita molto. Nel giro di pochi giorni ci siamo incontrate e ricordo bene quel primo incontro.

L’appuntamento era in un caffè per cui lei curava la parte legata agli eventi, luogo centrale di Crema, a me molto caro.

Quando l’ho avuta davanti ho visto in lei un vulcano di idee, di sogni, di voglia di fare. La sua idea era quella di ospitare le foto del mio progetto in un’esposizione nel locale.

Dopo pochi giorni tutto è cambiato. È scattata la quarantena e con lei ogni piano per il futuro è saltato. Siamo riuscite ad incontrarci ad ottobre prima ancora di ricominciare con le limitazioni imposte dal Covid.

Il ritratto di Irene per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Irene per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Lo pubblichiamo solo ora il suo articolo, perché per Irene non è stato facile leggere la sua storia e ripercorrerla dentro di sé. E’ una persona estremamente sensibile e il suo vissuto l’ha segnata profondamente e, tutt’oggi, per quanto si sia rimboccata le maniche per andare avanti, sente ancora dolorose quelle ferite. Quando le chiedo se se la sente di pubblicarlo mi dice “Strappiamo il cerotto” ed ecco qui la sua storia.

La storia di Irene

La vita di Irene è piena di svolte e ostacoli, salite e discese, ma la sua capacità è stata quella di non farsi annientare, ma al contrario di affrontare ogni battaglia e uscirne più forte di prima, traendone un insegnamento.

Una sua frase mi ha colpita molto ed è molto in linea col periodo che stiamo vivendo a causa del Covid19:

“Io so adattarmi al cambiamento”

Irene

L’amore per il suo lavoro

Ed è proprio qui che sta la sua forza. Ad ogni colpo incassato, che avrebbe potuto distruggerla, è riuscita a ricominciare, rinascendo ogni volta.

Questo anno, per molti aspetti devastante, per lei ha segnato l’ennesimo nuovo inizio. Una delle sue più grosse delusioni personali e lavorative, danno vita a qualcosa di molto più importante, vivo e autentico.

Nonostante le avversità del 2020 infatti, decide di fare un salto nel vuoto: aprire una partita IVA nel settore degli eventi. Un azzardo, per molti, viste le continue limitazioni date dal periodo, ma Irene col suo ottimismo e con il suo entusiasmo non si lascia abbattere e imbocca la sua strada.

La ascolto parlare del suo nuovo lavoro ed è coinvolgente il suo fervore. Il suo sorriso aperto e il suo sguardo così brillante sono chiari segni di chi è follemente innamorata di ciò che sta facendo.

Mi racconta la sua storia e capisco che ogni pezzo del suo puzzle ha trovato il giusto incastro e l’ha portata ad essere la persona che è oggi e ad aver individuato la sua strada.

La sua storia

Mi racconta che la sua infanzia è segnata da un’estrema timidezza, superata giorno dopo giorno grazie all’aiuto delle sorelle, dagli amici di sempre e alla danza.

 A diciotto anni, dopo essersi iscritta in Università con indirizzo Organizzazione di eventi culturali, deve interrompere gli studi perché suo padre si ammala di una malattia degenerativa del cervello che lo porta pian piano alla totale paralisi.

Sono sette anni duri, in cui la quotidianità della famiglia ruota inevitabilmente intorno alla disabilità, agli ospedali, e alla burocrazia che molto spesso complica ancora di più le cose. Alternarsi tra ospedali, mantenere vive le proprie passioni e un doppio lavoro, non è sempre facile. Ma la fragilità del momento è l’occasione per passare molto tempo con suo padre e poterlo conoscere a fondo. Il loro rapporto si stringe moltissimo, e diventa davvero profondo.

Quando viene a mancare il papà Irene si sente persa, la routine creatasi intorno a lui si sgretola,  lasciando il vuoto totale. Decide così di  partire per quello che sarà il primo di una lunga serie di viaggi , destinazione Canarie.

Il viaggio come nuovo inizio

Il viaggio in solitaria, le serve per staccare da tutto, elaborare il lutto e trovare un nuovo inizio. Sono mesi di cammino a zaino in spalla, panorami meravigliosi. Tramonti e riflessioni alla scoperta di sé. A questo cammino seguiranno tanti altri viaggi tra Europa, Africa, Asia e Australia.

Esattamente un anno dopo, il trasferimento a New York segna una nuova importante svolta. Dall’altra parte del mondo lavora e studia, collaborando con un giornale dove scrive nella rubrica viaggi eventi e cultura, diventa ancora più indipendente e forte. Viaggia On the road tra Canada e Stati Uniti, imparando, scrivendo e allargando sempre di più i suoi orizzonti.

Quando il fidanzato di sempre si trova ad affrontare il cancro, torna in Italia e insieme, con il sorriso, sognando, viaggiando e godendosi ogni attimo, superano presto anche questa sfida. Oggi lui sta benissimo, i due hanno ormai un ruolo diverso nelle rispettive vite, ma continuano a stimarsi e sostenersi, perché l’amore quello vero e onesto, non finisce, semplicemente si trasforma, evolve in qualcosa di ancora più elevato, dove la persona e il suo benessere sono nettamente più importanti di un ruolo o un’etichetta.

