Donne di Crema: il ritratto di Laura

“Donne di Crema” prosegue celermente e sono felice dei passi avanti che stiamo facendo. Sempre più donne si presentano e si candidano al progetto e condividono lo spirito di squadra che lo anima. Un percorso affascinante e molto costruttivo per me, come persona, ma anche come fotografa.

Ogni storia mi insegna qualcosa e spero che anche a te che leggi, possa arrivare il significato del progetto e di ogni storia raccolta. Come la storia di Laura, una donna che nella vita ha affrontato tante sfide impegnative e alcuni drammi, ma che, oggi, è riuscita a conquistarsi il suo angolo di felicità.

L’incontro

Laura nasce in una bella famiglia cremasca, suo padre era un avvocato penalista e lei affascinata dal suo lavoro, ne approfittava per fargli sempre molte domande, soprattutto quando non riusciva a capire come potesse difendere certe persone. Un uomo di grande cultura e spessore, di grande sensibilità, doti che lo hanno portato anche a scrivere dei libri di poesie.

Il ritratto di Laura per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Laura per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La madre, dopo aver lavorato , aveva scelto di rimanere a casa ad accudire i figli. Laura ha amato molto i suoi genitori, seppur con degli irrisolti come a volte accade, in particolare era molto legata al padre, che caratterialmente sentiva molto simile a sé. Il suo percorso di studi si svolge  prima al liceo classico, poi alle Scuole Magistrali, perché la sua idea inizialmente era quella di andare ad insegnare , anche se poi la sua vita è cambiata completamente, si formerà come Educatrice.

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Donne di Crema: il ritratto di Claudia

“Donne di Crema” è un viaggio alla scoperta del mondo delle donne e ogni storia che ascolto mi offre un ventaglio di sfumature emozionanti.

Ciascuna storia insegna qualcosa a chi è attento ai messaggi in esse. Così è la storia di Claudia, una donna che nella sua vita ha cambiato spesso la sua strada, per la voglia di migliorarsi sempre, per necessità e per non annoiarsi mai.

Non si è mai risparmiata, si è sempre messa in gioco e anche nel momento della scoperta di una malattia ha saputo reagire con forza e con un obiettivo: diffondere il più possibile il tema della prevenzione, che a lei ha letteralmente salvato la vita.

L’incontro

Partiamo dall’inizio della sua storia, che la vede dall’altra parte dell’Italia rispetto alla sua storia recente a Crema.

Claudia nasce a Napoli e vive a Teano, paese in provincia di Napoli, terra d’origine dei suoi genitori. Il padre, capostazione, quando Claudia ha undici anni decide di lasciare la sua terra. Solitamente i giovani del sud si trasferivano al nord per lavoro, il padre di Claudia decide di anticipare i tempi, quando ancora le figlie sono piccole, chiede il trasferimento e parte con tutta la famiglia unita, alla volta di un piccolo paese alle porte di Crema dove avrebbe potuto continuare il suo lavoro.

Il ritratto di Claudia per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Claudia per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Claudia è una bambina molto determinata tanto che a cinque anni, sapendo già scrivere, chiede ai suoi genitori di anticipare di un anno l’inizio della scuola.

La sua idea viene accettata sia dai suoi genitori che dalle maestre delle elementari e infatti inizia a frequentare la prima elementare, fino al momento in cui gli altri genitori si lamentano con le maestre di questa situazione, vista come un favoritismo in quanto “la figlia del capostazione”.

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Donne di Crema: il ritratto di Linda

“Donne di Crema” ha da poco tagliato il traguardo importante delle 70 donne ritratte e non conosce stanchezza né noia. Ogni storia raccolta e ogni donna incontrata, è anzi, fonte di nuove ispirazioni, nuovi stimoli e nuove sensazioni.

