Un nuovo capitolo di “Donne di Crema”, raccolto ancora online in quella che sembrava ormai essere un’interminabile zona rossa. Fortunatamente la tecnologia mi ha permesso di aggirare il problema e continuare, almeno, con la raccolta delle storie delle partecipanti.
L’incontro
Oggi ti racconto la storia di Martina, una giovane donna molto sensibile e con molte passioni tra cui la musica, la pittura, gli animali e l’ambiente. Tutti elementi che si ritrovano in varie fasi della sua vita e complici della sua crescita personale.
La storia di Martina
Martina è una cremasca d’adozione, infatti non vive qui, ma da alcuni anni vi lavora e fin da subito si è innamorata del posto e delle persone, tanto che quando me ne parla riesco a cogliere la sua emozione che le fa nascere un bellissimo sorriso che le illumina il viso.
Da bambina, mi racconta, era molto timida e taciturna, ma comunque sempre sorridente.
Avendo una sorella più giovane di un paio d’anni ha sempre avvertito su di sé l’incombenza di dare il buon esempio da brava sorella maggiore, e questo l’ha portata ad avere un forte senso di responsabilità.
Già da bambina amava gli animali e la natura, passava molto tempo in giardino e nella cascina dei nonni, nella campagna cremasca. Ha avuto una cagnolina che è rimasta con lei da quando Martina aveva cinque anni sino ai diciotto, diventando parte della famiglia, e l’ha sempre rivista in ogni animale che le capitava di incontrare.
La decisione di diventare vegetariana
Mi racconta che nell’estate dei suoi tredici anni, era al mare con la sua famiglia, ospiti di alcuni amici di famiglia. Un giorno il figlio di questi amici, aveva pescato un pesciolino e lo aveva portato a casa nel suo secchiello. Una volta a casa, ricorda che aveva iniziato a versare nel secchiello l’acqua dolce del rubinetto, togliendo quella salata del mare.
Martina essendo sempre stata educata al rispetto degli animali, oltre che delle persone, vedendo questa scena, inizia a provare un dolore per quel pesciolino che nel frattempo inizia a galleggiare. Riesce a convincere sua madre a portarla al mare per vedere se liberandolo in mare, possono salvarlo.
I primi istanti vedono il pesciolino galleggiare e non dar segni di vita. Attendono qualche secondo e finalmente il pesciolino si rianima e inizia a nuotare e ad allontanarsi. Ciò che ha colpito Martina è stato che il pesciolino è tornato indietro, le ha fatto un giro intono alle gambe e poi si è allontanato nuovamente, come se avesse voluto salutarla e ringraziarla di averlo salvato.
Da lì ha deciso che sarebbe diventata vegetariana. I suoi genitori pensavano che avrebbe desistito alla svelta, ma lei è rimasta ferma sulle sue posizioni. Erano preoccupati che avrebbe potuto avere qualche carenza alimentare, ma essendo i suoi genitori, medici, l’hanno sempre tenuta controllata e non ha mai avuto problemi.
Una scelta non facile
La sua forte motivazione non l’ha mai fatta cedere, anche se non è stata una scelta facile da sostenere nel tempo, soprattutto da ragazzina. A quei tempi i momenti di convivialità non erano semplici perché essendo sempre stata timida, le pesava dover chiedere un menù diverso perché ciò la faceva sentire al centro dell’attenzione creandole delle difficoltà emotive.
“La mia empatia e il valore del rispetto per ogni forma di vita mi hanno poi portata, all’età di tredici anni, a diventare vegetariana; nonostante non conoscessi nessuno che lo fosse, nonostante l’insicurezza e il bisogno di approvazione sociale di una ragazzina timida e nonostante tutte le difficoltà pratiche per l’epoca, ho sempre portato avanti questa scelta coerentemente, ed è una cosa di cui vado fiera.”
Martina
Gli studi in Psicologia
Al termine del Liceo Scientifico, cambia drasticamente indirizzo di studi, iscrivendosi a Psicologia delle comunicazioni sociali e del lavoro.
“Volevo capire come trasformare il mondo in un posto migliore grazie a una maggiore consapevolezza delle persone riguardo a quali sono i meccanismi psicologici che ostacolano le persone al cambiamento dei loro atteggiamenti e poi delle loro azioni”
“Tante persone hanno dei pensieri orientati in una certa direzione, ma le loro azioni vanno in una direzione opposta, mostrando incoerenza tra ciò che si pensa e ciò che si fa.”
Martina
Dal canto suo, Martina, voleva capire come accompagnare le persone a cambiare i loro comportamenti nella vita di tutti i giorni. Studiando ha capito che ci sono tantissimi fattori che entrano in gioco e il pensiero non è così lineare e conseguentemente il comportamento è influenzato anche dalle abitudini e da altre circostanze che ostacolano il cambiamento.
La curiosità nel capire la mente umana, unita alla sua forte empatia la portano ad essere un punto di riferimento importante per sua madre e per tanti amici, che vedono in lei una persona capace di capire come stanno, permettendo loro di aprirsi con lei.
L’empatia
Il lato negativo è che, da empatica, lei assorbe tutto e sta male più delle altre persone. Si è resa conto che iniziava ad assorbire anche dalle storie che leggeva, come per esempio quelle legate alle inchieste relative agli allevamenti intensivi, e a sentire un forte malessere.
Per sua sopravvivenza ha imparato a non assorbire totalmente la sofferenza degli altri per non far del male a se stessa. Si è auto imposta a prendere in mano la sua vita, perché il rischio era quello di vivere le emozioni, e quindi la vita degli altri, al posto della propria. Ha scelto di auto affermarsi e vivere le sue emozioni staccandosi da quelle degli altri.
