“Donne di Crema” si è un po’ rallentato tra una chiusura e l’altra, ma non si è mai fermato del tutto. Grazie alle donne che si sono rese disponibili a raccontarmi le loro storie anche tramite Whatsapp o Zoom, sono riuscita a proseguire col progetto.
Così è stato per Valentina. Già nella sua prima email mi ha raccontato tanto di sé, scrivendo la sua storia in maniera impeccabile. Durante la chiacchierata online abbiamo approfondito alcuni aspetti della sua storia e oggi la voglio condividere con te.
L’incontro
Una storia che inizia dalle origini siciliane e che la porta a Crema, negli ultimi anni, dove inizia a fare il lavoro dei suoi sogni: la bibliotecaria.
Siciliana di nascita, cresciuta a Lodi e da alcuni anni cremasca d’adozione. Vive intensamente la vita cremasca essendo immersa ogni giorno tra gli utenti della Biblioteca, e tra le tante iniziative culturali legate al luogo e al Museo. Tutto questo l’ha fatta innamorare della nostra cittadina e a farla sentire subito parte di essa.
La storia di Valentina
Mi racconta di esser stata una bambina timida e molto sensibile, silenziosa e con un libro sempre in mano.
Grazie all’esempio di sua mamma, che vedeva leggere moltissimi libri, ben presto quella passione diventa anche la sua tanto da arrivare a supplicare la madre, perché le insegnasse a leggere già a cinque anni.
“Ero impaziente e volevo scoprire cosa si celasse dietro quelle parole, perché ero sicura che portassero dentro mondi fantastici.”
Valentina
Risale a quegli anni anche la sua passione di giocare con la carta, realizzando disegni, amando i colori e costruendo origami.
L’amore per i libri
Il grande amore per i libri la porta già da bambina, a frequentare assiduamente la Biblioteca di Lodi. Ricorda con molto affetto la bibliotecaria della sezione bambini e ragazzi, che aveva imparato a conoscere Valentina e i suoi gusti, la sapeva consigliare sulla scelta dei libri, e, ogni volta, la bambina tornava a casa con pile di libri da divorare immediatamente.
Oggi, che è lei stessa bibliotecaria, si rivede molto in quella donna e cerca di portare il suo stesso amore per i libri e per le persone che incontra al banco della Biblioteca, aiutandoli e indirizzandoli nella scelta migliore dei libri da prendere.
“Parallelamente all’amore per i libri sviluppai l’amore per gli oggetti antichi, da baule della nonna, i carillon senza tempo a forma di giostra coi cavalli, le bambole di porcellana, le vecchie fotografie della nonna e i suoi cappelli, tutto ciò che fosse nascosto in soffitta, polveroso, rotto e dimenticato. Inventavo storie legate a questi oggetti”
Valentina
Valentina inizia a costruirsi il suo mondo fatto di libri, colori, origami e oggetti del passato, ma questo diventa per lei un modo di allontanarsi dalla realtà, portandola a far fatica a relazionarsi con gli altri bambini.
Il bullismo alle Medie
Questa separazione la sente soprattutto quando arriva alle Scuole Medie. Sono per lei tre anni molto difficili. Il periodo delle Medie è una fase di forte transizione e cambiamenti. Un periodo in cui si creano dinamiche in cui i ragazzini cercano di identificarsi con il gruppo, per non restare tagliati fuori.
Il suo apparire diversa dagli altri coetanei, con le sue gonne a fiori e le sue camicette d’altri tempi, che ben la caratterizzano e mostrano la sua personalità, non vengono accolte e accettate dai suoi compagni di classe.
Valentina già a quei tempi era molto studiosa, quella che a scuola definivano “la secchiona”. In più amava passare il tempo a fare le sue creazioni artistiche ed era appassionata di fantasy, videogiochi, fumetti. Ai tempi non erano così di moda come al giorno d’oggi in cui, grazie alle serie tv, sono stati rivalutati, ma erano sinonimo di diverso dalla massa e quindi motivo per essere emarginata e tagliata fuori dal gruppo.
“Vivo 3 anni di totale bullismo. Una parola che adesso conosciamo bene ma ai tempi non si usava ancora. Ogni parola detta con cattiveria e ogni brutto gesto mi turbavano enormemente. Io così sensibile, fui mangiata letteralmente viva da questi bulli, e anche bulle. Iniziai a vedermi brutta e sbagliata”
Valentina
E’ rimasta fedele a se stessa
La cosa assurda, e che oggi la fa sorridere a ripensare a quei tempi, è che lei è rimasta la stessa persona di allora, con le stesse passioni e il modo di essere sopra le righe, ma il contesto sociale attorno a lei è cambiato e quindi ora non è più considerata diversa o strana.