Trarre insegnamenti dalle difficoltà

A soli trent’anni Irene ne ha passate tante, ma è incredibile ascoltarla e vedere come abbia saputo trarre insegnamenti da ogni situazione che ha vissuto.

Ha raggiunto una consapevolezza rara, di chi ha visto quanto possa essere breve la vita e soprattutto come possa cambiare tutto in un attimo. Da qui ha imparato a godere di ogni momento, a stupirsi di ogni cosa le capiti davanti agli occhi.

La passione per la scrittura

Per lei è sempre stata molto importante la scrittura. Fin da quando aveva sei anni scriveva nel suo diario ciò che viveva e provava. Mi legge un pezzo che aveva scritto da bambina riguardo a ciò che avrebbe voluto fare da grande. Classica domanda che viene sempre fatta a tutti i bambini. Irene, da bambina, non aveva un lavoro chiaro in mente, come chi voleva fare il dottore o la ballerina.

Scrive nel suo diario:

“ Caro diario, da grande vorrei viaggiare per il mondo, colorare, vedere gli animali della savana, fare un lavoro bellissimo e piantare tanti fiori. Avere tanti amici, mangiare sempre il gelato e scrivere sempre sul mio diario.”

Irene

Da adulta mi dice:

“A sei anni ero timidissima, oggi per fortuna non lo sono più. E’ bello guardare indietro e leggere queste parole, perché mi rendo conto che tante di quelle cose le ho realizzate. Ho viaggiato tanto in giro per il mondo, ho visto città sconosciute e vissuto meravigliose avventure. Ho visto gli animali della savana e ho un lavoro bellissimo. Non ho mai smesso di colorare e di amare i fiori e il gelato. Scrivo ancora tanto e ho tanti amici.”

Irene

Un lavoro che riunisce le sue passioni

Oggi del suo lavoro mi dice che è

Il sogno di fatto di tanti sogni e il viaggio fatto di tanti viaggi, in cui potermi esprimere completamente e trasmetterlo agli altri. Nulla si ottiene senza sacrificio e un bel po’ di coraggio ma tutto è possibile quando ci credi veramente e metti tutto ciò che sei anche nel minimo che fai”.

Irene

Ciò che ama del suo lavoro è la libertà di poter gestire i propri orari, in autonomia. Abituata a fare lavori da dipendente, e turni da parecchie ore, non si spaventa della fatica, anzi. E’ allenata a lavorare moltissime ore al giorno e la fatica non la sente nemmeno. Le piace che il suo lavoro sia l’unione di tutte le sue passioni.

È molto attenta ai dettagli, perché sono fondamentali per la buona riuscita dell’evento. Le piace poter incontrare persone creative con cui poter collaborare e  creare sinergie, scovando  sempre nuovi fornitori che amano a loro volta, il loro lavoro.

Sorride a pensare a ciò che aveva scritto a sei anni nel suo diario, perché si rende conto che è rimasta fedele a se stessa e al suo sogno.

Il suo sorriso ne è una chiara testimonianza.

Riguardo a Crema

Per Irene Crema è:

“La città dei bambini felici e degli adulti che sono stati bambini felici”

Irene

Una definizione che per lei vuol dire tutto. Per lei Crema è sinonimo di origini, di tradizioni forti a cui esser legati.

Mi fa l’esempio di S. Lucia, anche in altri posti esiste come tradizione, ma non ha mai sentito in nessuno di questi luoghi, la stessa forza e lo stesso attaccamento che sente a Crema e nelle persone che vi abitano.

Ha viaggiato tanto nella sua vita, e vissuto anche all’estero, ma nessun luogo per lei è come Crema. E’ qui che si sente davvero a casa. Ama il fatto che sia così legata alle sue tradizioni e che viva un forte fermento culturale.

I chiostri del Centro Culturale Sant'Agostino, a Crema (Cr), il luogo scelto da Irene per il suo ritratto per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli
I chiostri del Centro Culturale Sant’Agostino, a Crema (Cr), il luogo scelto da Irene per il suo ritratto per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

Irene e la fotografia

La fotografia per lei è importante quando viaggia perché ama collezionare ricordi dei luoghi che visita e le piace soffermarsi sui dettagli, un colore, la trama di un tessuto, i fiori. Da tutti questi elementi trae ispirazione e le piace quindi fotografare ogni dettaglio che colpisce la sua attenzione, per portarli a casa con sé.

Uno scenario diverso quando è lei a trovarsi davanti all’obiettivo. Fatica ad esser tranquilla, e ammette di sentirsi a disagio con un obiettivo puntato addosso, anche se si rende conto che è un aspetto su cui dovrà lavorare, in considerazione del lavoro che ha scelto di intraprendere.

Per partecipare al progetto “Donne di Crema”

Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.

Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.

Se il progetto “Donne di Crema” ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo

Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.

Il progetto “Donne di Crema”

“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.

Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.

Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).

Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.

Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.

La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.

In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.

Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.


Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.

Per vedere i ritratti delle Donne di Crema che hanno già partecipato, puoi visitare questa pagina.


Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!

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