Donne di Crema: il ritratto di Eswari

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Continua con grande entusiasmo il progetto Donne di Crema, e tante nuove candidature continuano ad arrivare. Non vedo l’ora di ascoltare tante nuove storie e raccontare queste splendide donne.

Il ritratto di Eswari per il progetto "Donne di Crema" (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Eswari per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

L’incontro

E’ un venerdì pomeriggio soleggiato, quello in cui ho fissato l’appuntamento con Eswari, un bel sole, cielo azzurro e aria fresca. Il posto scelto da Eswari è proprio dietro casa mia, lungo le sponde del fiume Serio. Ci sediamo sulle rocce sulla sponda mentre mi racconta la sua storia e il perché abbia scelto questo luogo.

Il giorno del ritratto di Eswari

Abitiamo poco distanti, la vedo arrivare in bicicletta, che poi mi racconterà essere il suo mezzo di locomozione e ciò che le piace, è che ogni volta che pedala, subito un senso di libertà la avvolge. Per chi è di Crema, la bicicletta è un mezzo diffuso, le vie cittadine ne sono letteralmente invase, tanto che un famoso film ambientato in queste zone, ha fatto di questo mezzo un vero e proprio simbolo.

Eswari inizia a raccontarmi la sua storia, fin dall’infanzia, in India, dove è nata. Un periodo molto difficile, fatto di grande povertà, e di una bambina costretta a crescere molto in fretta. Frequenta il collegio di Madre Teresa di Calcutta e qui le insegnano ad occuparsi dei bambini più piccoli, nonostante lei sia una bambina di cinque o sei anni appena. Questa sarà la sua prima esperienza con i bambini e la porterà, da adulta, a voler essere una maestra per l’infanzia.

I sogni

Da piccola ha tre sogni: diventare una ballerina, una poliziotta o una maestra.

Il terzo sogno è quello che è poi diventato realtà, seppure nella precarietà del lavoro non ancora di ruolo.

Lascia l’India da bambina, quando i suoi genitori adottivi portano lei e il fratello in Italia. Vive inizialmente a Castelleone dove frequenta le elementari e medie, per poi frequentare le superiori a Crema.

Nel frattempo, i suoi genitori decidono di trasferirsi in provincia di Piacenza, ed Eswari si iscriverà all’Università a Parma, Scienze dell’educazione.

L’incontro con l’amore

E’ in quegli anni che conosce un ragazzo, che oggi è suo marito, un bravo ragazzo, un cremasco doc. Si trasferirà con lui a Crema, e negli ultimi tre anni e mezzo il loro amore è stato coronato dalla nascita della loro bimba, Asia.

Una vita intensa quella di Eswari, fatta di un’infanzia difficile, il distacco dalla famiglia d’origine, la scoperta di una nuova vita con due genitori che la spronano a dare sempre il meglio di sé, il cambiamento drastico con una nuova realtà.

Affronta la vita con il sorriso, nonostante tutto non si lascia abbattere, ma affronta la vita in modo deciso, è una combattente che non ha paura di mostrare le sue fragilità.

Il bullismo

Fin da piccola, durante i campi estivi sperimenta sulla sua pelle cosa voglia dire il bullismo a causa di alcuni episodi, fortunatamente isolati. Pian piano inizia a reagire a queste ingiustizie, e rafforza il suo carattere giorno dopo giorno. Finché alle superiori riesce a raggiungere un livello di forza tale da saper affrontare chi cerca di bullizzarla.

Un carattere forgiato nel tempo e dalle difficoltà dopo aver attraversato parecchi momenti bui.

Ma non si è lasciata abbattere ha sempre cercato il modo di superare le difficoltà riuscendo a capire quale era il momento di prendersi cura di sé per il bene anche della figlia.

Figlia che ama moltissimo e che ha coronato il suo sogno che coltivava sin da ragazzina di avere una figlia e di chiamarla Asia.