Come la storia di Linda, che arriva a me tramite il suggerimento di Monica, un’altra donna già raccontata in precedenza. Scopro una donna che non si è mai tirata indietro davanti alla fatica, all’impegno e al lavoro. Una donna che si è sempre saputa rimboccare le maniche per andare avanti e che ha saputo riconoscere sul suo cammino degli esempi importanti da cui attingere lezioni significative. E’ una donna grata alla vita, Linda, nonostante le difficoltà, si ritiene fortunata di ciò che ha costruito e delle persone che ha incontrato.

L’incontro

La vita di Linda è divisa in due parti. Da un lato c’è lei bambina e adolescente, fino alle Scuole Superiori, dall’altro lato, la parte che va dai vent’anni sino ad oggi.

Per lei la prima parte della sua vita ha significato anni di puro studio in cui era quella “brava” e il suo lavoro era quello di “studiare e portare a casa il risultato”. Ha vissuto meno il gioco e il divertimento e tutto ciò che ricorda, ruota attorno alla scuola e allo studio, con degli sprazzi di ricordi legati alle grigliate in famiglia in cui riunendo cugini, zii e parenti erano sempre molto affollate.

Il ritratto di Linda per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Linda per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La seconda parte della sua vita parte dai vent’anni in poi in cui si è ritrovata a dover affrontare un mondo estraneo, quel mondo incontrato già a partire dall’Università e poi nel mondo del lavoro. Si è trovata a doversi confrontare con una realtà meno semplice rispetto a quella a cui era abituata: essendo cresciuta in un piccolo paese del cremasco, già frequentare le scuole a Crema era stato un cambio importante.

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Donne di Crema: il ritratto di Anca

Gli incontri virtuali con le “Donne di Crema” proseguono con un buon ritmo. Tante nuove storie intense, alcune molte difficili, ma tutte vissute con la voglia di rimboccarsi le maniche e rimettere ordine in se stesse e nelle proprie vite.

Come la storia di Anca, che è densa di accadimenti e di difficoltà, ma da cui è riuscita a trovare un risvolto positivo per cercare di essere di aiuto agli altri.

L’incontro

Con Anca ci siamo conosciute molti anni fa, quando faceva la modella. Abbiamo lavorato insieme alcune volte. Tante cose sono successe negli anni in cui ci siamo perse di vista e ascoltarla è stato molto emozionante. Vedere come è riuscita ad affrontare ogni ostacolo sulla sua strada, mi restituisce un’immagine di lei davvero tosta.

Il ritratto di Anca per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Anca per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Nasce in Romania, i suoi genitori vengono in Italia a cercar lavoro, mentre lei resta con la nonna materna con l’obiettivo di terminare gli studi.

Quando Anca ha dieci anni, la nonna si ammala gravemente e viene a mancare e i suoi genitori sono costretti a far venire Anca in Italia, nonostante non avessero ancora una situazione stabile dal punto di vista economico.

Per lei è molto dura, perché vuol dire cambiare radicalmente la sua vita da un giorno con l’altro e adattarsi ad una vita un po’ precaria.

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Donne di Crema: il ritratto di Monica

“Donne di Crema” ha superato di gran lunga la metà del suo percorso e ad ogni incontro mi rendo conto di quanto sia affascinante ed interessante questo viaggio nel mondo femminile. Ogni donna incontrata mi ha insegnato qualcosa, ogni storia ha un messaggio da veicolare e tutto questo non fa altro che confermarmi l’importanza dell’ascolto dell’altro.

Un viaggio alla scoperta dell’altro, senza muoversi da casa. Il momento storico perfetto per questo progetto: a lungo costretti in casa, ma con la mente, e il cuore, che si sono potuti cibare di stimoli, di confronti, di crescita personale come se le mie gambe fossero in giro per il mondo.

L’incontro

Così è stato anche per la storia di Monica. Una donna che ad un certo punto della sua vita ha deciso di cambiare totalmente strada, fermandosi e ascoltandosi veramente. Da qui nasce la voglia di ripartire dalle sue passioni, dai suoi interessi, da se stessa per dedicarsi ad una nuova attività professionale, più in linea con i suoi valori e le sue passioni.

