Come si cattura l’emozione in un ritratto fotografico è una delle domande che negli anni mi sono sentita porre più volte da chi ha visitato il mio sito e da alcune chiacchierate sulla fotografia fatte con fotografi amatoriali.
Nel mondo della fotografia ci sono fotografi che aborrono la parola emozione legata alla fotografia, altri che hanno fatto di questo concetto il motivo portante della loro attività di ricerca.
Raccontare la persona nel ritratto fotografico
Per quanto mi riguarda nella mia fotografia di ritratto cerco di raccontare la persona che ho davanti nel modo più vero possibile, per quello che la persona mi offre di sé.
Intendo la parola “vero” legata a quella porzione di tempo in cui la persona che ritraggo è in quel preciso istante. E’ lei a decidere cosa mostrarmi di sé. Se poi, si apre e mi mostra la sua reale personalità, allora il ritratto sarà vero in tutti i sensi, altrimenti sarà una versione della persona che avrà voluto mostrarmi in quel modo.
Se riesco ad entrare in sintonia veramente con la persona, al punto tale che lei si apra a me e mi mostri la sua reale personalità, allora riuscirò a trasmettere qualcosa a chi osserverà la foto e suscitare in lei un’emozione. L’emozione nella fotografia di ritratto può essere gioia, tristezza, malinconia, inquietudine…
L’emozione non è legata solo alla fotografia di ritratto, può esser veicolata anche in altri tipi di fotografia: pensa ai meravigliosi paesaggi di città vuote fotografate da Gabriele Basilico. Sono paesaggi ma al tempo stesso comunicano ed emozionano moltissimo. Il fatto di non vedere persone fa porre alcune domande in chi le osserva. Soprattutto in questo anno di quarantena dettata dal Coronavirus in cui siamo stati costretti in casa, e le città si sono realmente svuotate, le immagini di Basilico realizzate molti anni fa, sono ancora più toccanti.
Quindi l’emozione si può veicolare con molti tipi di fotografia, ma sicuramente nella fotografia di ritratto vi si deve prestare ancora più attenzione.
Pensa alla pubblicità: ogni spot in tv o ogni pubblicità stampata veicola un messaggio e porta ad un’emozione (o per lo meno dovrebbe!).
Compito dei fotografi è interpretare un messaggio
Compito dei fotografi è quello di saper interpretare un messaggio, raccontare una storia attraverso le proprie fotografie. Nel caso di lavori commerciali sarà il cliente stesso a indicarci il suo obiettivo e si affiderà a noi affinché trasmettiamo il suo messaggio.
Quando il tuo cliente è una persona che ti chiede un ritratto vale la stessa regola. Chiedi che tipo di ritratto vuole, prima di tutto: vuol un ritratto personale o professionale? A seconda del tipo di ritratto ci sarà un diverso messaggio da veicolare. Nel caso del ritratto per uso personale avrai più libertà di spaziare e interpretare la persona.
In questo articolo farò riferimento all’uso personale del ritratto.
Vediamo tre consigli utili per ottenere meglio dalla sessione di ritratto.
1. Ritrarre una persona nel modo più naturale possibile
Un consiglio per iniziare: cerca di mostrare la persona nel modo più naturale possibile.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: quando ritrai una persona cerca di raccontarla nel modo più naturale possibile. So che non è semplice, soprattutto se sei all’inizio.
La cosa più difficile è proprio quella di ritrarre qualcuno in modo spontaneo, perché spesso le persone davanti all’obiettivo si irrigidiscono perché si sentono a disagio. E’ nostro compito cercare di farle sentire tranquille e a loro agio.
Come già visto più approfonditamente in questo articolo la chiave di volta per metter a proprio agio una persona è il dialogo che riuscirai ad instaurare con lei, prima di iniziare a scattare.
E’ fondamentale, molto più che avere l’attrezzatura perfetta.
2. Rassicurare la persona mentre la ritrai
Il secondo aspetto da curare è quello di rassicurare la persona durante la fase di scatto. Mentre scatti dì alla persona che sta venendo bene, dille che sta facendo un ottimo lavoro e va tutto bene. Sono frasi rassicuranti che alla persona faranno molto piacere e le daranno maggior sicurezza.
Mostrati sicuro, senza cadere nella boria, mi raccomando, perché la boria non aiuta a far sentire qualcuno a proprio agio, il rischio è di farlo innervosire.
Mostrati rilassato, anche se dentro di te ti senti insicuro o agitato perché magari hai poca esperienza o le foto non stanno venendo come vorresti, non far trapelare nulla. Mostrati sempre padrone della situazione. In questo modo l’altra persona si sentirà più tranquilla perché avrà davanti un fotografo preparato che sa gestire la situazione e, di conseguenza, fidandosi di te, si sentirà più a suo agio e si porrà in maniera più rilassata.
3. Non avvicinarti troppo
Finché non vedi che la persona è a suo agio, non avvicinarti troppo a lei. Puntare un obiettivo direttamente in faccia crea disagio nella persona. Se vuoi ottenere un taglio stretto, usa un teleobiettivo e, a distanza, scatta aumentando la focale. Se usi un 85 mm, e vuoi fare un taglio stretto, prendi prima confidenza con la persona, se vuoi avvicinarti.
L’emozione nel ritratto passa anche dalla scelta del luogo e della luce
Per cogliere l’emozione nella fotografia di ritratto, oltre a mettere a proprio agio la persona, è utile preoccuparsi anche di altri due aspetti che compongono l’immagine: la scelta della giusta location (se diversa dallo studio fotografico) e della luce adatta. Attraverso questi due elementi puoi creare la giusta atmosfera che ti permetterà di rafforzare ancora di più il messaggio da veicolare e quindi l’emozione da trasmettere.
