Donne di Crema: il ritratto di Enrica

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Donne di Crema, racconta storie di donne ma anche il legame con il territorio, con le proprie origini. Questo si traduce anche nel voler valorizzare le tradizioni e un prodotto locale, come nella storia di Enrica.

L’incontro

Enrica vive un’infanzia felice, “senza grossi problemi e sconvolgimenti”, come mi racconta. Ricorda di esser stata una bambina tranquilla a cui piaceva studiare e che non ha mai dato problemi alla sua famiglia. Ha sempre avuto tanti amici e non si è mai privata delle gioie di uscire e vivere la vita tipica degli adolescenti.

È sempre stata autonoma nel prendere le sue decisioni e a capire cosa le piacesse, anche se non le è mai mancato il confronto con sua madre e le persone a lei care. Ha sempre avuto il sostegno e la fiducia dei suoi genitori nelle sue decisioni che l’hanno sempre lasciata libera di fare le sue scelte senza mai imporle la loro visione.

Il ritratto di Enrica per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Enrica per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La storia di Enrica

La sua vita trascorre serena in un paese poco distante da Crema. L’incontro con la cittadina avviene ai tempi delle Scuole Superiori quando si iscrive a Ragioneria e scopre un profondo legame con essa che arriva sino ai giorni presenti.

Ha sempre saputo organizzarsi molto bene dividendosi tra studio e tempo libero trovando il giusto equilibrio tra i due aspetti.

“Ho sempre preso la vita con filosofia e questo mi ha aiutata molto nella vita. Ho sempre pensato: ‘prima o poi ce la farò’.”

Enrica

Grazie a questo suo approccio alle cose, è riuscita ad andare oltre gli ostacoli che ha incontrato sul suo cammino e a raggiungere i suoi obiettivi, e, nonostante i dubbi e le incertezze, ha sempre sentito che “ce l’avrebbe fatta.”

“Sono molto sognatrice e questo a volte si traduce nel dimenticarmi le cose e a vivere un po’ sulle nuvole. Mi ha portata ad essere poco razionale anche se faccio una vita molto razionale. Sono un insieme di cose diverse che convivono in me.”

Enrica

La fatica ad aprirsi

Ammette che non sempre chi la conosce riesce a capirla, perché a volte fa fatica ad aprirsi e a far capire chi è veramente. Questo fa sì che le persone tendano a vederla come una persona posata e razionale, ma poi quando la conoscono si rendono che c’è molto altro dietro la sua facciata.

Questo perché non è una persona istintiva che riesce subito ad aprirsi agli altri, anche se quando prende fiducia e confidenza riesce finalmente ad aprirsi e permette agli altri di scoprire come è realmente.

“È una cosa che faccio istintivamente, per auto protezione. Forse perché sono rimasta senza mio padre, quando ero molto giovane e mi è mancata la sua guida. Da quel momento mi sono dovuta proteggere dal mondo esterno e costruire una sorta di corazza.”

Enrica

Un evento traumatico quando ha ventidue anni: suo padre all’improvviso viene a mancare. Trova nella madre un grande sostegno con cui affrontare il dolore e il dramma vissuto. Le due donne si sostengono a vicenda e si fanno forza nel portare avanti le loro vite.

“Capisci che ciò che hai oggi puoi non averlo domani e che tutto può cambiare in pochissimo tempo e potrebbe crollarti tutto addosso all’improvviso. Quando lo provi realmente sulla tua pelle, ti segna profondamente. Capisci fino in fondo quanto le cose possano cambiare rapidamente.”

Enrica

Gli studi

Al termine dei suoi studi di Ragioneria voleva di più e non si accontenta di andare subito a lavorare. Avendo il pieno appoggio della famiglia e non avendo l’esigenza di doversi mantenere subito col lavoro, vuole avere maggiori possibilità di scelta per il suo futuro, avere nuovi stimoli e sbocchi. Decide così di proseguire gli studi con il percorso Universitario, iscrivendosi ad Economia e Commercio, dove si laurea con una Specializzazione in Marketing.