Il ritratto di Monica per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Monica per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Monica ha iniziato a seguire il progetto “Donne di Crema” già un anno fa, ma per timore di non aver una storia abbastanza interessante da raccontare, ha rimandato il momento di proporsi, sino a pochi giorni fa quando si è decisa a buttarsi.

Nasce in una famiglia con due fratelli più grandi, con cui anziché praticare i soliti sport, frequentano equitazione per via della grande passione di loro padre. La loro infanzia e adolescenza trascorre in mezzo ai cavalli e la natura.

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Donne di Crema: il ritratto di Chiara

“Donne di Crema” è un progetto che racconta le donne a 360°, è curioso entrare in punta di piedi nelle storie di ciascuna di loro e scoprire cosa hanno vissuto sino ad oggi e come ciò le ha fatte crescere e sbocciare.

L’incontro

E’ un’esplosione di energia la storia di Chiara. Una donna che riesce a trasmetterti carica e voglia di fare anche dall’altra parte del monitor del computer.

Esordisce dicendomi di avere una pessima memoria, ma il ricordo di aver vissuto un’infanzia molto bella è molto vivido in lei e da lì ha attinto tutta l’energia che ha oggi. Si è sempre ritenuta molto fortunata di aver avuto una famiglia come la sua, con cui ha tutt’ora un forte legame.

Il ritratto di Chiara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Chiara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

L’unica cosa che la differenzia dalla sua famiglia è il viaggio. Per lei viaggiare è sempre stata una passione incredibile e non ha mai perso occasione per farlo, a differenza dei suoi familiari che invece non hanno mai amato spostarsi.

Secondogenita dopo una sorella maggiore di appena tredici mesi più grande di lei, per anni si è confrontata con un modello di quasi “perfezione” quale è per lei la sorella.

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Donne di Crema: il ritratto di Ornella

“Donne di Crema” grazie al passaparola continua a ricevere candidature di donne davvero interessanti. Come Ornella, scoperta grazie al suggerimento di Isabella.

L’incontro

Ornella è una donna brillante, positiva, sorridente, capace di raccontarsi con sincerità e poesia. Mi porta con sé nel cammino della sua storia e mi sembra di essere tra le pagine di un libro, sarà che la scrittura è una sua grande passione, ma già nell’ascoltarla si percepisce questa sua capacità nel racconto.

Il ritratto di Ornella per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Ornella per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La storia di Ornella inizia in Svizzera dove nasce perché i suoi genitori vi si erano trasferiti da giovani per cercare di costruirsi un futuro migliore, avviando delle attività imprenditoriali. Il legame con l’Italia è sempre stato forte in loro tanto che decidono di far ritorno nel Salento, loro terra natale, quando Ornella ha 3 anni.

Qui avviano una nuova attività, un negozio di abbigliamento. Ornella cresce a Martano, un paese in provincia di Lecce, dove conduce una vita piena e serena. Terza di tre figli, è stata la “piccola di casa”, sempre in cerca dell’approvazione di suo padre, che amava vedere felice. Per lei, è stato un grande punto di riferimento.

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Donne di Crema: il ritratto di Elisabetta

“Donne di Crema” presenta oggi la storia di Elisabetta, una donna che non si è mai fermata davanti alle difficoltà che ha incontrato sul suo cammino, forte del mantra che in casa sua veniva ripetuto spesso “Se si deve fare, si fa”.

L’incontro

Ciò che mi piace di lei è questa capacità di andare avanti, affrontare le cose di petto senza perdersi in chiacchiere o dietro mille pensieri. Non mi nasconde che farsi fotografare la imbarazza molto e non si sente per niente a suo agio, ma ha deciso di partecipare comunque perché ritiene importante il messaggio dietro al progetto e quindi vuole andare oltre il suo imbarazzo, e prenderne parte per sostenerlo.

