Donne di Crema: il ritratto di Nicoletta

Donne di Crema prosegue e ho l’occasione di conoscere un’altra donna e la sua storia ricca di cuore, fatta di cadute e di maniche rimboccate per ricominciare, ma anche tanto impegno nel lavorare su di sé per ricostruirsi e creare la propria nuova vita.

L’incontro

Nicoletta è una ragazza del ’58 come mi ha scritto nella sua prima email in cui si è presentata. Mamma di Eleonora, un’altra donna di Crema, che ho recentemente conosciuto e che, fin da subito, come nel caso di Eleonora, ho l’impressione di conoscerla da sempre, tanto che iniziamo a scherzare non appena ci incontriamo.

Con Nicoletta è un piacere parlare. Donna piena di energia, ironica e sempre con la battuta pronta, è facile entrare in confidenza perché la senti sincera e senza filtri.

Il ritratto di Nicoletta per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Nicoletta per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La storia di Nicoletta

La sua storia inizia col botto, una domenica di gennaio, durante una nevicata pazzesca. Nata in una famiglia cremasca di umili origini, vive l’infanzia e l’adolescenza in quelli che nel dialetto cremasco erano definiti “i Cantunsèi”, i vicoli di San Benedetto, in Piazza Garibaldi. Mi parla di questi luoghi e ho l’impressione di essere trasportata in un mondo di tempi lontani fatti di cose semplici, di amicizie e di vita di quartiere.

Si ritiene fortunata ad esser cresciuta lì, con la sua famiglia, i suoi nonni e tutti gli abitanti di quei vicoli che erano per lei una vera e propria famiglia allargata, dove tutti si conoscevano e si davano una mano.

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Donne di Crema: il ritratto di Ilaria

Donne di Crema mi ha aperto molti spiragli sulle vite di tante donne e le loro storie mi hanno fatto conoscere realtà che non conoscevo se non per sentito dire. Ogni donna mi ha aperto le porte su nuovi mondi, mi ha offerto spunti di riflessione e motivi di crescita personale oltre che di apertura mentale.

La forza di questo progetto sta anche in questo e mi auguro che possa arrivare a chi legge, con la stessa intensità che è arrivato a me.

Come la storia di Ilaria che mi ha colpita parecchio, anche perché avendola conosciuta recentemente durante l’evento presso Palazzo Zurla De Poli, mai avrei immaginato cosa si potesse celare dietro al suo sorriso.

L’incontro

Ilaria si ritiene una persona molto fortunata perché nonostante ne abbia passate tante, è nata e cresciuta in una famiglia che le ha sempre dato tanto amore ed è sempre stata unita nel sostenersi a vicenda.

Il ritratto di Ilaria per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Ilaria per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La storia di Ilaria

Vive da sempre nel quartiere di S. Maria, in un contesto popolare. Quando nasce è la terza figlia di una coppia di genitori già avanti negli anni e prima di lei ci sono un fratello e una sorella che rispetto a lei hanno più di vent’anni di differenza.

Ilaria da quando ha vent’anni è la tutrice di suo fratello, che ha una forte disabilità a livello intellettivo che lo porta ad essere un eterno bambino a livello cognitivo.

Questo l’ha portata nel corso degli anni a vivere tutte le sfumature e le difficoltà di chi si occupa di un familiare disabile.

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Donne di Crema: il ritratto di Chiara

“Donne di Crema” mi permette di conoscere donne interessanti, sensibili, divertenti e ogni volta resto affascinata da ciascuna di loro. Le loro storie sono pregne di emozioni, di fatiche, di gioie e di obiettivi sempre nuovi.

Così come nella storia di Chiara: una donna solare, emotiva, sensibile e con tanta voglia di fare.

L’incontro

La nostra prima chiacchierata è stata molto piacevole e spontanea: si è raccontata e mi ha trasmesso tutto il suo entusiasmo e la sua positività.

Chi la conosce dice di lei che è una persona estroversa, aperta, dinamica, curiosa, e al tempo stesso riservata. È tante sfaccettature della stessa persona.

Il ritratto di Chiara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Chiara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La storia di Chiara

Cresciuta in un paese alle porte di Crema, ha dei bei ricordi della sua infanzia e della vita di paese.

Ricorda molto vividamente che, già da bambina, mentre giocava con le bambole, si immaginava nelle vesti di un’insegnante di fronte ad una classe di bambini.

“Al momento di scegliere la mia strada, non ho avuto esitazioni o dubbi su ciò che avrei voluto fare.”

Chiara

Dopo gli studi comincia a mettere in pratica il sogno della sua vita.

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Donne di Crema: il ritratto di Laura

Donne di Crema riprende il giro velocemente con tante nuove donne da scoprire e storie da ascoltare. Ogni incontro mi offre nuove sfumature di sensibilità e tanti nuovi stimoli e confronti utili per lo sviluppo futuro del progetto, ma anche per la mia crescita personale.

Il traguardo non è più così lontano e se da un lato c’è la grinta di portarlo a termine entro la scadenza che mi sono data, e sono conscia del fatto che di cose da fare ce ne siano ancora tantissime, dall’altra inizio a sentir una sorta di malinconia per un lungo percorso che volge al termine.

L’incontro

La storia di Laura inizia in un paese alle porte di Crema, dove vive con la sua famiglia, sino ai tre anni. Di quel periodo ha un ricordo molto nitido di lei bambina che giocava con una sua amica non vedente, nel cortile di casa.

