Donne di Crema mi ha aperto molti spiragli sulle vite di tante donne e le loro storie mi hanno fatto conoscere realtà che non conoscevo se non per sentito dire. Ogni donna mi ha aperto le porte su nuovi mondi, mi ha offerto spunti di riflessione e motivi di crescita personale oltre che di apertura mentale.
La forza di questo progetto sta anche in questo e mi auguro che possa arrivare a chi legge, con la stessa intensità che è arrivato a me.
Come la storia di Ilaria che mi ha colpita parecchio, anche perché avendola conosciuta recentemente durante l’evento presso Palazzo Zurla De Poli, mai avrei immaginato cosa si potesse celare dietro al suo sorriso.
L’incontro
Ilaria si ritiene una persona molto fortunata perché nonostante ne abbia passate tante, è nata e cresciuta in una famiglia che le ha sempre dato tanto amore ed è sempre stata unita nel sostenersi a vicenda.
La storia di Ilaria
Vive da sempre nel quartiere di S. Maria, in un contesto popolare. Quando nasce è la terza figlia di una coppia di genitori già avanti negli anni e prima di lei ci sono un fratello e una sorella che rispetto a lei hanno più di vent’anni di differenza.
Ilaria da quando ha vent’anni è la tutrice di suo fratello, che ha una forte disabilità a livello intellettivo che lo porta ad essere un eterno bambino a livello cognitivo.
Questo l’ha portata nel corso degli anni a vivere tutte le sfumature e le difficoltà di chi si occupa di un familiare disabile.
Essere la tutrice di suo fratello
È stata per molti anni la tutrice più giovane di Crema. Un compito non facile ma che le ha dato moltissimo a livello umano. Suo fratello per lei è una persona eccezionale, capace di darle moltissimo, avendo mantenuto quegli aspetti tipici dell’età infantile. Per lei, è un eterno bambino, anche ora che ha più di cinquant’anni.
“Prendersi cura di una persona disabile ti insegna ad apprezzare le piccole cose belle della vita, a vedere tutto in maniera trasparente, ingenua, semplice e più buona. Danilo, mio fratello, è stato un insegnante di vita, mi ha insegnato davvero tanto. È una persona sempre positiva, ti basta guardarlo per essere felice. Capisci che le cose che quotidianamente ci fanno arrabbiare, in realtà sono sciocchezze, non sono veri problemi e che la felicità sta davvero nelle piccole cose.”
Ilaria
Danilo è schizofrenico e attraversa momenti molto bui che possono anche far paura, e questo aspetto non è facile da ammettere per i familiari, che non sono mai preparati veramente a gestire le reazioni inaspettate e ciò può disorientarli e anche spaventarli.
“L’importante però è non farsi sopraffare dalla paura e non abbandonarli, perché anche i ragazzi stessi sono spaventati di ciò che accade loro e spesso non hanno le capacità di capire cosa sta succedendo loro.”
“Prendersi cura di un’altra persona porta spesso, sbagliando, a concentrarci sulla malattia e a vivere più la vita della persona disabile, che la nostra vita.”
Ilaria
L’importanza di mantenere i propri spazi
Ilaria dal canto suo ritiene di esser stata brava a non cadere in questa trappola, in cui cade la maggior parte dei Caregivers*. (ndr *Tutti i familiari che assistono un loro congiunto ammalato e/o disabile).
“È importante continuare a mantenere i nostri spazi, e non permettere che la malattia sia sempre al centro della nostra vita. Questo è fondamentale. Dobbiamo continuare a portare avanti i nostri interessi. Non è facile, ma è necessario.”
Ilaria
Mi spiega che la maggior parte dei Caregivers è donna (in Italia il 75% delle persone che si occupano di persone disabili) ed essendo la tendenza delle donne, quella di essere multitasking, il rischio è che a poco a poco le loro necessità passino in secondo piano e questo non fa altro che mettere a repentaglio il loro equilibrio psicofisico.
Il rischio di cadere in depressione
Avvicinarsi alla disabilità non è facile e il rischio di cadere nella solitudine e nella depressione, per chi se ne occupa, è molto alto. Ecco perché ci tiene a parlare di queste tematiche e a sottolineare l’importanza di mantenere i propri spazi, per scongiurare che lentamente queste persone possano scivolare in uno stato di esaurimento nervoso.
“Ciascuno di noi ha bisogno di mantenere il proprio spazio per sé. Molto spesso abbiamo un forte senso di protezione nei confronti dei nostri ragazzi. Non dobbiamo però sovraccaricarci, ma chiedere e accettare gli aiuti delle altre persone. Perché se cadiamo vittime del burnout, crolliamo noi e crolla tutto di conseguenza.”
