Come realizzare un autoritratto che racconti chi sei
Strategie per chi vuole mettersi in gioco e sperimentare dall’altra parte della fotocamera
L’autoritratto non è solo una fotografia. È un dialogo silenzioso con noi stessi, un esercizio di ascolto e osservazione che può aiutarci a comprenderci meglio e a costruire un rapporto più autentico con la nostra immagine.
Per anni ho lavorato come fotografa di ritratto, aiutando le donne a sentirsi a proprio agio davanti all’obiettivo. Ma prima ancora, ho dovuto affrontare la mia difficoltà personale nel farmi fotografare. È stato proprio grazie all’autoritratto che ho imparato a vedermi con occhi più gentili, superando le insicurezze che per tanto tempo mi avevano fatta sentire "non abbastanza".
Se sei un fotografo amatoriale, un appassionato di fotografia o stai iniziando il tuo percorso nel ritratto, questo articolo ti guiderà passo dopo passo nella creazione di un autoritratto che non sia solo esteticamente bello, ma che racconti davvero chi sei.
Ricordo che all’inizio, (ti parlo di vent’anni fa), lavoravo molto sull’autoritratto ed è capitato spesso di sentirmi chiedere il perché da persone che attribuivano questa scelta al fatto che non avessi modelle disponibili a scattare con me.
Questo sarcasmo, non faceva altro che farmi capire quanto fosse limitata la loro visione della fotografia. Realizzare autoritratti non è certo la scelta più facile per approcciarsi alla fotografia perché porta con sé difficoltà oggettive ed emotive.
Le difficoltà dell’autoritratto
La prima difficoltà oggettiva è la realizzazione pratica di un autoritratto perché ti ritrovi a dover interpretare due ruoli contemporaneamente: da un lato la regia delle immagini, dall’altra il soggetto.
Da un lato devi prestare attenzione alla componente tecnica (le luci sono posizionate bene? L’inquadratura è corretta? Sto cogliendo il massimo dall’espressione?), dall’altro lato devi concentrarti sull’interpretazione senza far trasparire le dinamiche tecniche (riuscirò a veicolare il mio messaggio? Riuscirò ad interpretare il ruolo che ho scelto? Riuscirò a mettermi in gioco esponendomi?).
Mentre scatti non sai realmente quanto sarà buona la riuscita dell’autoritratto perché non vedi cosa stai inquadrando (a meno che scatti da remoto con un computer connesso, ma personalmente ho sempre preferito usare solo la fotocamera perché mi dava più un senso di intimità, e non creava distrazione).
All’inizio della sessione fotografica è un continuo scattare e controllare l'inquadratura e le luci, poi una volta trovata la giusta combinazione, inizia la fase di scatti vera e propria.
Da quel momento devi diventare l’interprete della storia da raccontare. Devi cercare di porre in secondo piano i ragionamenti tecnici e lasciarti andare all’interpretazione emotiva. È qui che entrano in scena le difficoltà emotive, soprattutto se sei all’inizio. Ci si giudica duramente chiedendosi se saremo in grado di farlo, se riusciremo realmente ad essere efficaci nel trasmettere l’emozione che vogliamo veicolare.
E poi subentra la paura del giudizio: come apparirò? Il timore di apparire non al massimo della forma c’è, credo sia normale nell’essere umano, ma poi, più scatterai e più questo pensiero passerà in secondo piano lasciando spazio a tutta una serie di sfumature positive che l’autoritratto sa offrire.
Più di tutto ti sentirai libero: di fare ciò che vuoi, di dire ciò che senti, di essere te stesso senza preoccuparti del giudizio altrui. Non per forza questi ritratti dovranno essere pubblicati e quindi messi sotto la lente dell’osservatore, ma possono essere custoditi privatamente come ricerca e come esercizio personale.
Il consiglio che ti dò: non farti condizionare dal giudizio degli altri. Credi in ciò che fai e se ha realizzato una serie di cui sei orgoglioso, non auto-limitarti, pubblicala e lasciati scivolare addosso gli eventuali commenti che non apportano nulla alla tua crescita.
Il fatto di esserti messo in gioco e di “averci messo la faccia” sono già una vittoria.
I benefici dell’autoritratto
Ho alle spalle una ventina d’anni di esperimenti con l’autoritratto e posso dirti che non ci sono scatti più liberatori di questi. Aldilà del risultato della sessione fotografica, realizzare un autoritratto è terapeutico, perché mentre scatti un autoritratto ti senti totalmente assorbito da ciò che stai facendo, stai vivendo il momento. Senti l’emozione che vuoi raccontare e sei totalmente nel “qui e ora”.
Una volta terminati gli scatti ti senti leggero, sollevato, in pace. Se quanto ti ho raccontato ti ha incuriosito, prova anche tu a dedicarti a questo tipo di immagini.
Ti lascio qui alcuni passi importanti da fare nel momento in cui decidi di dedicarti all’autoritratto.
1. Perché fare un autoritratto?
L’autoritratto è un potente strumento di introspezione e crescita. Per prima cosa, prima di iniziare a scattare, chiediti perché fare un autoritratto.
Per conoscerti meglio: metterti davanti all’obiettivo ti costringe a guardarti davvero, senza filtri e senza distrazioni.
Per esplorare la tua creatività: può essere un mezzo per raccontare una storia, un’emozione, un momento della tua vita.
Per superare le insicurezze: Lavorando con il tuo riflesso, puoi iniziare a cambiare il modo in cui ti percepisci.
