“Donne di Crema” prosegue con una storia raccolta nei mesi scorsi, durante la zona rossa di febbraio quando gli incontri virtuali erano ancora all’inizio, ma non ancora pubblicata. Oggi ti presento Cassandra.
L’incontro
Incontro virtualmente Cassandra, un tardo pomeriggio infrasettimanale, mentre fuori il buio cala, la luce del monitor illumina i nostri volti e ci trasporta nella nostra chiacchierata.
Non mi sono ancora abituata del tutto a non aver davanti fisicamente la persona con cui chiacchierare, ma ammetto che questa formula mi permette di procedere col progetto “Donne di Crema” e a non farlo rimanere fermo in balìa degli eventi.
La storia di Cassandra
Cassandra Inizia a raccontarmi della sua infanzia, che definisce molto bella e felice grazie ai suoi genitori. In particolare, ama il fatto che sua madre, essendo una persona appassionata di arte e musica, la portava fin da bambina a visitare mostre e musei. La iscriveva anche a laboratori d’arte dove Cassandra aveva la possibilità di dipingere i quadri di grandi artisti quali Klimt e Monet, per citarne un paio e in cui ha posto le basi per la sua passione per la pittura.
Il rovescio della medaglia è che questo ha causato in Cassandra, qualche problema nell’instaurare veri rapporti di amicizia perché ha sempre faticato a trovare interessi in comune con altri suoi coetanei. Tutt’ora ha poche amicizie ben selezionate che hanno in comune con lei la passione per la musica, la lettura e l’arte. Ciò che ha sempre trovato difficoltoso era riuscire a mantenere nel tempo questi rapporti stretti, perché, soprattutto in giovane età, le passioni tendono a cambiare spesso, mentre per lei sono rimaste punti ben fermi della sua vita.
Tra i tanti interessi scopre la passione per l’arpa
E’ stata una bambina piena di interessi, dalla lettura all’arte, e ben presto ha scoperto una nuova passione: la musica, in particolare l’arpa. Ha solo sei anni quando comunica a sua mamma la volontà di iniziare a suonare l’arpa. L’idea di scegliere questo strumento le nasce perché a quei tempi guardava continuamente il cartone “Fantasia” della Disney, che è stata la sua prima videocassetta.
Sua madre, come prima reazione davanti alla sua richiesta, le chiede di disegnare l’arpa su un foglio, pensando, forse che la figlia non sapesse bene che strumento fosse. Capito che le sue intenzioni erano serie, decide di iscriverla ad una scuola di musica e solfeggio, (materia che però Cassandra non ha mai amato), nell’attesa di trovare una scuola d’arpa.
Dopo due anni di ricerca finalmente scopre a Crema la scuola Monteverdi, dove poter studiare arpa celtica.
La scuola di musica e il Conservatorio
E’ in questa scuola che incontra una professoressa che la porta poi a seguire delle lezioni private da lei, a Brescia. La strada a lungo andare inizia ad incidere parecchio ed è quello il momento in cui avviene per Cassandra, un nuovo cambiamento, l’entrata in Conservatorio che segna per lei una svolta.
Mi confessa di esser sempre stata rapida nell’apprendere, seguendo ciò che le viene detto e applicando gli insegnamenti alla lettera ha la possibilità di crescere molto in fretta. Si rende conto, durante le partecipazioni ai concorsi a cui prende parte, di aver delle difficoltà sulla parte tecnica e questo la fa un po’ demoralizzare. Decide però di non lasciarsi fermare da questo, ma al contrario, inizia a seguire delle lezioni integrative con un’altra professoressa di Ginevra.
Il periodo in Conservatorio non è semplice per lei, vi riscontra un clima di competizione ed invidia e ciò la porta a cambiare scuola, passando alla Civica scuola di musica di Milano che per lei è un passaggio fondamentale per la sua crescita.
L’incontro con Irina Zingg
E’ qui che fa un incontro importantissimo: conosce Irina Zingg, arpista russa e grande pedagogista per l’arte. L’insegnante è molto esigente, ma Cassandra riconosce che ha saputo creare un metodo di insegnamento che se lo studente segue con attenzione, ha la possibilità di imparare in tempi rapidi.
L’incontro con Irina è importantissimo anche perché è avvenuto in una fase in cui Cassandra stava pensando di abbandonare lo studio dell’arpa.
Sua madre, vedendo che la figlia si trovava in una situazione di blocco, si è mossa per cercare come poterla aiutare, riuscendo a trovare il contatto della prima Arpa della Scala di Milano, affinché potesse tenere delle lezioni a Cassandra, che le permettessero di migliorare e di uscire da quella situazione di blocco in cui si trovava.