Ilaria
Molti anni fa, Ilaria non parlava molto di ciò che stava vivendo, con gli anni ha imparato a farlo per sensibilizzare le persone accanto a sé e la società.
“Quando ti trovi in una famiglia con un disabile cresci in fretta, non c’è più il concetto dell’essere la figlia più piccola, ma tutto ruota attorno alla disabilità. Noi siamo stati una famiglia che si è amata e si ama moltissimo e siamo stretti attorno a Danilo.”
Ilaria
Un legame fortissimo la lega a suo fratello che definisce la persona più importante della sua vita. Già da piccola era molto legata a lui e solo alle Scuole Medie ha capito che cosa avesse suo fratello, da un racconto letto in classe in cui si parlava della disabilità, che hai tempi era ancora definita “handicap”.
Lei lo ha sempre visto come un bambino nonostante i venticinque anni di differenza tra loro.
“A undici anni capisco che l’amore sa andare oltre. Con gli occhi di una bambina non capivo cosa lui avesse, per me era solo mio fratello, non vedevo la sua disabilità. Notavo gli sguardi delle mie amiche nei suoi confronti, ma non ne capivo il motivo. Crescendo ho capito quanto possa esser cattiva la gente.”
“Molte persone non sono preparate alla disabilità. È capitato di sentirmi ferita dagli sguardi e dalle parole della gente e ho imparato a non farmi colpire.”
Ilaria
Gli sguardi della gente
Gli sguardi della gente, ancor prima delle parole possono fare molto male. Non è certo semplice riuscire a non lasciarsi coinvolgere. Ilaria mi dice di aver imparato col tempo a gestire questo aspetto, ed è partita dal pensare che alcune persone sono insensibili verso realtà che non conoscono. Dal canto suo ha imparato ad accettare la situazione, senza illudersi di poter cambiare il mondo, ma cercando a sua volta di capire gli altri.
“Molto spesso quando le persone giudicano è perché non sono pronte ad affrontare una certa realtà.”
Ilaria
Il compito dei caregivers è molto impegnativo ed essendolo diventata da giovanissima, Ilaria ha fatto un gran lavoro su di sé nel corso di tutti questi anni e sicuramente oggi si sente molto più forte, perché ha imparato tanto lungo questo percorso.
Una sua affermazione mi colpisce e dimostra quanto amore, sensibilità e apertura mentale abbia, perché non ha mai visto la disabilità del fratello come un limite, ma come un dono, grazie anche agli insegnamenti e all’esempio di sua madre.
“Danilo è arrivato nella famiglia giusta. Mia mamma è la persona giusta. Una persona eccezionale che mi ha insegnato moltissimo come forza d’animo e di spirito. Ha avuto una vita costellata di drammi, ma è riuscita a rimanere una donna allegra, felice e spensierata. Ha saputo cogliere tutti i lati positivi della vita e nelle difficoltà ha saputo reagire col sorriso e con una grande capacità di reazione.”
Ilaria
Imparare a gestire le critiche
Un aspetto che bisogna imparare a gestire è anche quello legato alle critiche. È fondamentale imparare a distinguere le critiche utili e costruttive dalle altre che arrivano da persone che non conoscono e non vivono una situazione di disabilità, ma si sentono comunque in diritto di dire la propria opinione, spesso fuori luogo.
Un messaggio importante che lancia Ilaria è che occuparsi di persone disabili deve essere una scelta e non una costrizione.
Riuscire a fare la propria vita senza rinunciare ai propri sogni
Lei è l’esempio che si può riuscire a mantenere la propria vita nonostante il forte impegno che si è assunta.
Mi racconta dei suoi studi che l’hanno portata, dopo la maturità scientifica, prima a Bergamo per frequentare la facoltà di Ingegneria industriale, poi due anni in Canada e infine due anni in Germania per studiare economia.
Si alternava tra la famiglia nel fine settimana e gli studi in Germania, con la fatica e le difficoltà che questo comportava, ma ha scelto di non rinunciare ai suoi sogni e ai suoi obiettivi.
Una forte determinazione e una grande forza di volontà, unite alla passione per lo studio le hanno permesso di ottenere le borse di studio necessarie per poter seguire la sua strada.
Gli insegnamenti all’Università
Ciò che ha amato della facoltà di Ingegneria è che le ha insegnato la capacità critica, anche se ammette non essere un percorso di studi facile, oltre al fatto di essere una facoltà prettamente maschile.
Questo ultimo aspetto l’ha preparata per il mondo del lavoro dove le donne devono rimboccarsi le maniche e saper tirare fuori i denti per poter competere e farsi prendere sul serio in un mestiere che è ancora visto come una lavoro maschile.