Quando realizzi un autoritratto, non stai solo scattando una foto. Stai facendo un esercizio di presenza, stai prendendo il controllo della tua immagine, scegliendo come raccontarti e cosa mostrare al mondo.
2. Creare il giusto spazio: sentirsi a proprio agio
Un buon autoritratto inizia da un ambiente in cui ti senti sicuro e libero di sperimentare.
Scegli un luogo familiare: può essere casa tua, il tuo angolo preferito o un posto che ti trasmette serenità. All’inizio ti consiglio di scattare in un luogo riservato, al chiuso perché scattare all’aperto comporta maggiori difficoltà (oltre che tecniche, porta in sé il timore di essere visti).
Prenditi il tuo tempo: scattare un autoritratto non è come un selfie veloce. È un processo che merita calma e attenzione.
Rilassati e mettiti in ascolto: Se all’inizio ti senti a disagio, prova a chiudere gli occhi, respirare e ascoltare come ti senti in quel momento.
L’obiettivo è creare uno spazio sicuro in cui puoi esprimerti senza paura del giudizio.
3. La luce: il segreto di un ritratto evocativo
La luce è un elemento fondamentale per la riuscita di un autoritratto.
Luce naturale morbida: la finestra è la tua migliore alleata per un effetto delicato e naturale.
Controluce per un mood più intimo: se vuoi un ritratto più etereo, posizionati tra la luce e la fotocamera.
Luci artificiali per sperimentare: una lampada, dei pannelli Led, un flash, ma anche una candela, possono aggiungere atmosfera e profondità alla tua immagine.
Gioca con le ombre e le sfumature di luce per creare il mood che più ti rappresenta.
4. L’attrezzatura: cosa ti serve per un buon autoritratto
Non serve un’attrezzatura costosa per iniziare, ma alcuni strumenti possono aiutarti:
Fotocamera o smartphone con una buona risoluzione.
Treppiede per stabilizzare l’inquadratura.
Autoscatto o telecomando per scattare senza fretta.
Se usi una fotocamera con Wi-Fi, puoi collegarla al computer e controllare la composizione in tempo reale.
5. La posa: naturalezza prima di tutto
Posare per un autoritratto può sembrare innaturale all’inizio. Ma il segreto è lasciarsi andare.
Muoviti tra uno scatto e l’altro: invece di mantenere una posa rigida, cambia posizione, inclina leggermente la testa, gioca con le mani. Spesso il movimento ci dà una chiave di lettura diversa da ciò che avevamo pensato inizialmente.
Usa le mani: toccarti il viso, accarezzarti il braccio, o stringerlo con una leggera pressione… piccoli gesti rendono il ritratto più autentico.
Esprimiti con lo sguardo: chiudi gli occhi, guarda altrove, fissa l’obiettivo… sperimenta con le emozioni che vuoi trasmettere.
Non cercare la "posa perfetta", ma quella che racconta meglio chi sei.
6. La post-produzione: valorizzare senza snaturare
Una volta scattato il tuo autoritratto, puoi lavorare sull’editing per enfatizzare il mood della foto senza alterare la tua immagine.
Regola luci e colori per rendere lo scatto più armonioso.
Evita ritocchi invasivi: le tue imperfezioni sono parte della tua storia.
Ritaglia le parti in eccesso: a volte può capitare che nell’inquadratura entrino elementi distraenti che non hai potuto tenere sotto controllo durante gli scatti. Eliminali per concentrare l’attenzione su di te.
L’editing deve essere un mezzo per esaltare la tua espressione, non per modificarla.
7. L’autoritratto come strumento di consapevolezza
Quando ho iniziato a scattare autoritratti, l’ho fatto per capire meglio me stessa. Era il mio modo per affrontare le insicurezze, per abituarmi alla mia immagine senza il filtro del giudizio.
Guardare le mie foto all’inizio era difficile. Notavo subito ciò che non mi piaceva: le occhiaie, la gobbetta del naso, i dettagli che mi sembravano fuori posto. Ma con il tempo, ho imparato a vedermi in modo diverso. Non ero solo un volto in un’immagine. Ero un insieme di emozioni, di storie, di dettagli unici e il mio corpo era il mezzo per comunicare il mio pensiero.
Dal momento in cui ho preso consapevolezza che il mio corpo era un mezzo mi sono liberata dalla paura del giudizio (il mio in primis), perché non mi soffermavo più su quelle che io ritenevo fossero imperfezioni, ma osservavo come la giusta postura comunicasse il mio messaggio in maniera più forte e diretta.
E questo stesso processo l’ho visto accadere nelle donne che ho fotografato. Quante volte ho sentito dire "Non vengo mai bene in foto", "Non mi piaccio", "Non so stare davanti alla fotocamera"? Eppure, bastava un momento di fiducia, un respiro profondo, per far emergere la loro vera bellezza.
L’autoritratto è un atto di coraggio
Ti mette a confronto con te stesso, ma ti regala anche la possibilità di riscoprirti e accettarti per come sei davvero.
Conclusione: il potere di raccontarsi con la fotografia
Realizzare un autoritratto non è solo un esercizio tecnico. È un'opportunità per guardarti con occhi nuovi, per accogliere la tua immagine senza paura e senza giudizio.
E ora tocca a te!
Prendi la tua fotocamera, sperimenta e racconta chi sei attraverso l’autoritratto. E se vuoi condividere il tuo percorso o hai bisogno di un consiglio, scrivimi: sarò felice di accompagnarti in questo viaggio.