Una nuova intervista è uscita nei giorni scorsi, per il settimanale Mondo Padano. Gli argomenti trattati? Fotografia di ritratto femminile, bellezza autentica, Donne di Crema e progetti futuri.
In questa prima settimana di chiusura al mondo, in cui l’ordine perentorio è di rimanere in casa, ammetto che la routine mattutina che mi sono costruita negli ultimi mesi mi ha letteralmente salvata. Affronto le giornate come prima del diffondersi del Coronavirus, senza ovviamente poter ritrarre nessuno, ma con lo spirito di chi non vuole comunque farsi abbattere.
Negli ultimi mesi ho costruito un mio percorso per raggiungere un obiettivo e in queste settimane di clausura non farò altro che continuare a svolgere tutti quei compiti che mi sono prefissata in tempi non sospetti.
La lista delle cose da fare è lunga, quindi credo che non avrò tempo di annoiarmi.
Mantenendo uno spirito positivo, per quanto possibile in questa situazione difficile, posso cercare di affrontare questa dura prova.
Convinta che un pensiero positivo porti cose belle, ne ho avuto la riprova proprio questa prima settimana. Lunedì scorso mi ha contattata telefonicamente la giornalista Lidia Gallanti del settimanale “Mondo Padano”.
Grazie ad un intreccio di contatti derivati dal progetto “Donne di Crema”, Lidia è venuta a conoscenza di questo mio progetto, ed essendone rimasta colpita mi ha voluta contattare e intervistare.
Certo, sarebbe stato bello poterla incontrare davanti ad un buon caffè, perché, diciamolo, a noi Italiani la convivialità rientra nel DNA. Tutto ruota attorno ad un caffè o a del buon cibo. Così come i contatti fisici, una stretta di mano, un abbraccio. Gesti spontanei e naturali di cui in questo periodo si sente tremendamente la mancanza.
Non potendoci ovviamente incontrare, Lidia, mi intervista al telefono. Non certo il mezzo che amo di più a questo mondo, ma dopo i primi attimi di disagio dati dal mezzo, inizio a parlare a ruota libera della fotografia di ritratto, della bellezza autentica e del progetto “Donne di Crema“, incalzata dalle ottime domande che Lidia mi pone.
Domande mirate, ben formulate che mi permettono di raccontare a fondo la mia visione della fotografia di ritratto.
Una lunga intervista, quando la telefonata si conclude vedo che sono passati quaranta minuti. E’ stata veramente una bellissima chiacchierata e mi rendo sempre più conto che tutto ciò che ho fatto in questi anni ha ora un senso, e mi ha portata dove sono ora.
Ogni persona con cui ho avuto il piacere di parlare ultimamente mi conferma che dalle mie parole arriva tutto l’entusiasmo che metto nella fotografia.
Un nuovo entusiasmo riscoperto nell’ultimo anno, in particolare negli ultimi mesi, da quando ho finalmente trovato il mio obiettivo principale. E cioè dedicarmi quasi interamente alla fotografia di ritratto, in particolare il ritratto femminile indagandone a fondo gli aspetti psicologici.
L’intervista è uscita venerdì 13 marzo sul settimanale Mondo Padano. Fortunatamente l’edicola è una delle uscite concesse dal decreto, quindi posso uscire per questa breve tappa nel mondo esterno.
Torno a casa, vedo che sulla prima pagina c’è un trafiletto dell’articolo. Emozione pura. Sfoglio il giornale sino a pagina 16 e vedo che mi hanno dedicato tutta la pagina in apertura alla sezione Cultura.
Un sorriso enorme sul mio viso e un senso di soddisfazione per la fotografia. E’ la conferma che sono sulla strada giusta e questo mi dà ancora più slancio a proseguire con forte entusiasmo.
“Guardami negli occhi, sii te stessa, sorridi. Lasciarsi catturare in una fotografia è come mettersi a nudo, scoprirsi per riscoprirsi attraverso gli occhi di chi ci osserva. Lo sa bene Monica Antonelli, fotografa cremasca appassionata di ritratti femminili e convinta sostenitrice della bellezza autentica.”
Lidia Gallanti
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