Il ritratto di Lina è uno dei quattro che ho realizzato nella settimana del Ferragosto, durante la quale ho avuto la fortuna di conoscere quattro splendide donne per il progetto Donne di Crema e ognuna di loro ha saputo regalarmi qualcosa di sé.
Il ritratto di Lina – L’incontro
La quarta donna della settimana è una donna straordinaria, piena di storie da raccontarmi, condite di poesia, teatro, amore e sorrisi. Lina è un concentrato di energia allo stato puro e mi conquista subito con la sua personalità.
Il ritratto di Lina
Riassumere Lina in un articolo non è per niente facile, perché sono talmente tante le cose da raccontare di lei che servirebbe molto più dello spazio che un articolo offre.
Fin dal primo contatto, nella sua prima email in cui si è presentata per partecipare al progetto mi ha premesso subito che di non esser giovane come le altre partecipanti, ma che era avanti negli anni. La cosa mi ha fatto sorridere, perché l’unica cosa che ho pensato è stato che più anni significano solo una cosa: una storia più lunga da ascoltare. E già dalle sue prime righe ho capito quanto sarebbe stato interessante stare ad ascoltarla.
Lina mentre si lascia andare nella sua storia è un fiume in piena di aneddoti, racconti, citazioni, poesie… Non è facile starle dietro, ma è talmente piacevole che tutto quello mi racconta si fissa all’istante nella mia memoria.
Ogni tanto, mi guarda, si ferma e, con una delicatezza e un’attenzione rara, mi chiede se mi sta annoiando perché pensa di star esagerando con i suoi racconti, ma la ascolto rapita e curiosa di conoscerla ancora meglio.
La sua storia è piena di vita
Il suo nome, Lina, è un omaggio che sua madre volle fare al fratello disperso in Russia nel ‘43, molti anni prima della nascita di Lina. Lina conosce lo zio attraverso le parole di sua madre e di sua nonna, e scopre di aver ereditato da lui la capacità di disegnare (anche se mi confessa che lui era molto più bravo, e ne conserva ancora alcuni disegni come fossero reliquie) e la scrittura.
La passione per la scrittura e la poesia
A 8 anni inizia la sua passione per la scrittura grazie anche ad una macchina da scrivere della Everest che avevano in casa e che conserva tutt’ora. La sua maestra delle elementari capisce il suo dono e decide di mettere in scena una commedia per bambini scritta da Lina, quando ha circa 10 anni. Questa per lei è un’emozione incredibile e una gioia infinita.
Da allora non si è più fermata. Ama disegnare e dipingere, scrivere prosa e poesia, con una predilezione per la scrittura in dialetto cremasco.
La passione per la poesia la accompagna in tutte le fasi della vita e per lei è una sorta di auto terapia contro il dolore e le difficoltà incontrate.
Poco più che ventenne si sposa, e da questa unione nasce il figlio Luca, oggi quarantenne. Poi la decisione di separarsi da questo matrimonio difficile in cui Lina cade vittima di oppressione psicologica durata tanto tempo negli strascichi di un rapporto oltraggioso e malato fin dall’origine.
“Da una unione sbagliata, seppur breve, si esce sempre devastati, ma poi il tempo è medico, a volte galantuomo che fa rinascere dentro l’autostima”
Lina
L’incontro col vero amore
E Lina, nel momento in cui raggiunge il punto in cui si sente libera e serena, incontra per un puro caso del destino l’attuale marito.
In occasione di un matrimonio di amici di famiglia, si reca a portare un presente alla coppia a casa dello sposo ed è proprio qui che incontra quello che poi diventerà il grande amore della sua vita. Inizialmente “lo snobbo un po’” – mi dice-, ma poi le scoppia dentro la voglia di conoscerlo meglio ed essendo la cosa reciproca iniziano a frequentarsi.
Un amore molto forte li unisce, lo sento da come ne parla e da come si emoziona nel parlarmi di lui ancora dopo tanti anni di matrimonio. La poesia e il dialetto sono due delle passioni che li uniscono, insieme organizzano incontri ed eventi di volontariato e di intrattenimento con cui allietare gli ospiti con la loro arte.
E non si occupano solo di poesia ma anche di commedie scritte e messe in scena, con tanto di ricerca di costumi e scenografie ambiti in cui la fantasia infinita di Lina può dare il suo meglio.
Cultura e fame di conoscenza
Lina è sicuramente una donna dalla grande cultura ed è molto curiosa di conoscere cose e persone nuove per continuare ad imparare.
Da circa 40 anni ha dato vita al suo gruppo teatrale amatoriale, realizzando performance in vari Teatri locali.
Tutto è iniziato come un gioco, con piccole favole che scriveva per i bambini della materna e delle primarie. Poi l’ardore per teatro e poesia sia dialettale che in lingua italiana, ha avuto il sopravvento. Il suo teatro è diventato di ricerca, un collage che metteva insieme per realizzare performance sempre più grandi.
