Lo spazio vuoto tra uno scatto e l’altro
Quel momento sospeso dove nessuno “sta in posa”. È lì che succede la magia. Un pensiero sulla verità che emerge quando smettiamo di controllare l’immagine.
C’è un momento, durante ogni sessione fotografica, che mi emoziona più degli altri.
È quello spazio vuoto tra uno scatto e l’altro.
Quel piccolo istante sospeso, dove nessuno “sta in posa”, dove il corpo si rilassa, lo sguardo si abbassa o si perde lontano, le mani smettono di cercare una posizione “giusta” e tornano semplicemente a essere mani.
È un momento che non si programma e che non si dirige.
Succede, e basta.
Ed è lì che nasce la magia.
Quando la persona davanti all’obiettivo smette, anche solo per un attimo, di controllare la propria immagine, accade qualcosa di profondo: emerge una verità.
Una piega sulle labbra che non era prevista, un’espressione distratta, una risata appena trattenuta.
Sono frammenti di autenticità che raccontano molto più di qualsiasi posa costruita.
In quello spazio vuoto, c’è spazio per essere.
Senza filtri.
Senza performance.
Senza la pressione di “venire bene”.
Ed è proprio in quei momenti che mi sento davvero al mio posto: quando riesco a cogliere ciò che è vero, vivo, spontaneo.
Perché la fotografia, per me, non è mai stata solo estetica. È presenza. È relazione.
È saper vedere — e farsi vedere — anche (e soprattutto) nei dettagli imperfetti.
Spesso chi si affida a me per un ritratto arriva con tante insicurezze.
Non sa bene come mettersi, teme di non piacersi nelle foto, vorrebbe essere guidata in ogni gesto.
Io sono lì per accompagnarla, certo.
Ma so che il momento più potente arriverà quando smetterà di cercare la foto perfetta… e inizierà semplicemente a esserci.
Se c’è un dono che la fotografia può fare, è questo: offrirti uno spazio dove non devi fare nulla, solo esserci.
E fidarti che, in quello spazio vuoto tra uno scatto e l’altro, succede qualcosa di vero.
E meravigliosamente tuo.
Una riflessione meravigliosa che condivido a pieno. Hai trovato le parole giuste per descrivere quell'istante che non sempre si pone attenzione.