“Nell’ambito di Economia e Commercio che è una facoltà razionale, il marketing era la parte più irrazionale e creativa. Ero molto affascinata da questo mondo, che ha risvolti anche psicologici e sociologici.”

Enrica

Grazie ad una borsa di studio vinta, dopo la laurea, riesce a seguire un Master sul marketing. Lo studio le è sempre piaciuto e non le è mai pesato, così come l’essere attiva e dinamica. Non le pesa lavorare intensamente e coglie l’occasione di poter approfondire ulteriormente le sue conoscenze con il Master.

L’ingresso nel mondo del lavoro

L’anno del Master le permette di crescere ulteriormente sia come persona che come professionista. Grazie a questa ulteriore specializzazione, iniziano ad aprirsi per lei le porte del mondo del lavoro e le occasioni iniziano a presentarsi.

“Mi piace darmi da fare e tenermi occupata, anche se poi mi rendo conto che a volte esagero e non ho un momento libero. Dovrei imparare a dire qualche no in più, capisco che questo sia un mio difetto.”

Enrica

Al termine del Master inizia a lavorare a Milano in una multinazionale come responsabile marketing, lavoro che svolge per parecchi anni, sia in Italia che all’estero.    

Amare profondamente il proprio lavoro

Un lavoro molto duro ed intenso, dove non ha orari, in cui sacrifica anche parte della sua vita privata per seguire i ritmi richiesti. Riesce a sopportare quel forte impegno perché ama molto quel lavoro e nonostante il peso della fatica, la passione prevale.

“Devo fare qualcosa che mi piace, solo in quel caso non mi pesa la fatica.”

Enrica

Per un anno si trasferisce a Parigi per lavoro. Di quel periodo conserva dei bellissimi ricordi. Ricorda bene di aver avuto la possibilità di conoscere tante nuove realtà e culture, che le hanno permesso di accrescere ulteriormente il suo bagaglio di esperienze culturale, personale e professionale.

“Amo molto viaggiare, scoprire, sperimentare. Serve avere un’apertura mentale nella vita per poter crescere a livello personale oltre che a livello lavorativo.”

Enrica

Si rende conto che a volte può essere la fortuna a far trovare un lavoro che appassioni a tal punto da non far sentire la fatica, ma riconosce che non si tratta solo di fortuna, ma che è merito di ciascuno il sapersi impegnare, sacrificare e capire cosa si desidera fare nella vita.

Si sente dai suoi racconti e dalle sue espressioni che quel lavoro lo amava moltissimo, ma le ha anche chiesto molto in cambio.

“Ho potuto fare quel lavoro per tanti anni perché a quei tempi non avevo ancora creato la mia famiglia e mi potevo dedicare al lavoro senza rimorsi o sensi di colpa perché non sottraevo il tempo a nessuno, altrimenti non mi sarebbe piaciuto così tanto.”

Enrica

Il momento di cambiare

Dopo una dozzina d’anni in quell’ambiente, a circa trentacinque anni, decide di fermarsi e reinventarsi. Sente crescere in sé l’esigenza di fare qualcosa di suo e di mettersi in gioco per se stessa senza avere qualcuno alle spalle di organizzato come una Multinazionale.

“Per quanto fosse impegnativo lavorare per la Multinazionale, avevo le spalle coperte, perché avevo uno staff di persone che lavoravano per me, un budget sempre a disposizione e tante possibilità. Molto diverso è lavorare in maniera autonoma per me stessa dove l’unica responsabile sono io.”

“Nel contesto aziendale le persone erano considerate al pari di numeri, serviva potersi mettere in luce attraverso il proprio operato e il proprio impegno profuso. In quel caso, allora, le possibilità venivano date. Più ci si rendeva disponibili, sostenendo ritmi impegnativi senza sottrarsi alle richieste, maggiori erano le occasioni. Se uno si limitava a fare il proprio compitino veniva relegato nel suo ruolo perché visto come uno dei tanti. Per me era una sfida costante con me stessa ma anche con gli altri.”

Enrica

Non ha paura delle sfide, Enrica, e il cambio radicale di vita è per lei un salto nel buio.