Il ritratto di Elisabetta per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Elisabetta per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Elisabetta  è milanese di nascita, ma cremasca d’adozione da parecchi anni ormai. Da bambina ha avuto la fortuna di avere una casa di famiglia nella campagna tra Liguria e Piemonte, passando gli autunni e gli inverni a Milano e le sue estati in mezzo alla natura, in un paese molto piccolo, vivendo così realtà molto diverse.

La Milano della sua infanzia era molto diversa dalla metropoli di oggi perché era fatta da tanti piccoli paesi, dove si viveva il mercato rionale, i giardini di zona, i compagni di classe abitavano tutti vicini e i negozi erano tutti nella stessa aerea.

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Donne di Crema: il ritratto di Barbara

“Donne di Crema” non arretra di un passo. Durante il periodo di zona rossa ho continuato a fissare incontri online per conoscere tante nuove partecipanti e le loro storie.

Come nel caso di Barbara che mi arriva tramite Isabella. Si presenta nella sua prima email e già mi trasmette la sua energia e la sua grandissima passione per il canto e per il ballo. Mi fa sorridere la sua frase che “in fasce ballavo al cambio pannolino”, che ben riassume la sua inesauribile verve data dal fare qualcosa che ama molto.

L’incontro

E’ una cremasca doc, figlia di cremaschi con delle origini pugliesi da parte del nonno paterno che non ha mai conosciuto. Una storia un po’ da film quella che lega i suoi nonni: sua nonna aveva un’osteria con le sue sorelle e durante la seconda guerra mondiale, danno alloggio ai partigiani ed è qui che i due si incontrano, si innamorano e dalla loro unione nasce il padre di Barbara.

Il ritratto di Barbara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Barbara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Ricorda che quando aveva otto anni, la nonna la portava a danza classica ed era felicissima, solo che per i due anni di corso non è mai riuscita a fare il saggio di fine anno perché una volta con la febbre e la seconda perché in concomitanza col catechismo che aveva prevalso. Le è rimasta la spina nel fianco di non esser riuscita a continuare con danza classica perché anche il terzo anno le lezioni di danza venivano fatte allo stesso orario del catechismo e in famiglia questo aveva la priorità.

Si è buttata sul canto e, mi racconta che la suora, nel coro della chiesa non le dava mai parti soliste perché Barbara aveva un’estensione bassa, da mezzo soprano, e venivano predilette le bambine con la voce alta.

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Donne di Crema: il ritratto di Mariangela

Donne di Crema” mi dà la possibilità di conoscere tanti tipi differenti di storie e ognuna ha la capacità di insegnarmi qualcosa.

Spesso mi è capitato che le partecipanti mi dicessero di non avere chissà quale storia interessante da raccontare, paragonata alle altre, ma ciò che dico sempre loro è che forse per loro, la loro storia non è così interessante perché la conoscono, ma chi la sente per la prima volta riesce a scovare in essa un messaggio, un esempio o un insegnamento utile.

L’incontro

Mariangela, dopo avermi contattata per email per candidarsi, si è fatta venire qualche dubbio in merito alla sua storia, ma ascoltandola, ho trovato il piacere di conoscere una donna positiva, solare, piena di fantasia e che non si lascia fermare da paure dettate da altri.

Il ritratto di Mariangela per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Mariangela per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La sua storia inizia dalla campagna cremasca, dove la famiglia di sua madre aveva una cascina, luogo a cui sono legati i suoi ricordi di infanzia quando andava a trovare i nonni e i cugini. Ricorda con nostalgia i giochi nel fienile, le corse nei campi di granoturco, le mucche, e si rammarica che i bambini di oggi non abbiano la possibilità di conoscere quello stile di vita genuino e semplice.

Alle Scuole Superiori frequenta l’Istituto Professionale Internazionale per l’artigianato liutario e del legno a Cremona , conosciuta per la sezione di liuteria. La sua particolarità, era che già a quei tempi era molto cosmopolita. Molti studenti che la frequentavano arrivavano da varie parti del mondo, e venivano in quella scuola per imparare a fare i violini.

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