Tutto questo l’ha portata a lavorare sul suo carattere, imparando a non mollare, a fare sacrifici e ad essere determinata.
Trarre il massimo dalle esperienze
Ilaria sa ricercare il massimo da ogni situazione che vive, nella vita personale, nel lavoro, ma anche dalle esperienze all’estero durante gli anni di studio. Ha assaporato la vera libertà nel mettersi in gioco in contesti totalmente diversi dal nostro, e confrontandosi con culture diverse, e capendo che da ogni cultura si può apprendere e si può dare.
“Le differenze che vediamo sono solo apparenze. Siamo tutti esseri umani uguali tra noi, che desideriamo essere ascoltati e ricerchiamo la nostra felicità.”
Ilaria
La sua scelta di partire per il Canada le è stata possibile perché in quegli anni sua sorella le dava una mano nel prendersi cura del fratello. Oggi, ammette che le risulterebbe molto più complicato se dovesse trasferirsi all’estero, perché non avendo più sua sorella, dovrebbe cercare di organizzarsi con una badante per gli aspetti pratici, ma il pensiero per la situazione a casa rimarrebbe costante.
“Anche nelle difficoltà, quando tutto sembra buio, e pensiamo che sia tutto perso, lo spirito umano ha il potere di farci rialzare. Ce ne rendiamo conto di questa forza, solo nel momento del bisogno.”
Ilaria
I lutti nella sua vita
Ne ha passate tante nella sua vita, perché oltre a dover seguire il fratello, che fa con amore, ha attraversato due lutti molto pesanti: la morte del padre quando lei ha solo diciannove anni e la perdita di sua sorella due anni fa per una recidiva di un tumore. Nonostante tutto riesce a sorridere ancora e ad avere un entusiasmo travolgente mentre mi racconta la sua vita.
“Se sorridi alla vita, la vita ti sorriderà. È il nostro approccio alla vita che cambia tutto, il nostro modo di reagire di fronte alle difficoltà che ci qualifica. Questa è la chiave della felicità.”
Ilaria
Si sente dalle sue parole che tutto ciò che ha attraversato l’ha resa una donna forte e felice di ciò che ha. Ama la sua famiglia e adora il suo lavoro in banca, che era il suo sogno.
Un lavoro che ama profondamente
Un lavoro che la stimola costantemente e si vede quanto è soddisfatta di ciò che è riuscita a conquistare, dall’entusiasmo che mette nel raccontarmi dei progetti che nel corso degli anni ha proposto.
Come l’ultimo in corso d’opera di cui è particolarmente fiera perché tratta un argomento molto importante rivolto ai giovani, sull’Educazione finanziaria. Per lei è fondamentale fare arrivare alla fascia giovane della società, l’importanza della cultura finanziaria per far sì che possano porre le basi del loro futuro in maniera serena ed oculata. Ama il fatto che sia stato ben accolto in città perché per lei è importante poter lavorare a livello locale su un argomento che al momento non è ancora stato trattato ma che è molto utile.
Parlando del suo lavoro apre una parentesi sulla figura femminile nel suo settore, dove le donne sono ancora una minoranza.
“È ancora un vecchio retaggio quello di pensare che le donne non siano portate per le materie scientifiche, bisogna andare oltre il preconcetto e la separazione tra ambiti maschili e femminili, e lasciare libere le persone di fare ciò che sentono.”
Ilaria
Ilaria ama il suo lavoro vi riversa tutta se stessa. Il suo compito è quello di seguire i progetti relativi alla soddisfazione del cliente e all’educazione finanziaria. Non è solo tecnica e numeri, ma tanta umanità nell’approccio relazionale col cliente per migliorare la sua vita offrendogli servizi adatti a lui.
Sostenibilità e attenzione alle persone sono i due capisaldi dell’ideologia portata avanti dalla sua banca e che Ilaria ha sposato totalmente.
Ancora una volta l’ascolto è un tema importante che esce dalle parole di Ilaria, così come da tante altre storie del progetto “Donne di Crema”.
L’importanza di una stabilità economica
Ci tiene a sottolineare che avere una propria stabilità economica è fondamentale per il benessere delle persone, perché l’approccio alla vita cambia molto quando non si è sereni dal punto di vista finanziario.
Lo sa bene, perché la sua famiglia ha attraversato tante difficoltà, in quanto le famiglie di persone disabili non sono aiutate dallo Stato. Una pensione di disabilità non arriva nemmeno a trecento euro al mese e ciò fa sì che le persone disabili siano sempre a carico delle famiglie che percepiscono una pensione di accompagnamento che è comunque una cifra molto contenuta.
Ecco perché ha imparato a sue spese la cultura del risparmio e ci tiene a insegnare ai giovani come poter creare delle basi salde per il loro futuro.
