Il valore delle foto di famiglia: ricordi che restano con amici e parenti
L'importanza di un genere fotografico che spesso tendiamo a sottovalutare
Ebbene sì, lo ammetto. Come fossimo in cerchio a presentarci:
Ciao, sono Monica, sono una fotografa e… mi piace fare le foto di gruppo durante i matrimoni.
Lo so, detto così sembra strano. Molti miei colleghi storcono il naso davanti alle foto di gruppo: le trovano noiose, caotiche, troppo “rigide”. Quelle in cui tutti si mettono in fila, come se fosse un dovere più che un piacere. Così, spesso, nei loro portfoli non le vedete nemmeno: non sono abbastanza glamour o “aesthetic”, come si dice oggi.
Negli ultimi vent’anni, infatti, la fotografia di matrimonio ha seguito due grandi filoni:
da un lato il reportage, che racconta la giornata con uno sguardo spontaneo,
dall’altro la versione patinata, elegante e perfetta, con location da sogno e dettagli da rivista.
Entrambi bellissimi, ma… che fine fanno amici e parenti?
Le foto che non si vedono
Se guardiamo i servizi pubblicati online, i volti delle persone più care agli sposi compaiono solo qua e là, spesso colti in momenti spontanei: una risata, un brindisi, un abbraccio. Ma non tutti finiscono nell’album.
Perché mentre la zia scherza con gli sposi, lo zio è in fila al buffet; la nonna preferisce rimanere seduta; i cuginetti corrono a perdifiato tra i tavoli. E qualcuno, lo sappiamo, riesce sempre a schivare la macchina fotografica.
Eppure io amo ritagliarmi del tempo per le foto di gruppo. Per me sono un momento prezioso. Lo propongo sempre agli sposi, anche a chi tentenna: perché credo davvero nell’importanza di ritrarre, tutti insieme, le persone che hanno scelto di esserci quel giorno.
Dopotutto, se le hai invitate, significa che sono parte della tua vita.
Perché contano davvero
Capisco che possa sembrare un momento “forzato” della giornata, ma in realtà quelle immagini diventano ricordi insostituibili.
Io lo so bene: adoro sfogliare l’album di matrimonio dei miei genitori, anno 1975. Ci sono gli scatti classici – l’arrivo in chiesa, la cerimonia, il taglio della torta – ma soprattutto ci sono le foto con amici e familiari. Guardandole ho potuto scoprire volti che non ho mai conosciuto di persona, e ascoltare le storie legate a quei visi.
È lì che ho capito una cosa: il vero valore delle fotografie non sta solo nell’estetica, ma nel tempo che riescono ad attraversare.
Come dice Robin Williams nel film One Hour Photo:
“Cos’è un ritratto familiare? Significa che qualcuno nella tua vita, in un certo momento, ti ha voluto così bene da volerti fotografare.” - Robin Williams
E come diceva Michele Rebuzzini, grande giornalista e critico fotografico purtroppo scomparso da poco:
“È il senso di una foto ricordo che poi diventa storia e poi diventa racconto, e sicuramente è vita.” - Michele Rebuzzini
Non solo matrimoni
E allora mi chiedo: perché limitarci ai matrimoni?
Le foto di famiglia non dovrebbero essere relegate solo a quell’occasione speciale.
Una foto con i genitori, con i nonni, con i fratelli, con gli amici di sempre. Una foto di coppia che non sia solo per “l’anello al dito”, ma che racconti un pezzo di vita insieme. Una giornata normale che diventa straordinaria proprio perché fissata in un ricordo.
Non servono location da sogno né allestimenti perfetti. Servono solo le persone a cui vuoi bene.
Conclusione
Se c’è una cosa che ho imparato, è che la fotografia non è mai banale: è memoria che resiste al tempo.
E ogni volta che aprirai quell’album, o quella scatola di foto stampate, ringrazierai di aver dedicato un po’ di tempo a quel momento.
Per questo il mio invito è semplice: non aspettare un matrimonio per creare le tue foto di famiglia.
Regalati l’occasione di fermare un abbraccio, un sorriso, una presenza.
Perché oggi è un ricordo fresco, ma domani sarà un tesoro inestimabile.
A presto, ciao
Monica