Prosegue a gonfie vele il progetto “Donne di Crema”. Vedere il continuo entusiasmo da parte delle donne mi dà una forte carica ad andare avanti. Come nel caso di Cinzia, di cui oggi ti racconto la storia.
L’incontro
Cinzia mi ha scritto una lunga email mesi fa, in cui mi ha raccontato a cuore aperto la sua storia e già da quelle parole ho percepito la sua sensibilità e la sua energia. Ascoltarla mentre mi racconta la sua storia di persona mi ha confermato questi suoi due aspetti ben visibili. Un’energia dirompente l’ha sempre accompagnata unita ad una forte sensibilità.
Il giorno del ritratto di Cinzia
E’ un caldo pomeriggio estivo quando scegliamo di incontrarci, un cielo terso e una bella arietta rendono la giornata perfetta.
Arriva sorridente con la sua bella pancia all’ottavo mese, un sorriso radioso e subito mi travolge con la sua simpatia e la sua voglia di raccontare la sua storia.
Mamma di un bimbo di quattro anni, Emanuele, e mamma in attesa della piccola Anna in arrivo, quando mi parla del suo ometto che adora, si percepisce tutto l’amore che prova, e i sorrisi che la illuminano ne sono una chiara testimonianza.
Non solo mamma e moglie, perché Cinzia ha scelto un lavoro tosto: è una cardiologa nell’Ospedale cittadino, e ne è molto orgogliosa perché poter lavorare per i suoi concittadini le dà grande soddisfazione. Da qui parte la sua storia a ritroso per raccontami chi è.
I tempi della scuola
Mi racconta che fin dai tempi del liceo era una grande studiosa, precisa e attenta, si è sempre impegnata moltissimo nello studio. Negli anni del liceo svolgeva moltissime attività, tra cui laboratorio teatrale, canto corale, nuoto, l’impegno in parrocchia e leggeva moltissimo perché
Era un modo di viaggiare in mondi differenti, immedesimarsi in vite e sentimenti diversi dai miei
Cinzia
Tra tutte le attività svolte in quegli anni la sua preferita era il corso di teatro:
Un modo di leggere più avanzato, l’immaginazione che corre non più da sola, ma trascinando il corpo, la bellezza di entrare in armonia con le compagne in un incredibile gioco di ruolo dove è fondamentale la fiducia reciproca
Cinzia
Quando è stato il momento di scegliere il suo percorso universitario era attratta da svariate facoltà, ma una domanda ha prevalso su tutte:
Cosa mi sarebbe piacerebbe fare nella mia vita, per chi e perché?
Cinzia
La scelta del proprio futuro
Una domanda che non tutti gli adolescenti arrivano a porsi a quell’età. La sua risposta è stata che le sarebbe piaciuto lavorare con le persone e per le persone. Da qui la scelta di diventare un medico.
Di certo non immaginava quanto duro sarebbe stato il percorso per arrivare al suo obiettivo. Non immaginava di dover sacrificare così tanto le sue passioni, gli hobby e i momenti di svago e di ritrovo con gli amici. Ciò che l’ha sostenuta durante i sei anni del corso di Laurea e i successivi cinque di Specializzazione, è il fatto di aver stretto delle relazioni di amicizia solide e profonde con i suoi compagni di corso, relazioni basate su collaborazione reciproca condivisione di carichi di studio e di lavoro veramente pesanti.
Nel corso del primo anno di specialità si sposa con Alberto, anch’egli cremasco, e si trasferiscono a Pavia, dove lei studia. Tre anni dopo nasce il loro splendido Emanuele, ed è a quel punto che decidono che è il momento di far ritorno a Crema, in una casa più grande e adatta a crescere una famiglia.
Il ritorno a Crema
Si trasferiscono nella casa che era appartenuta ai nonni di Cinzia e in cui lei ha passato molto tempo durante la sua infanzia e dove custodisce i ricordi preziosi della sua famiglia. Una vera cascina lombarda, felice di aver averle ridato vita ristrutturandola, che conserva e continuerà a conservare almeno per qualche anno la storia della sua famiglia.
Il suo lavoro le ha insegnato molte cose, tra cui la più importante: non giudicare.
Ogni persona ha la propria storia, le proprie paure, le delusioni, le insicurezze; non tutti reagiscono ai sentimenti negativi come faremmo noi.
Cinzia
Mi racconta che a volte dietro un atteggiamento negativo si cela una grande sofferenza, ed è lì che cerca di metterci tutta la sua comprensione, altre volte la stessa si cela dietro un sorriso pieno di speranza e di fiducia, e allora realizza che nel mondo ci sono persone davvero straordinarie, nonostante le difficoltà, e capisce che ha molto da imparare.