Cassandra segue alcune lezioni con l’insegnante e insieme decidono di provare a fare un’audizione a Francoforte. Purtroppo l’esito dell’audizione non è favorevole, ma col senno di poi, Cassandra capisce che quel no ricevuto, ha per lei un risvolto positivo perché ha così l’occasione di andare a fare una Masterclass con Irina Zingg.
L’orgoglio di essere selezionata
Essendo la professionista molto selettiva, è motivo di grande orgoglio per Cassandra, scoprire di esser stata presa e di poter quindi partecipare alla Masterclass.
Ricorda bene il primo incontro con Irina: una lezione della durata di cinque ore, da cui è uscita distrutta fisicamente al punto da chiamare sua madre e dirle che non sapeva se continuare o meno. Fortunatamente l’appoggio della madre e lo sprono a non mollare, hanno fatto sì che Cassandra tornasse a lezione e soprattutto con la soddisfazione di esser stata accettata dall’insegnante tra i suoi allievi.
Un clima di collaborazione reciproca
Ciò che ama dell’ambiente in cui studia è che la sua insegnante abbia saputo creare un ambiente senza competizioni, ma al contrario fatto di collaborazione reciproca e di condivisione, per creare un clima sereno all’interno della propria classe. Un luogo privo di gelosie e invidie, in cui gli allievi si sentono liberi di provare senza la paura di mostrare agli altri i propri errori. Un ambiente ben diverso da altre scuole o altri ambienti musicali in cui la competizione è alta e il confronto con gli altri, molto duro.
Un ambiente in cui la bambina timida e un po’ chiusa ha saputo fiorire e in cui si confronta con studenti che arrivano da varie parti del mondo. Ha imparato a gestire anche l’ansia di esibirsi davanti ad un pubblico, paura che le è nata nel momento in cui ha iniziato a prendere consapevolezza di quanto le interessasse ciò che stava facendo. In quel momento, a differenza di quando era bambina che saliva sul palco con più naturalezza, ha iniziato a sentire una forte ansia legata ad una carenza di autostima che si riconosceva.
Col passare del tempo, con l’esperienza acquisita e con la giusta guida dell’insegnante, ha iniziato a prendere più confidenza con se stessa e a sentirsi più sicura delle sue capacità nell’esecuzione dei brani, e questo la aiuta a tenere a bada l’ansia.
E’ riuscita a non abbandonare il suo sogno
Ciò di cui va fiera, Cassandra, è il fatto di non aver mollato il suo sogno. Anche nei momenti più difficili in cui era ad un passo per mollare tutto, ha tenuto duro, si è ripetuta che tutto sarebbe andato al suo posto, che doveva solo pensare a studiare e impegnarsi e che le cose avrebbero preso la giusta piega, e così è stato.
Cassandra, nonostante la sua giovane età, ha dalla sua una forte determinazione, che unita al fatto di non risparmiarsi nello studio, sono certa che la porteranno ad ottenere i risultati che merita.
A tal proposito le chiedo se ha un sogno, e mi confessa che è quello di entrare in un’orchestra che realizza colonne sonore. L’esperienza che le manca è proprio suonare in un’orchestra, e sta aspettando con trepidazione di laurearsi per poter iniziare quel percorso e coronare così il suo sogno.
Riguardo a Crema
A Crema, Cassandra, è legata per gli anni del liceo e della scuola di musica. Ricorda con piacere un angolo dei giardini pubblici in cui ha scelto di ambientare il suo ritratto, che le riporta alla mente i ritrovi con il gruppo di amici dei tempi della scuola, in cui si incontravano accanto ad una panchina dove si vedono sempre le anatre.
Un altro suo ricordo legato a Crema è un’immagine molto bella della città durante il periodo natalizio, quando un paio d’anni fa, vedendo le luminarie del centro, si è sentita trasportata in un luogo magico e romantico.
Un altro dettaglio coglie sempre la sua attenzione è la facciata del Duomo di notte: ha la percezione che sia quasi finta, con l’illuminazione alle spalle della facciata, perché guardandola nella parte alta, in cui è vuota, sembra quasi “appoggiata” al resto dell’edificio.
Cassandra e la fotografia
Benché a Cassandra piaccia molto fotografare, mi confessa che negli anni passati non amava per niente farsi fotografare. Oggi confessa che le piace farsi fotografare, solo che non si piace mai, soprattutto se ripresa frontalmente.
I momenti in cui si piace è quando sta suonando, quelle sono le foto in cui riesce a piacersi. Il suo viso è assorto nell’atto del suonare e appare rilassato e ciò fa sì che riguardando quei ritratti si piaccia.
Per partecipare al progetto “Donne di Crema”
Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.
Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.
Se il progetto “Donne di Crema” ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo
Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.
Il progetto “Donne di Crema”
“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.
Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.
Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).
Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.
Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.
La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.
In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.
Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.
Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.
Per vedere i ritratti delle Donne di Crema che hanno già partecipato, puoi visitare questa pagina.
Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!