Non sono mai stata brava a stare davanti all’obiettivo
Sì, hai letto bene. Sono una fotografa, eppure per anni ho evitato di farmi fotografare. Ogni volta che qualcuno puntava la fotocamera verso di me, mi irrigidivo. Il sorriso diventava forzato, la postura impacciata. Sentivo un’immediata necessità di correggere qualcosa: il modo in cui tenevo le spalle, l’angolazione del viso, la tensione nella mandibola. E, inevitabilmente, non mi piacevo mai nelle foto.
Per tanto tempo ho pensato che il problema fosse la mia immagine, che non fossi abbastanza “fotogenica”, che ci fosse qualcosa di sbagliato nel mio aspetto. Poi ho capito una cosa: il problema non era come apparivo, ma come mi percepivo.
L’autoritratto come strumento di accettazione
L’ho capito attraverso un percorso lungo e spesso scomodo: lavorando con l’autoritratto. Prendere in mano la macchina fotografica e mettermi dall’altra parte dell’obiettivo mi ha permesso di esplorare il mio rapporto con la mia immagine in un modo nuovo.
All’inizio, è stato difficile. Guardare le mie foto significava affrontare insicurezze radicate da anni. Le occhiaie, la gobbetta del naso, l’aspetto della mia pelle… piccoli dettagli che io vedevo come difetti enormi, perché non corrispondevano ai canoni di bellezza con cui siamo bombardati ogni giorno. La tentazione di cancellare, ritoccare, nascondere era forte. Ma più mi fotografavo, più mi accorgevo di qualcosa di profondo: stavo imparando a vedermi davvero.
Con il tempo, ho smesso di cercare di “aggiustarmi” nelle foto e ho iniziato a osservarmi con più gentilezza. Ho smesso di concentrarmi su ciò che non mi piaceva e ho iniziato a notare la luce nei miei occhi, l’espressione autentica, le sfumature che rendevano la mia immagine unica.
Il confronto con le altre donne: lo specchio che cambia tutto
In questo viaggio, un altro elemento fondamentale è stato l’ascolto delle altre donne. Parlando con loro, ascoltando le loro storie e insicurezze, ho capito quanto fossimo tutte sulla stessa barca. Quante volte ho sentito frasi come: “Non vengo mai bene in foto”, “Non mi piaccio”, “Non so stare davanti alla fotocamera”?
Ogni donna che entrava nel mio studio portava con sé la propria battaglia con l’autostima e la percezione di sé. E ogni volta, vedevo la trasformazione avvenire davanti ai miei occhi. Bastava un attimo di fiducia, un respiro profondo, un momento in cui si concedevano di essere se stesse senza paura del giudizio. Ed è lì che avveniva la magia.
Guardando loro, mi sono rivista. E ho capito che anche io mi stavo auto-limitando e auto-sabotando.
Cambiare prospettiva: il vero potere della fotografia
Da quel momento, il mio approccio alla fotografia di ritratto è cambiato completamente. Non mi interessa solo scattare belle foto, non è mai stato solo quello. Voglio che chiunque si trovi davanti alla mia macchina fotografica si senta bene, si senta accolto, si senta visto davvero.
Non importa se non hai mai posato prima, se pensi di non essere fotogenica, se hai insicurezze (tutte ne abbiamo!). Il mio obiettivo è creare uno spazio sicuro, senza stress e senza paura, dove tu possa sentirti libera di essere te stessa.
Perché alla fine, la fotografia non è solo un’immagine. È un mezzo per riconoscerci, per guardarci con occhi più gentili, per riscoprire la bellezza che già esiste in noi.
E se io, che per anni ho evitato le foto, sono riuscita a fare pace con il mio riflesso, sono sicura che anche tu puoi riuscirci.
Se vuoi, io sono qui per ascoltarti. Scrivimi, chiamami.
Raccontami i tuoi timori e ciò che vorresti affrontare. Io mi metto al tuo fianco e insieme affronteremo il timore dell’obiettivo.