E’ stata anche docente di dialetto all’Università per gli adulti di Crema per 10 anni consecutivi insieme a suo marito. Insieme hanno creato anche “I cüntastòrie” che tengono vivo il folclore e il vecchio mondo della civiltà contadina, con letture sceniche miste (dialettali e non).
Nonostante sia sempre stata una persona timida si è sempre comunque buttata nelle situazioni, così come quando si ritrova a leggere in pubblico e la paura inizialmente la fa tremare. Ora, dopo anni di pratica, mi svela che più che ansia vera e propria è più una forte emozione.
La madre
Mi piace perché ogni tanto nel racconto mi decanta qualche verso poetico e la trovo di una delicatezza incredibile, mostrandomi un lato di lei molto dolce, così come quando mi racconta della madre, dal nome bellissimo Neve, e si commuove mentre mi rivela che è scomparsa sette anni fa, ma è un dolore mai sopito e una mancanza ancora molto forte.
Le due donne erano legate da un legame molto stretto, insieme avevano affrontato situazioni dolorose. Proprio nella madre e nella famiglia trovò un grande aiuto e un grande affetto.
Mettere il cuore in tutto ciò che si fa
Si percepisce subito che, Lina, mette il cuore in tutto ciò che fa e l’entusiasmo che la contraddistingue è notevole. Ama tenersi impegnata, si occupa di volontariato e organizza molte iniziative senza scopo di lucro, solo per il gusto di stare insieme, allietare le persone e allo stesso tempo diffondere la cultura locale attraverso il dialetto.
Il suo pubblico è costituito da persone che spaziano dai quaranta ai novant’anni Il rammarico è che i giovani non capiscono il dialetto locale e il rischio è che si andrà a perdere una ricchezza così importante per la società.
Nei suoi racconti, ogni tanto, torna a fare dei riferimenti alla sua bellissima storia d’amore col marito e mi colpisce quando mi racconta che “L’ho incontrato nel momento esatto in cui mi sono sentita libera e non lo cercavo nemmeno” e quando lo ha conosciuto si è sentita talmente felice, valorizzata, apprezzata, tanto da riscoprirsi bellissima. A testimonianza della cosa mi mostra una foto di quegli anni e vedo che aveva una luce in viso davvero particolare, segno di chi è veramente felice.
Lina è una persona pura, percepisci subito che è una persona autentica. Mi confessa che si lega molto alle persone che incontra, come per esempio gli ospiti della casa di riposo o di una residenza per anziani dove fa volontariato.
Entrata in queste realtà per portare la poesia e allietarli con essa, è riuscita a costruire veri rapporti di amicizia. Nel periodo di lockdown mi racconta che passava interi pomeriggi al telefono per poterli salutare tutti, e non potendoli abbracciare e passare del tempo con loro, inviava dei video in cui lei e il marito regalavano dei piccoli momenti di poesia per allietarli.
Il pensiero di Lina riguardo a Crema
Per lei Crema, nonostante ritegna i cremaschi un po’ diffidenti all’inizio, è una cittadina aperta. Un luogo a cui è legata fin dalle origini, che ama profondamente e che trova bellissima.
Per questo per lei è importante portare avanti la tradizione anche del dialetto. La lingua del passato, capace di creare immagini molto poetiche negli scritti di grandi poeti cremaschi. Ne cita alcuni: Pesadori, Marinelli, Stabilini, Meazza, Piero Erba di cui è grande amante e conoscitrice.
Lina e la fotografia
Ama molto la fotografia e chi sa catturare il momento e il dettaglio che si pone davanti ai suoi occhi. Il marito conserva un archivio molto vasto di diapositive e mi dice esser davvero bravo. Lei si cimenta e in occasione di un piccolo concorso locale è riuscita persino a vincere il primo posto.
Situazione ben diversa quando le chiedo come si sente davanti alla macchina fotografica. Ecco, lì, mi dice di aver qualche difficoltà, di non piacersi molto negli ultimi anni, dopo la morte della madre l’elaborazione del lutto è stata difficile, dolorosa e le ha fatto prendere “chili di troppo”, tanto da non riconoscersi più fisicamente.
Però nonostante… mai dire mai…. sono così belli “gli scatti che raccontano”….
Lina
Per partecipare al progetto “Donne di Crema”
Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.
Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.
Se il progetto ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo
Se vuoi vedere alcune immagini del progetto, guarda qui
Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.
Il progetto “Donne di Crema”
“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.
Perché voglio raccontare le donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.
Saranno quindi ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere lei stessa il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata e averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).
Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.
Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.
La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.
In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo però l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.
Se sei di Crema (ci sei nata e hai vissuto qui molti anni, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi un’email: moni@monimix.com
Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.
Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!
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