Ha cercato di farlo capire anche agli altri a lei vicini, soprattutto a quelle persone che tendono a lamentarsi sempre delle stesse cose senza fare mai nulla per cambiare la loro condizione.
“Sono una persona molto empatica, una caratteristica che in passato, a tratti, ho ritenuto quasi una condanna. Crescendo, ho imparato a gestire quello che ora ritengo essere un dono. L’empatia, mi permette di approcciarmi alle altre persone con rispetto e con gentilezza.”
Martina
*Empatia: un'eccessiva sensibilità che può portare a vivere in modo molto intenso le emozioni altrui e a volte a farsi sopraffare
Il cambiamento
Il cambiamento è un fil rouge nella sua vita: dal percorso di studi fatto, all’osservazione nelle altre persone fino alla sua storia personale, in cui avviene un forte cambiamento.
Dopo l’Università decide di cambiare totalmente rotta, spostandosi nel settore dell’erboristeria. Il suo percorso in tale ambito inizia un po’ per caso. Da grande appassionata di natura, segue dei corsi e le si presenta l’opportunità di lavorare in un’erboristeria durante il periodo natalizio, poco tempo dopo la fine dell’Università. Scopre che è un tipo di lavoro che le piace moltissimo e decide di proseguire in quel campo lavorando in altre erboristerie a Milano, fino al momento in cui le propongono un lavoro in un negozio Bio a Crema.
Coglie al volo l’opportunità anche perché stanca della vita da pendolare da conciliare con i turni da negozio che non le permettevano di poter aver una vita regolare né poter passare del tempo con la sua famiglia.
Il trasferimento a Crema
Passando da Milano a Crema temeva di far un po’ fatica ad ambientarsi, ma al contrario si è inserita molto bene nella vita locale e ora ama profondamente Crema e i suoi abitanti.
Ciò che le è piaciuto, del passaggio a Crema, è stato il trovare una dimensione più umana rispetto a Milano dove molti clienti erano di passaggio, mentre a Crema si crea un rapporto più personale con alcuni clienti, con cui andare oltre le solite frasi lavorative, andando più in profondità nella conversazione, informandosi sulla persona che si ha davanti.
Inizialmente non è stato semplice conciliare la sua innata timidezza con un lavoro a stretto contatto col pubblico, ma con un iter impostato e con la passione per il suo lavoro è riuscita ad andare oltre a ciò che per lei poteva essere un limite.
Superare i propri limiti
“Proprio perché conosco i miei limiti, mi devo buttare in certe situazioni per cercare di superarli”
Martina
Questo è stato il suo approccio anche nei confronti della danza, portandola a scegliere di seguire un corso di danza del ventre.
Trovandosi in un contesto femminile è riuscita a mettersi in gioco, anche se ammette che il momento del saggio è sempre stato quello più difficile per lei.
Oltre all’erboristeria, alla natura, agli animali, Martina ha altre grandi passioni tra cui la pittura e la musica.
“Qualsiasi episodio della mia vita è legato ad una colonna sonora”
Martina
E’ sempre stato un modo per verbalizzare le sue emozioni. Non si è mai sentita brava a scrivere qualcosa di toccante, di esprimere ciò che ha dentro, mentre nella musica ha sempre trovato espresso ciò che sentiva dentro di sé.
“La musica è come dar voce alle mie sensazioni”
Martina
Anche la pittura è un mezzo per lei per esprimere se stessa. Da piccola le piaceva tantissimo disegnare, crescendo ha accantonato un po’ il disegno, per poi riscoprirla da adulta.
Riguardo a Crema
Una cremasca d’adozione Martina, per lavoro, visto che vive fuori, e che ha scoperto la cittadina negli ultimi anni. Si è sentita subito accolta molto bene e con sua piacevole sorpresa ha scoperto un’apertura da parte delle persone che non si aspettava ma che le è piaciuta fin da subito.
La trova vivace, bella anche esteticamente e le persone le sembrano “di cuore”, rispetto ad altri contesti in cui ha vissuto e lavorato.
Anche per lei il fatto di essere “a misura d’uomo” è un valore aggiunto, proprio per la possibilità di creare legami stretti con le persone.
A Crema si sente davvero a casa, ed è riuscita a creare relazioni speciali che spera possano essere durature.
Ama l’eleganza di Crema, gli spazi verdi, la sua vivacità culturale e la sua dimensione a misura d’uomo. Il suo posto preferito è il lungo Serio, dove quando può fa lunghe passeggiate in mezzo alla natura per staccare e ritrovare la quiete.
Martina e la fotografia
La fotografia le piace molto, e le piace fotografare. Ha seguito in passato un paio di corsi ma ammette di non aver abbastanza pazienza per applicarsi e imparare la tecnica di una macchina fotografica, preferendole l’uso del cellulare.
Cerca di andare oltre al semplice ricordo immediato, cercando attraverso l’inquadratura migliore di catturare la sensazione che sta vivendo in quel momento. Per lei non è solo la foto di quel momento ma molto di più.
Davanti all’obiettivo non si sente mai tanto soddisfatta e fa un po’ fatica a farsi fotografare pensando di non essere molto fotogenica. Preferisce quando le scattano delle fotografie mentre è distratta perché si vede più naturale. Però nel corso degli anni ha imparato a fare pace con la sua immagine fotografata, accettandosi.
Per partecipare al progetto “Donne di Crema”
Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.
Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.
Se il progetto “Donne di Crema” ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo
Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.
Il progetto “Donne di Crema”
“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.
Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.
Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).
Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.
Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.
La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.
In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.
Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.
Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.
Per vedere i ritratti delle Donne di Crema che hanno già partecipato, puoi visitare questa pagina.
Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!