Una donna che si è fatta da sé, Ilaria, puntando sulle sue capacità nello studio ha ottenuto le borse di studio che le hanno permesso di poter frequentare l’Università e fare le esperienze all’estero.
“La stabilità economica è arrivata con l’ingresso nel mondo del lavoro, ma vengono prima altre doti quali la voglia di impegnarsi e di apprendere e mettersi in gioco con le proprie forze.”
Ilaria
Per lei non è importante fare il suo lavoro per la posizione che ricopre o per la parte economica ma proprio perché lo sente fatto su misura per lei, questo la rende felice e le dà la carica di dedicarvisi ogni giorno con passione ed entusiasmo.
Reagire davanti ai colpi della vita
“Quando la vita si fa difficile, l’importante è non subirla. Ne ho passate tante nella mia vita, ho attraversato anche io i miei momenti bui, in seguito ai lutti e alle tante difficoltà, ma ho sempre cercato di reagire, senza lasciarmi schiacciare.”
Ilaria
Ha avuto l’esempio di sua sorella, che anche durante la malattia non si è mai pianta addosso, ma ha sempre avuto una grande forza d’animo. Ilaria ha fatto suoi tutti gli insegnamenti che la vita le ha offerto e il primo tra tutti è quello di rialzarsi ogni volta che la vita la buttava al tappeto, andando nella direzione della felicità.
“Cos’è la felicità? È un’accettazione della realtà in maniera positiva, cercando di cambiare le cose che puoi cambiare.”
Ilaria
Per esempio, quando la mancanza della sorella si fa sentire cerca di focalizzarsi su tutti gli insegnamenti che le ha lasciato e alle cose felici che hanno vissuto insieme.
Ilaria e lo sport
Anche lo sport, che ha accompagnato per molti anni la sua vita è stato fonte di crescita e sviluppo della sua forza mentale e caratteriale. Per dieci anni ha fatto parte della squadra femminile di Rugby, uno sport duro ma che ha amato profondamente.
Il rugby le ha insegnato a fare squadra, a portare avanti i propri obiettivi, ad avanzare sempre e a rispettare gli avversari. E’ qui che ha imparato il sacrificio di allenarsi con qualunque condizione atmosferica e in qualunque stagione. Si è rotta parecchie ossa ma non ha mai rinunciato a ritornare in campo.
Il volontariato
Come se la sua vita non fosse già abbastanza densa, da dieci anni a questa parte è una volontaria presso la Caritas di Crema dove contribuisce alla distribuzione della spesa alimentare alle famiglie in difficoltà. Un altro modo per aiutare gli altri e crescere come persona, incontrando parecchie persone e scoprendo tante realtà differenti.
Riguardo a Crema
Per studio e lavoro ha avuto la possibilità di viaggiare e vivere all’estero, ma per lei Crema resta “la città più bella del mondo”. Per lei è una cittadina che offre tutto, a misura d’uomo, che dà a ciascuno la possibilità di essere se stesso. La trova molto innovativa sotto molti punti di vista, ma allo stesso tempo molto legata alle proprie tradizioni tra cui il dialetto e la cucina.
Ha vissuto molto la città fin dai tempi della scuola, poi attraverso lo sport e anche a livello sociale per seguire suo fratello e per il volontariato presso la Caritas. Ricorda con molto piacere gli anni del Liceo Scientifico per la qualità nell’insegnamento ricevuto, perché i suoi insegnanti erano in grado di stimolare molto i propri alunni per il post diploma sia a livello personale che a livello culturale.
“Crema è un po’ come noi: legati alle nostre tradizioni (le nostre famiglie), ma con uno sguardo sempre rivolto al futuro. Ha molto potenziale e lo si nota nella sua apertura verso nuovi progetti.”
Ilaria
Ilaria e la fotografia
A Ilaria piace molto la fotografia e farsi fotografare, tanto che ha riempito i suoi social con i suoi selfies ed è conosciuta tra le sue amiche per questo suo lato, tanto da prenderla bonariamente in giro quando si fanno le foto in gruppo perché lei è sempre in primo piano e poi vengono loro.
Non ha problemi nel porsi davanti ad un obiettivo né le crea imbarazzo, si sente sicura di sé e sa come approcciarsi per risultare al meglio.
Per partecipare al progetto “Donne di Crema”
Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.
Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.
Se il progetto “Donne di Crema” ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo
Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.
Il progetto “Donne di Crema”
“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.
Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.
Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).
Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.
Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.
La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.
In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.
Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.
Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.
Per vedere i ritratti delle Donne di Crema che hanno già partecipato, puoi visitare questa pagina.
Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!
Un commento su “Donne di Crema: il ritratto di Ilaria”