Donne di Crema ha ripreso per un breve periodo, la sua formula tradizionale, potendo tornare ad incontrare dal vivo le partecipanti. Per quanto utile la possibilità di incontrarsi online per ascoltare le loro storie, poterlo fare di persona, ha tutto un altro sapore.
L’incontro
Stefania, è la partecipante n.50, un traguardo importante perché segna esattamente la metà del percorso. Un giro di boa notevole. Tra lockdown e limitazioni varie, dopo un anno e una settimana esatta (il ritratto di Stefania è dell’11 febbraio 2021) dall’inizio del progetto tocco quota cinquanta.
Una bella soddisfazione!
La giornata che abbiamo scelto per incontrarci, è meravigliosa. Finalmente splende il sole e il cielo è di un blu intenso. Non potevamo chiedere di meglio.
Durante il periodo in zona rossa e arancio, a gennaio, “Donne di Crema” è proseguito con le video interviste tramite Zoom o Whatsapp. Così è stato anche nel caso di Ambra, con cui arrivo ad un passo dalla metà percorso.
Non è stato un viaggio senza ostacoli, tra lockdown di primavera, zone rosse e arancioni dell’autunno/inverno e le tante limitazioni, ma pian piano procedo per raggiungere il mio obiettivo.
L’incontro
Oggi ti racconto la storia di Ambra, una giovane professionista, piena di entusiasmo ed amore per il suo lavoro, che considera una vera e propria missione per far stare bene gli altri. Una chiacchierata davvero molto piacevole, che mi ha permesso di conoscere un po’ di più del suo mondo e soprattutto una persona che sa trasmettere vibrazioni positive sia nei confronti delle altre persone che di ciò che fa quotidianamente.
“Donne di Crema” si è un po’ rallentato tra una chiusura e l’altra, ma non si è mai fermato del tutto. Grazie alle donne che si sono rese disponibili a raccontarmi le loro storie anche tramite Whatsapp o Zoom, sono riuscita a proseguire col progetto.
Così è stato per Valentina. Già nella sua prima email mi ha raccontato tanto di sé, scrivendo la sua storia in maniera impeccabile. Durante la chiacchierata online abbiamo approfondito alcuni aspetti della sua storia e oggi la voglio condividere con te.
L’incontro
Una storia che inizia dalle origini siciliane e che la porta a Crema, negli ultimi anni, dove inizia a fare il lavoro dei suoi sogni: la bibliotecaria.
Siciliana di nascita, cresciuta a Lodi e da alcuni anni cremasca d’adozione. Vive intensamente la vita cremasca essendo immersa ogni giorno tra gli utenti della Biblioteca, e tra le tante iniziative culturali legate al luogo e al Museo. Tutto questo l’ha fatta innamorare della nostra cittadina e a farla sentire subito parte di essa.
“Donne di Crema” durante il periodo in zona rossa, non si è fermato, ma è continuato con una nuova formula: le video interviste online. Ho avuto modo di conoscere nuove Donne di Crema, senza muovermi da casa, solo separando i due momenti: quello del racconto della loro storia e quello del ritratto.
Così è stato per Anna di cui oggi ti racconto la storia.
L’incontro
In una delle sue prime email, ricordo che mi aveva scritto di essere sempre stata una persona timida, con un forte legame con la sua famiglia, che per lei rappresenta un nido sicuro in cui sentirsi se stessi e a proprio agio e, che per lavoro, si sta impegnando molto per lavorare sulla parte più riservata di sé.
Incuriosita da questa presentazione, le chiedo di raccontarmi la sua storia e scopro così una giovane donna che ha saputo affrontare la vita un passo alla volta ma con determinazione e una buona dose di ottimismo.
Sorride molto, Anna, percepisco dai suoi racconti, ma anche dalla sua voce, che è una donna felice e appagata di ciò che ha raggiunto.
“Donne di Crema” è ancora momentaneamente in pausa dai ritratti, ma non si ferma mai. Durante la fase di lockdown ne sto approfittando per far parlare il più possibile del progetto, sui giornali locali, attraverso articoli ed interviste e sto già iniziando a pianificare un evento per la primavera.
Dei ritratti già realizzati ne mancano un paio da pubblicare, oggi ti racconto la storia di Barbara.
L’incontro
Tempo fa ho ricevuto un’email da Alessandra, in cui si presentava e si proponeva, insieme alla sua cara amica, e socia nel lavoro, Barbara, per partecipare al progetto “Donne di Crema”.
Due amiche che si compensano a vicenda. Dopo aver conosciuto Alessandra, ero molto curiosa di conoscere anche l’altra metà della sinergia di queste due donne.
Il giorno del ritratto di Barbara
Incontro Barbara, in una mattina un po’ grigia e umida. Dopo i primi scambi di battute, ci pensa Barbara a farmi completamente dimenticare il clima attorno a noi.
Parlare con lei è molto semplice, dopo pochi minuti ho l’impressione di conoscerla da tempo. Si presenta subito dicendo che, essendo una persona timida, non sa bene cosa raccontare di sé. Ma mi basta chiederle del suo lavoro che subito si accende un lampo nei suoi occhi e le parole iniziano a fluire senza problemi.
“Sono nata su un tavolo da taglio”
Barbara
E’ così che inizia a raccontarmi la sua storia. I suoi genitori avevano un laboratorio dove lavoravano per conto terzi e producevano abiti per i grandi stilisti.
E’ una ragazzina, Barbara, quando scopre la passione per la moda e la sartoria.