La scelta del luogo
Può essere utile chiedere alla persona per cui stiamo realizzando il ritratto, se ha un posto a lei caro. Scegliere di ambientare il suo ritratto in un posto per lei importante, sarà la scelta migliore perché sarà emozionante per lei essere in quel luogo speciale e successivamente quando vedrà il ritratto finale proverà ancora più emozione perché oltre a ricordarsi della bella esperienza della sessione di ritratto, si vedrà raccontata ancora di più perché calata in quel contesto.
Questa soluzione è perfetta anche per i ritratti in coppia o di famiglia. Quale luogo perfetto per ambientare i loro ritratti se non nei posti a loro cari?
(Ovviamente dovrai valutare costi di eventuali trasferte, se i luoghi non sono nelle vicinanze.)
Se invece la persona non ti suggerisce un posto, ma ti lascia libertà di scelta, scegli con cura l’ambientazione a seconda di come vuoi realizzare il ritratto. Scenari bellissimi possono essere quelli naturali come boschi, laghi, spiagge, scogli, campi, fiumi… ma anche luoghi cittadini come per esempio un palazzo storico, una parete colorata, una via cittadina caratteristica, un’architettura moderna…
Scattando all’aperto avrai ampia scelta di ambientazioni. Scegli con cura quella più adatta a seconda di come vuoi raccontare la persona. Se tocca a te scegliere il luogo in cui ambientare le foto, sarà molto utile cercare di conoscere almeno in parte, la persona, in modo tale da poter individuare il luogo adatto per lei. Per farlo hai due scelte: fissare un incontro conoscitivo prima della sessione fotografica (se la persona è disponibile), in cui dovrai capire come interpretare poi la persona in foto, oppure, farle qualche domanda per telefono o per email se non è possibile incontrarsi prima delle foto.
La luce nella fotografia di ritratto
L’altro aspetto importante è scegliere la luce giusta per il ritratto. Scattare nelle luci centrali della giornata quando le ombre create dal sole sono molto dure crea delle difficoltà, tranne nel caso ti serva proprio questa luce dura per scolpire il viso con le ombre. Fai attenzione che la pelle mostrerà molte imperfezioni con una luce di questo tipo. Se la persona ha la pelle un po’ segnata, meglio evitare se non vuoi poi passare ore con Photoshop a sistemarla. Un utile modo di aggirare l’ostacolo è quello di posizionare la persona all’ombra, in questo modo avrai una luce più uniforme, ma ti creerà meno problemi. Se accanto a te c’è una parete bianca colpita dal sole, sarà un pannello riflettente perfetto che potrai sfruttare per andare a schiarire le zone del lato in ombra del tuo soggetto.
E’ utile portarsi con sé un piccolo pannello riflettente, in questo modo anche in situazioni difficili potrai sfruttare dei riflessi di luce sfruttando il pannello.
L’ora perfetta, la Golden hour
Su tutti i manuali, in tutti i tutorial e corsi indicano come l’ora perfetta la famosa “Golden hour” l’ora d’oro. La fase appena dopo l’alba o appena prima del tramonto. La luce è morbida, le ombre lunghe e l’atmosfera dorata crea immagini sognanti e molto romantiche.
E’ un tipo di luce molto sfruttato nella fotografia di matrimonio, perché funziona molto bene per i ritratti, le ombre sui visi sono morbide e l’effetto dorato crea sicuramente il giusto livello di emotività.
Veicolare l’emozione nel ritratto con le pose
Un’altra domanda che mi sento fare spesso è quella legata alle pose. Come scegliere la posa giusta per veicolare l’emozione nella fotografia di ritratto?
La posa giusta per tutti non esiste. A seconda del soggetto dovremo posizionarlo per valorizzare il suo fisico e il suo viso. Questo argomento meriterebbe un articolo a parte vista la quantità di variabili. Il consiglio che posso darti è quello di osservare la persona che hai davanti come si muove in maniera naturale. Spesso da questa osservazione possiamo trovare la giusta posa per ritrarla.
Se invece la persona è impacciata, parti con pose semplici, falla girare leggermente di tre/quarti, per evitare la ripresa delle spalle frontali (il rischio è che appaiano più larghe), e chiedile di guardare in macchina. Da qui chiedile di ruotare leggermente in modo che tu possa avere l’opportunità di osservarla da più angolazioni possibili per capire quale possa essere quella che la valorizza maggiormente.
Online si trovano molti articoli su come mettere in posa il soggetto. Voglio consigliarti questo libro che ho trovato molto ben fatto ed essendo ricco di immagini e di consigli, può esserti davvero utile:
Lindsay Adler: La guida definitiva alla posa fotografica. Tecniche e trucchi per valorizzare ogni soggetto
Un ultimo consiglio
Un consiglio che mi sento di darti è questo: lascia che la persona sia se stessa. Non forzarla a interpretare un ruolo. Ti faccio un esempio semplice: se hai davanti una ragazza timida, non chiederle di fare pose sensuali o intriganti. Soprattutto se è la prima volta che la incontri. Questo non farà altro che metterla a disagio e si irrigidirà al punto che non riuscirai a ottenere il risultato sperato. Se vedi che è timida, cogli questo suo lato e trasmettilo. Sforzati di farla sentire sicura e soprattutto che non sei lì per giudicarla. Solo così potrai sperare di farla sciogliere un po’.
Cerca di farla sorridere e sii pronto a scattare. In questo modo otterrai un sorriso sincero e spontaneo.
Se vuoi approfondire il tema della fotografia di ritratto, ho scritto una guida gratuita che puoi scaricare
Se invece stare davanti alla macchina fotografica ti crea disagio, puoi scaricare questa guida gratuita:
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