Accanto a lei un marito che è un compagno, amico, confidente. Un amore basato sul rispetto reciproco e sul dialogo.

La ascolto rapita mentre mi racconta la sua vita e mi rendo conto che alla fine è solo questione di fortuna (o sfortuna) dove nasciamo, ma è nostra responsabilità scegliere come vivere il resto della nostra vita. Sicuramente Eswari ha tanto da insegnare, nei suoi trent’anni di vita ne ha viste davvero tante, e questo l’ha resa ben più matura e responsabile rispetto alle sue coetanee.

L’importanza del sorriso

La sua vera forza sta nell’esser riuscita a mantenere il sorriso. Per lei è importante riuscire ancora a sorridere perché vuole che sua figlia possa crescere in un ambiente sereno.

Ha affrontato battaglie e non si è tirata indietro, ha rischiato, è caduta, ma si è rialzata ogni volta.

Quando le chiedo se ha un sogno, mi dice che è quello di aprire, un giorno, un nido tutto suo e vista la sua tenacia e il suo impegno sono certa che riuscirà a realizzarlo. Oltre a questo sogno sta scrivendo la sua autobiografia perché vuole lasciare una testimonianza per sua figlia, riguardo tutto ciò che ha affrontato e superato e sono certa che riuscirà anche in questa impresa.

Il pensiero di Eswari riguardo a Crema

Il fiume Serio, a Crema (Cr), il luogo scelto da Eswari per il suo ritratto
Il fiume Serio, a Crema (Cr), il luogo scelto da Eswari per il suo ritratto

Crema per Eswari è un luogo “a misura di donna”. Ci tiene a sottolineare questo concetto. A misura di donna perché qui si sente ascoltata, seguita e sicura, senza mai avere la sensazione di essere in pericolo.

Un luogo accogliente che percorre in lungo e in largo in sella alla sua bicicletta che le dona un senso di totale libertà. Come la prima volta che è uscita dopo la fine del lockdown, in cui ha riassaporato quel senso di ritrovata libertà, sentendo l’aria in faccia, pedalando in un centro ancora un po’ deserto.

Ama trascorrere il tempo immersa nella natura lungo le sponde del fiume Serio o del Canale. Seduta sulle rocce, attorniata dal verde, ascolta il suono della cascata e lascia che i suoi pensieri siano cullati dal lento scorrere delle acque del fiume.

Una pausa rigenerante a cui non rinuncerebbe per nulla al mondo. Il suo posto del cuore e il suo luogo della pace e del silenzio meditativo.

Eswari e la fotografia

Ama fotografare, si sente anche un po’ fotografa e me lo dice con aria sicura e sguardo vispo.

Mi racconta che le piace fotografare per fermare quell’esatto istante che sta vivendo, quell’emozione che sta provando e che è sicura di rivivere ogni volta che rivedrà quello scatto. Una fotografia le permette di risentire quel gusto e quel profumo sentiti durante il momento vissuto e fotografato.

Come in una foto di sua figlia appena nata in braccio a lei, scattatale dal marito in cui lei si riconosce perfettamente e, ogni volta che la riguarda, risente quel buon profumo tipico dei neonati, che sua figlia aveva in quel momento.

Una forte carica emotiva ha quindi la fotografia per lei.

Se invece è davanti all’obiettivo, non ama mettersi in posa, anzi, la fa sentire proprio a disagio mettersi in pose forzate. Preferisce di gran lunga farsi un selfie o una foto spontanea.

Per partecipare al progetto “Donne di Crema”

Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.

Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.

Se il progetto ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo.

Se vuoi vedere alcune immagini del progetto, guarda qui

Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.

Il progetto “Donne di Crema”

“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.

Voglio raccontare le donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.

Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere lei stessa il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata e averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).

Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.

Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.

La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.

In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.

Se sei di Crema (ci sei nata e hai vissuto qui molti anni, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi un’email: moni@monimix.com


Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.


Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!

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