Dopo tanti articoli del progetto “Donne di Crema”, voglio raccontarti alcuni retroscena relativi a questa esperienza, alcune curiosità, cosa ho imparato da esso e che impatto ha avuto su di me.
“Donne di Crema” è iniziato molti mesi fa, il 4 Febbraio 2020 con il ritratto di Marta. Si è interrotto dal 9 Marzo sino a Maggio a causa del lungo periodo di lockdown forzato in casa. E’ ripreso il 27 Maggio con il ritratto di Cecilia e interrotto nuovamente il 06 Novembre per il secondo lockdown.
Il mio obiettivo è di arrivare a 100 donne ritratte per Agosto 2021, per poter poi esporre il progetto durante il mese di Settembre 2021.
Mi ero messa come primo traguardo, di arrivare a 50 ritratti realizzati e 50 storie raccolte per il mese di Dicembre 2020, ma il nuovo lockdown ha arrestato la corsa, a quota 43 ritratti già realizzati.
Sto scalpitando per poter realizzare gli ultimi 7 ritratti rimasti in sospeso. Nel frattempo ho già ricevuto nuove candidature di donne desiderose di raccontarsi e aprire il loro cuore a chi leggerà la loro storia.
Il dietro le quinte del progetto
Voglio approfittare di questa pausa per raccontarti un po’ del dietro le quinte di questi incontri.
“Donne di Crema” è in pausa per il secondo lockdown, ma di cose da pianificare, organizzare e pensare, relativamente al progetto, ce ne sono talmente tante che una pausa dagli incontri è solo un piccolo stop da cui ripartire ancora più cariche.
L’incontro
Con Simona sono ormai mesi che ci rincorriamo. È da prima del lockdown a marzo che dovevamo vederci e poi ci hanno chiusi in casa. Una volta liberate, gli impegni di entrambe ci hanno fatto rimandare più volte, ma finalmente ci siamo riuscite.
Il giorno del ritratto di Simona
Un pomeriggio di fine ottobre, con una luce meravigliosa, un cielo blu terso e i colori autunnali delle piante, fanno da cornice al nostro appuntamento.
Simona mi spiazza subito con una battuta, quando le chiedo della sua infanzia. Mi dice di non aver ricordi, se non offuscati, di quei tempi. Gli unici ricordi che ha sono quelli legati ai momenti ritratti nelle foto di famiglia.
“Donne di Crema” subisce un nuovo fermo a causa del secondo lockdown dato dall’emergenza Covid19, ma l’entusiasmo non si placa e ne approfitto per pubblicare le storie delle ultime donne ritratte.
L’incontro
Incontro Jennifer direttamente in piazza Duomo, nel cuore di Crema, per poi scoprire che proprio questa piazza ha un ruolo centrale nella sua vita.
Il giorno del ritratto di Matilde
La prima cosa che mi dice Jennifer, per raccontarmi la sua storia, è che ha solo venticinque anni ma se ne sente addosso cinquanta. Dopo aver sentito la sua storia, ben comprendo questa sua affermazione.
Jennifer è nata in Germania, da madre italiana e da padre italo venezuelano. Ha vissuto in Germania fino ai dieci anni quando i suoi genitori hanno deciso di trasferirsi in Italia. I suoi genitori in Germania possedevano un ristorante, dove passavano la maggior parte delle loro giornate. Jennifer è stata così costretta ad abituarsi fin da bambina a stare da sola e a “crescersi” da sola.
“Donne di Crema” procede in maniera intensa e ci porta alla scoperta di una nuova storia, quella di Matilde. Giovane donna con un grande progetto che la lega a Crema in maniera indissolubile.
L’incontro
Il luogo in cui Matilde mi dà appuntamento è proprio il posto in cui vuole ambientare il suo ritratto: l’ex Teatro Sociale in Piazza Marconi a Crema (Cr). Un pezzo di storia cremasca, poco considerato, ma che conserva ancora una parte dell’antico fascino.
Il giorno del ritratto di Matilde
Con Matilde ci siamo conosciute qualche mese fa, perché aveva necessità di fotografie per lanciare un nuovo progetto culturale che ruota attorno al Palazzo della sua famiglia.
Un Palazzo storico a pochi passi dal centro cittadino, quello che Matilde vorrebbe far rinascere e riportare a nuova vita, facendolo diventare una sorta di ulteriore fulcro culturale da offrire alla città.
Un progetto ambizioso in cui crede fermamente e che, nonostante i ritmi altalenanti dettate dalle norme anti Covid, sta procedendo. Matilde inizia a raccontarmi la sua vita e inizio a conoscere meglio il suo passato e come è arrivata a questo progetto importante.
Un nuovo capitolo di “Donne di Crema”, che con la storia di Sara arriva a quota 38. Una donna con un sogno ben chiaro, fin da bambina: essere madre e incontrare l’Amore vero, quello con la A maiuscola.
L’incontro
La mattina scelta per realizzare il ritratto di Sara, una pioggia incessante ci accompagna, ma Sara non si lascia scoraggiare e vuole incontrarmi comunque. Un carattere tosto il suo, lo capisco già da questa scelta.
Il giorno del ritratto di Sara
Sara mi attende al tavolino di un bar e non appena la raggiungo iniziamo subito a chiacchierare scoprendo che entrambe abbiamo frequentato il Liceo Artistico a distanza di pochi anni. In un attimo è subito revival di nomi di alunni e professori.
Dopo averle raccontato del progetto la lascio raccontarsi a ruota libera e subito mi premette che di natura è un fiume in piena. Amo chi non ha paura di raccontarsi ed aprirsi, e lei non si tira indietro per niente.