Una scelta che se da un lato la pone davanti al suo desiderio di fare qualcosa di suo, dall’altro la mette in condizione di potersi finalmente dedicare alla sua vita privata, creandosi una famiglia tutta sua, progetto messo in secondo piano durante i tanti anni in azienda.

Un laboratorio artigianale tutto suo

Decide di aprire un suo laboratorio artigianale in cui produrre mostarda, un prodotto tipico del nostro territorio, che ha sempre amato moltissimo. Si occupa della sua attività a 360 gradi, occupandosi di tutto, dal prodotto al marketing, alla vendita e alle collaborazioni.

“La scelta di dedicarmi alla produzione della mostarda, nasce dal fatto di volermi dedicare ad un prodotto che fa parte della nostra cultura, delle nostre tradizioni. Volevo portare avanti il discorso di rilanciare e reinventare questo prodotto che è stato un po’ accantonato negli anni e a cui veniva dato poco risalto rispetto ad altri prodotti tipici del nostro territorio.”

Enrica

Parte dalle sue radici, dalla cultura del territorio, dalla cucina locale e decide di cogliere questa sfida, per poter valorizzare la mostarda e donarle la giusta importanza che merita.

Inizia per lei un nuovo percorso creando il suo laboratorio artigianale in cui abbinare la tradizione all’idea di un prodotto contemporaneo. Questo la stimola nel cercare nuovi prodotti e nuove alternative e le dà l’entusiasmo della sfida e della sperimentazione.

“Amo il fatto di poter creare nuovi prodotti, fare degustazioni per far provare nuovi gusti e nuovi abbinamenti. Mi piace l’idea di collaborare con le altre realtà, che siano ristoranti, chef e i miei clienti stessi. Mi sono costruita questa nuova attività lavorativa tutta mia.”

Enrica

Inizialmente aveva un po’ sottostimato l’impegno che una nuova attività in proprio le avrebbe richiesto, ma col tempo si è resa conto che anche in questo caso le ore di lavoro sono parecchie e soprattutto è lei la diretta responsabile.

Questo però non le impedisce di realizzare l’altro suo sogno, quello di costruirsi la sua famiglia, che diventa realtà con la nascita di sua figlia, oggi quattordicenne.

La valorizzazione delle tradizioni e del territorio

Sempre per la voglia di portare avanti le tradizioni e per far conoscere il territorio, alcuni anni fa, partecipa, insieme ad altre aziende locali alla realizzazione di “Made in Crema” con cui far scoprire le tipicità e le eccellenze della nostra terra, coniugando il discorso turistico all’ambito enogastronomico.

Per lo stesso motivo collabora da anni con l’Associazione “I mondi di cartacon cui organizza eventi di degustazione che le permettono di confrontarsi con un pubblico sempre più vasto fatto di chef, food blogger, giornalisti, grazie ai quali può sempre più sperimentare e trovare nuove idee.

La vita personale

Dal punto di vista personale è riuscita a costruirsi la sua famiglia, e a conciliare la sua nuova attività con le esigenze della bambina, grazie anche all’aiuto di sua madre, figura sempre presente ed importante per lei.

Un aneddoto simpatico che mi racconta è che sua figlia ha partecipato alla prima fiera di settore (a cui Enrica ha partecipato con la sua attività), all’età di nove mesi. Enrica ha voluto, anche per esigenza, coinvolgerla nel suo lavoro, e la ragazza si è appassionata al lavoro della madre, tanto da sentirsi a suo agio nell’ambito delle fiere dove ne approfitta per fare esperienza sul campo.

Il cambio vita

Un cambio vita totale, quello di Enrica, in cui ha cambiato l’approccio stesso al lavoro, passando da una realtà come quella della Multinazionale a questa in proprio , una realtà molto più piccola fatta da persone e da rapporti umani.

Le responsabilità sono tante perché mette in gioco se stessa, ma è un forte stimolo per lei. Il cambio di dimensioni delle due realtà, l’ha portata a cambiare visione e il modo di pensare. Ha dovuto cambiare visione, usando l’esperienza precedente, trasportandola in una realtà così piccola. È un modo diverso di lavorare, più intimo, più familiare, dove coinvolge tutte le persone accanto a lei.