Ciò che vive quotidianamente nel periodo delle Medie, la porta pian piano a chiudersi in se stessa, portando alla luce insicurezze e difficoltà a rapportarsi con i suoi coetanei.
Il bullismo vissuto da Valentina, è stato di tipo psicologico: mi racconta che si manifestava, per esempio, come nel caso in cui venivano organizzate feste. Venivano invitati tutti i compagni di classe, tranne lei, oppure arrivavano a rovesciarle lo zaino di tutto il contenuto o addirittura in un caso a romperle gli occhiali.
“Mi sentivo un giocattolo di un’altra epoca difettoso e senza alcuna attrattiva. Per 3 anni evitai di farmi fotografare, e cercavo di coprirmi il più possibile per cercare di essere invisibile davanti a un quotidiano per me devastante. In questi anni così bui e solitari, i libri mi cullarono”
Valentina
Il passaggio alle Superiori sono per lei una nuova vita
E’ alle Superiori che riesce a superare queste fragilità grazie anche ad un nuovo gruppo di amici con cui lega e con cui condivide gli stessi interessi e passioni, con loro riesce finalmente a sentirsi apprezzata e non giudicata.
Frequenta il Liceo Classico ed è qui che scopre una nuova passione, quella per la storia antica che la porta, finito il Liceo, ad iscriversi alla facoltà di Scienze dell’antichità.
Il sogno da bambina: diventare bibliotecaria
Durante il periodo dell’Università inizia a lavorare in una libreria a Milano. Circondata dai libri, rispolvera il suo sogno coltivato fin da bambina: diventare una bibliotecaria.
Non è stato immediato né facile arrivare a entrare a lavorare in Biblioteca e, oggi, è molto fiera di se stessa per non aver mollato davanti alle difficoltà del periodo passato.
Mentre lavora in libreria, scopre l’esistenza di progetti per entrare nel circuito delle biblioteche. Una sorta di servizio civile, pensato per un pubblico di una fascia d’età maggiore rispetto al classico servizio civile, aperto anche a persone che già avevano esperienze lavorative. Riesce ad entrare nel progetto “Dote comune”, che la porta a lavorare in Biblioteca e a realizzare così il suo sogno da bambina.
Il rapporto umano con il pubblico della Biblioteca
Ciò che ama di più del suo lavoro è il contatto con il pubblico, il rapporto umano che si instaura con esso, aspetto che nel periodo in cui ha lavorato in libreria le era mancato. Poter consigliare un libro sulla base della persona, essere pronta a rispondere a dubbi e domande degli utenti della Biblioteca è per lei motivo di orgoglio.
Per lei la Biblioteca diventa la sua seconda famiglia e la sua casa, ama passarvi tante ore e metterci tutto il suo impegno e la sua dedizione per offrire il migliore dei servizi possibili.
“Rispetto a quando ero bambina ora adoro le persone. Ho imparato che tutti vanno ascoltati e anche quelle persone che sembrano più dure o aggressive dentro a volte sono molto più fragili di quello che pensiamo.
Il mio lavoro mi permette di veder passare davanti al bancone della Biblioteca tantissime persone che in qualche modo mi regalano spesso pezzi della loro storia. Mi piace in qualche modo poter essere d’aiuto nelle piccole cose.
Per alcune persone il bibliotecario è solo una persona che presta i libri. In realtà c’è un mondo di umanità dietro che ogni volta mi fa venire gli occhi lucidi a pensarci. Mi piace poter essere quel sorriso gentile o quella parola garbata che un utente può avere magari in una brutta giornata.”
Valentina
Stare ad ascoltarla mentre mi parla del suo lavoro è veramente affascinante. Valentina ha il dono di saperti trasportare in un mondo magico, accogliente, dove tutto è poesia.
“Spesso in Biblioteca passano anche quelle persone meno fortunate. E’ il rifugio delle persone anziane che magari leggono il giornale in emeroteca per non stare sole a casa. O alcune persone senza lavoro che cercano la connessione internet, ragazzini che studiano in Biblioteca per non passare tanto tempo soli a casa.
La Biblioteca è un rifugio sicuro è il luogo dove nessuno ti fa domande se te ne stai seduto li a guardare libri perché è tutto gratis e non ci si sente giudicati.”
Valentina
Il passato non l’ha cambiata in peggio
La sua più grande vittoria, credo sia il fatto di esser rimasta fedele a se stessa. Fedele alla bambina che era: sognatrice, creativa, amante dei libri e degli origami, che ha saputo passare attraverso bufere, senza cambiare in peggio, senza lasciarsi trascinare nel gruppo a scapito della sua personalità.