L’esperienza in Togo
Pensava di averlo imparato abbastanza bene dopo due brevi esperienze “missionarie” in Africa, ma spesso la frenesia nel lavoro, la routine quotidiana, la stanchezza la portano quasi a dimenticarsene. E’ stata in Togo, in entrambi i casi con suo marito (prima che lo diventasse e dopo il matrimonio), il quarto Paese più povero del mondo.
Ha visto con i suoi occhi cosa significa morire di fame e di malattia, anche la più banale, perché mancano i soldi per curarsi e non esiste la sanità pubblica, rimanere orfani da piccoli senza sapere come andare avanti, fare chilometri e chilometri a piedi per raggiungere la scuola, per sperare di aver un buon lavoro, da grandi, o anche solo per non rimanere in situazioni domiciliari disperate, abbandonati a se stessi, e stare un po’ in compagnia. In tutta questa sofferenza ha visto anche bambini sorridenti, scherzosi, affettuosi, proprio come il suo piccolo Emanuele, e questo le ha dato grande gioia e speranza.
Durante queste esperienze missionarie ha avuto il privilegio di conoscere tre donne straordinarie, che hanno fondato la missione e che hanno speso la propria vita per aiutare gli altri. Tre donne incredibili, che le hanno insegnato tantissimo, primo fra tutti il fatto che non giudicano mai, ma sorridono, quasi sempre, un sorriso autentico, pieno di comprensione, di speranza, di Amore.
Si sente molto fortunata per la sua famiglia di origine in cui è cresciuta e di esser riuscita a costruirsi anche la sua famiglia di cui è molto orgogliosa. Ed è proprio perché sa di esser stata fortunata che vorrebbe fare di più per chi è lo è stato meno nella vita.
La sensibilità di Cinzia
E’ una donna molto sensibile, Cinzia. E’ sempre sorridente, e mi confessa che è un modo per nascondere quello che a volte non va, perché non vuole pesare sugli altri.
A volte non è semplice conciliare sensibilità e lavoro, poiché, soprattutto di fronte ai pazienti più in difficoltà, fa fatica a rimanere distaccata come ci si aspetterebbe da un medico, e difficilmente riesce a staccare completamente dal lavoro.
Si impone di staccare dal lavoro quando è con la sua famiglia e nelle due ore che è riuscita a ritagliarsi a settimana, che dedica a se stessa e alla sua grande passione: il canto. Da qualche tempo, infatti, è parte di una piccola ensemble corale tutta al femminile. La prova di canto settimanale è un momento speciale tutto per sé in cui stacca completamente dalla frenesia e dagli impegni, si rilassa e ricarica le energie.
Il pensiero di Cinzia riguardo a Crema
Cinzia ha sempre sentito Crema come la “sua” città, la “sua” casa. Adora il suo centro storico, piccolo ma piacevole, garbato, elegante; gli scorci nascosti; i fiori che riempiono i balconi a primavera inoltrata, se ci si ricorda di volgere lo sguardo verso l’alto e provare ad ammirare una bellezza che non è mai scontata, nell’abbraccio rassicurante di questa preziosa cittadina.
Ma quello che più le piace di Crema e dei suoi dintorni è la campagna, ed è il motivo per cui ha scelto di ambientarvi il suo ritratto. Perché le piace? Le piace perché ci è cresciuta, perché ha fatto lunghe passeggiate e biciclettate con i familiari e gli amici, perché le ha sempre regalato un momento di pace tra un capitolo di studio e l’altro.
Le piacciono i colori che la dipingono nelle varie stagioni, i tramonti arancio e blu che colorano i fossi pieni d’acqua pronti per l’irrigazione, le stradine sterrate e le piccole edicole votive nascoste tra i campi. Le piace perché negli anni le è diventata molto familiare, ma sa che è ancora piena di spazi che può ancora scoprire.
Cinzia e la fotografia
Le piace fotografare, grazie a suo marito che le ha insegnato i concetti di base. Ora, quando viaggiano, è lei che si dedica ad immortalare ogni cosa che la incuriosisce. Il suo genere preferito è il ritratto. In viaggio, adora immortalare le persone locali assorte nel proprio lavoro o mentre si rilassano, o chiacchierano con gli amici, ma anche le espressioni stupite di suo figlio che conosce una cultura diversa o scopre paesaggi nuovi e bellissimi.
Non ama le foto in posa, preferisce fotografare di nascosto. Probabilmente è perché, mi confessa, che lei stessa, se sa di essere immortalata, non riesce ad assumere un’espressione del viso naturale, per cui si chiede sempre se quello nella foto, con quell’aspetto un po’ incerto e quella strana mimica, corrisponde realmente al suo viso nella realtà.
Per partecipare al progetto “Donne di Crema”
Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.
Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.
Se il progetto ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo
Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.
Il progetto “Donne di Crema”
“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.
Voglio raccontare le donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.
Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere lei stessa il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata e averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).
Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.
Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.
La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.
In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.
Se sei di Crema (ci sei nata e hai vissuto qui molti anni, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi un’email: moni@monimix.com
Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.
Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!