Enrica ha fatto tesoro delle esperienze precedenti, anche grazie ai tanti viaggi che ha potuto fare nella sua vita. Ha imparato a cogliere il bello anche nelle situazioni più brutte e a far tesoro di ogni cosa vissuta. Ha capito che è fondamentale uscire dal proprio abitudinario, scoprire realtà diverse per poi poter far ritorno con un bagaglio di nuove conoscenze che possano far crescere e arricchire la persona oltre che far progredire la professionista.

“Bisogna uscire dalla propria comfort zone. Solo così si possono vedere le cose in maniera differente. È grazie alle esperienze fatte che si può crescere come persone e si può avere una maggior capacità di pesare le cose. È fondamentale essere soddisfatti, e ciò lo si può fare solo attraverso la continua esposizione agli stimoli.”

Enrica

La curiosità di scoprire il passo successivo

Dal canto suo Enrica non si è mai accontentata. Ha sempre avuto la curiosità di scoprire cosa le avrebbe riservato il passo successivo. Così è stato dopo gli studi di Ragioneria, dove ha voluto scoprire il mondo Universitario, per poi decidere di proseguire col Master. Al termine di esso non si è accontentata delle prime offerte di lavoro ma ha cercato di andare oltre e puntare ancora più in alto trovando il lavoro che voleva. Per poi decidere di cambiare drasticamente la sua vita per trovare nuovi stimoli che un’attività in proprio poteva darle e dove poteva esprimere il suo potenziale.

Sono sicuramente scelte importanti, difficili, che significano andare oltre le proprie paure, buttandosi anche nel vuoto, a volte, con l’obiettivo di non smettere mai di crescere, andare avanti per la propria strada e trovare sempre stimoli in ciò che si fa.

Riguardo a Crema

Il suo legame con la città inizia già ai tempi dell’adolescenza, quando studia Ragioneria e inizia a scoprire Crema e il suo territorio. Crescendo il legame si intensifica fino a portarla alla decisione di sviluppare l’idea di occuparsi della valorizzazione di un prodotto tipico territoriale.

Ama il territorio, le sue origini, la sua cultura, e cerca di render omaggio a tutto questo attraverso l’impegno che profonde nel suo lavoro. Crede molto nella valorizzazione delle tradizioni partendo da quelle culinarie e col suo apporto le sembra quasi di “abbracciare il suo territorio”.

Le piace la vivacità di Crema a livello culturale, la vede stare al passo ed evolversi guardando avanti. Sente l’influenza milanese arrivare fino a qui e lo vede nel sapersi mettere in gioco ogni volta. Si sente molto in sintonia con Crema perché trova molte affinità tra lei e la città nel volersi mettere in gioco e non fermarsi nel crescere e trovare sempre nuovi stimoli.

La vede molto giovane, vissuta dai giovani, tra cui sua figlia, quando li vede popolare il centro ogni sera d’estate e questo è un aspetto che le piace molto perché la fa apparire come una città viva, dinamica e capace di accogliere i giovani.

Via Dante a Crema (Cr), il luogo scelto per il ritratto di Enrica per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli
Via Dante a Crema (Cr), il luogo scelto per il ritratto di Enrica per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

Enrica e la fotografia

Non le piace essere fotografata e, se possibile, cerca sempre di evitare il momento della ripresa fotografica. Non si sente perfettamente a suo agio esser ritratta in posa, ma le piace vedere quegli scatti rubati in cui non se lo aspetta perché sono gli unici in cui riesce ad essere spontanea.

Le piace fotografare anche se ammette di non riuscire a vedere nello scatto realizzato, la reale bellezza di ciò che ha davanti ai suoi occhi, ma ne apprezza l’importanza per la capacità di conservare i ricordi.


Per partecipare al progetto “Donne di Crema”

Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.

Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.

Se il progetto “Donne di Crema” ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo

Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.

Il progetto “Donne di Crema”

“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.

Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.

Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).

Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.

Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.

Dettagli

La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.

In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.

Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.


Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.

Per vedere i ritratti delle Donne di Crema che hanno già partecipato, puoi visitare questa pagina.

Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!

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