“Le cattiverie subite da ragazzina invece di indurirmi mi hanno resa estremamente dolce e gentile forse proprio perché, avendo sofferto molto, cerco di essere quella parola delicata quel gesto che può alleggerire una giornata pesante”
Valentina
Quello che ha subìto ha lasciato degli strascichi, in lei, perché quelle prese in giro le hanno minato per molti anni l’autostima a livello estetico soprattutto. L’hanno portata a vedersi meno in forma di quanto in realtà fosse o a piacersi meno guardandosi allo specchio.
Il suo passato se lo porta dentro e, anche se è riuscita ad affrontarlo e superarlo, ammette che ogni tanto quando le fanno i complimenti si imbarazza moltissimo. Oggi si guarda allo specchio con uno sguardo diverso, con una buona dose di ironia. Ha imparato a ridere del fatto che magari i suoi capelli non siano in ordine o i suoi abiti non perfettamente abbinati.
Le sue passioni erano una valvola di sfogo
Le chiedo come sopportasse tutto quello che ha vissuto e mi dice che avendo avuto sempre tante passioni, tra cui anche la danza e il pattinaggio, in esse trovava rifugio, tornando da scuola erano per lei una valvola di sfogo.
La danza per esempio, è stata per lei una scoperta. Da bambina, la madre la iscrive a danza per cercare di aiutarla a superare la sua timidezza e la scelta fu pienamente azzeccata. E’ proprio a lezione di danza che ha imparato a fare gruppo con le altre ragazze. Inoltre, le piaceva talmente tanto ballare e vi trovava una valvola di sfogo così potente che ogni volta che saliva sul palco dimenticava il pubblico e la sua timidezza e danzava come se nessuno la stesse guardando.
Oggi va al lavoro felice e sorridente
Oggi, che è una donna adulta e che fa il lavoro dei suoi sogni, ogni mattina va al lavoro felice e sorridente, pronta ad accogliere chiunque passi davanti al suo bancone con una parola gentile, dalle persone anziane ai bambini. Ha talmente tanta felicità dentro di sé quando parla del suo lavoro che ti contagia e ti dona una sensazione di benessere incredibile.
“Auguro a tutti di riuscire a realizzare il proprio sogno e avere la fortuna di riviverlo ogni giorno”
Valentina
E’ proprio con i bambini che ha iniziato a tenere laboratori di origami, l’altra sua grande passione che coltiva fin da piccola. Ama lavorare con loro perché riconosce loro la capacità di fare cose meravigliose se lasciati liberi di sperimentare. Li segue e li ascolta dialogare cogliendo pensieri apparentemente semplici ma che nascondono verità profonde.
Ciò che insegna loro é che “la pazienza può far realizzare vere magie”, e Valentina di magie ne fa davvero tante.
Riguardo a Crema
Cremasca d’adozione da alcuni anni, vive la città completamente. Per lei Crema è un piccolo mondo, molto pregno dal punto di vista culturale, in cui Valentina si è inserita in prima linea partecipando attivamente.
Quando è arrivata a Crema si è sentita subito accolta e coinvolta nella vita cremasca. Per lei Crema è una città solare, con un centro storico che ama molto, in cui le tante vie e vicoletti la fanno perdere ma in cui si ritrova sempre, scoprendo ogni volta qualche scorcio nuovo. Quando passeggia per le vie centrali, si sente circondata da tanta bellezza e ciò la affascina e la fa fermare per osservare tutto ciò che le sta intorno.
Valentina e la fotografia
Le piace tantissimo fotografare. Ricorda che, durante un periodo in cui non riusciva a trovare il lavoro che facesse per lei era abbastanza frustrata, ha frequentato un corso base di fotografia. Da lì si è innamorata della fotografia e tutt’ora ama occuparsi della parte fotografica della vita in Biblioteca.
Ha superato un po’ il problema del farsi fotografare grazie al fatto che da anni cuce costumi per Cosplay e alle fiere, insieme ai suoi amici, è stata fotografata spesso. Ha pian piano imparato a sentirsi meno spaventata dall’obiettivo fotografico, anche se riconosce che travestita da Cosplay si sente più sicura perché interpreta un personaggio. Un po’ diverso è il porsi davanti alla macchina fotografica al naturale, perché il suo pensiero costante è quello di non piacersi in foto.
Per partecipare al progetto “Donne di Crema”
Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.
Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.
Se il progetto “Donne di Crema” ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo
Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.
Il progetto “Donne di Crema”
“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.
Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.
Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).
Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.
Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.
La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.
In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.
Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.
Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.
Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!
Un commento su “Donne di Crema: il ritratto di Valentina”