Ogni tanto amo ripescare dal passato progetti che hanno ancora qualcosa da raccontare. "Freedom" è uno di questi. Per chi mi segue da tempo, sarà un tuffo nei ricordi. Per chi è arrivato da poco, è l'occasione perfetta per scoprire un aspetto essenziale del mio lavoro: la celebrazione della libertà espressiva attraverso il ritratto.
Quando nessuno ci guarda, danziamo davvero
Questa è stata l'idea semplice ma potente alla base di "Freedom". Quando siamo soli, senza occhi puntati addosso, ci permettiamo di essere autentici, di muoverci senza costrizioni, di rivelarci per quello che siamo. Ed è proprio questo che ho voluto catturare.
Sul set, ho chiesto alle protagoniste del progetto di scegliere la loro musica, di chiudere gli occhi e di lasciarsi trasportare. Nessuna posa studiata, nessun vincolo: solo il fluire del corpo in sintonia con le emozioni. Io ero lì, testimone silenziosa, a lasciarmi guidare dal loro movimento, cercando di restituire in immagini quell'attimo di pura libertà.
In un mondo che ci impone di controllare ogni gesto, di apparire sempre perfette, "Freedom" è stato un atto di ribellione. Un invito a riprenderci il diritto di essere spontanee, di lasciare che il nostro corpo racconti la nostra verità senza paure o filtri.
Lasciarsi andare: il corpo che racconta
Danzare non è solo movimento. È linguaggio, espressione, verità. Ogni gesto porta con sé un'emozione, un frammento di storia personale. Nel progetto "Freedom" ho voluto catturare la spontaneità del gesto, il momento in cui ci si abbandona completamente, senza paura del giudizio.
Non c'è una coreografia. Non ci sono regole. Solo libertà. Libertà di muoversi, di esprimersi, di sentirsi vive.
E forse, guardando queste immagini, possiamo riconoscerci anche noi in quei movimenti, in quell'energia che vibra e racconta storie senza parole. Perché ognuno di noi, dentro di sé, ha una danza nascosta che aspetta solo di essere vissuta.
Il potere del mosso fotografico
Quando si fotografa il movimento, spesso si tende a volerlo congelare, a renderlo nitido e perfetto. Ma per me la vera magia sta nel mosso.
Il mosso fotografico è spesso visto come un errore, qualcosa da evitare. Ma io credo che sia uno strumento potentissimo. Il mosso non è solo movimento: è vita, è emozione. Non cattura solo l'estetica, ma l'essenza di un momento.
Le immagini di "Freedom" sono costruite proprio su questo principio: il mosso come strumento per catturare l'anima. In quei brevi istanti, la personalità delle donne ritratte emerge in tutta la sua autenticità. Nessuna posa forzata, nessun artificio. Solo loro, vere e libere.
Se sei appassionato di fotografia, ti invito a sperimentare con tempi più lunghi, a lasciare che il movimento racconti una storia. Prova a impostare tempi di esposizione più lenti, a seguire il soggetto mentre si muove, a giocare con la luce e con lo spazio.
Potresti scoprire qualcosa di sorprendente, non solo nelle immagini, ma anche in te stesso. Perché la fotografia, come la danza, è un viaggio di scoperta. Un modo per vedere il mondo con occhi nuovi e per raccontare ciò che le parole non possono esprimere.