Il ritratto di Laura per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Laura per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La storia di Laura

La nascita di sua sorella segna il trasferimento a Crema, e ricorda molto bene il giorno in cui sono andati in ospedale a conoscere la sorellina. Quello è stato per loro il primo passo nella costruzione del legame che le accompagna da tutta la vita.

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Donne di Crema: il ritratto di Cristina

Donne di Crema riprende dopo un mese e mezzo di pausa, tra periodi di ferie e chiusure generali e, per quanto mi riguarda, tour de force per l’organizzazione dei due eventi espositivi di Settembre in Proloco e a Palazzo Zurla De Poli.

Ricominciano con molto entusiasmo ed emozione, gli incontri con le Donne di Crema e l’ascolto delle loro storie. La prima con cui riprendo è Cristina, sorella di Roberta che ha partecipato al progetto, un anno fa.

L’incontro

Arriva a me su suggerimento della sorella e grazie a Raffaella di cui è la cognata. Amo vedere la trama di legami tra le partecipanti e ascoltare ciascun pezzo di storia per comporre il quadro generale.

La storia di Cristina inizia con un’infanzia “normale”, come la definisce lei, frequentando la Scuola Materna e le Scuole Elementari presso l’Istituto delle Canossiane, per poi passare alle Medie Agello e all’Istituto Pacioli, da adolescente.

Il ritratto di Cristina per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Cristina per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La storia di Cristina

Con la madre confessa di aver avuto un rapporto di “amore e odio” perché, essendo la prima di tre sorelle, è sempre stata quella un po’ più ribelle.

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Donne di Crema: il ritratto di Eleonora

“Donne di Crema”, dopo una breve pausa per ricaricare le energie, riprende alla grande scoprendo la storia di Eleonora.

Una ragazza dal sorriso contagioso, piena di voglia di fare, entusiasta, con cui è stato un piacere chiacchierare fin dalle prime battute, tanto che non ci siamo nemmeno rese conto delle due ore passate online.

L’incontro

La sua storia inizia subito in maniera affascinante perché mi racconta che è nata per “miracolo”, prematura di otto mesi. Sua madre, non sentendo muovere la figlia nel suo ventre, a differenza del solito che era sempre in movimento, si preoccupa e si reca al pronto soccorso.

Il ritratto di Eleonora per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Eleonora per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La storia di Eleonora

Dopo i primi controlli che non rivelano anomalie, i medici sembrano propensi a farla tornare a casa, ma il caso vuole che un’ostetrica scrupolosa decida di ascoltarla attentamente e trattenerla in ospedale, scoprendo poi un distacco della placenta.

Eleonora nasce grazie allo scrupolo dell’ostetrica che si è messa in ascolto della donna. L’ascolto, e i casi della vita, saranno delle costanti nella vita di Eleonora, come poi avrà modo di raccontarmi.

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Donne di Crema: il ritratto di Cassandra

“Donne di Crema” prosegue con una storia raccolta nei mesi scorsi, durante la zona rossa di febbraio quando gli incontri virtuali erano ancora all’inizio, ma non ancora pubblicata. Oggi ti presento Cassandra.

L’incontro

Incontro virtualmente Cassandra, un tardo pomeriggio infrasettimanale, mentre fuori il buio cala, la luce del monitor illumina i nostri volti e ci trasporta nella nostra chiacchierata.

Non mi sono ancora abituata del tutto a non aver davanti fisicamente la persona con cui chiacchierare, ma ammetto che questa formula mi permette di procedere col progetto “Donne di Crema” e a non farlo rimanere fermo in balìa degli eventi.

Il ritratto di Cassandra per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Cassandra per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La storia di Cassandra

Cassandra Inizia a raccontarmi della sua infanzia, che definisce molto bella e felice grazie ai suoi genitori. In particolare, ama il fatto che sua madre, essendo una persona appassionata di arte e musica, la portava fin da bambina a visitare mostre e musei. La iscriveva anche a laboratori d’arte dove Cassandra aveva la possibilità di dipingere i quadri di grandi artisti quali Klimt e Monet, per citarne un paio e in cui ha posto le basi per la sua passione per la pittura.

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Donne di Crema: il ritratto di Michela

“Donne di Crema” significa anche scoprire donne non native della cittadina, ma trapiantate qui per i casi della vita. Donne adottate dalla comunità in cui si sono inserite, a volte facilmente, a volte, con qualche difficoltà in più, ma tutte che si sono lasciate conquistare dalla bellezza di Crema e dalla vita tranquilla.

Questo è ciò che ha vissuto anche Michela, una cremasca d’adozione, nata e cresciuta a Genova, dove ha vissuto per gran parte della sua vita. Tredici anni fa si trasferisce a Crema per seguire le esigenze lavorative di suo marito.

L’incontro

Michela è una musicista professionista, che ha vissuto la sua vita con la passione della musica e con la voglia di migliorarsi sempre, anche se, è con la maturità, che ha capito che ciò che conta sono le emozioni trasmesse sul palco, e non la perfezione stilistica.

Una donna che ha sofferto molto ma che non ha mai perso la voglia di ricominciare, anche in un luogo molto lontano dalle sue radici.

Il ritratto di Michela per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Michela per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Abituata fin da bambina a viaggiare, ammette di non essersi mai sentita legata ad un territorio, ma ha sempre sentito Genova come la sua casa e la vita lì, le è sempre sembrata familiare. Non mette radici da nessuna parte e in questo il suo lavoro da musicista è sicuramente complice.

Un lavoro che le ha dato la possibilità di viaggiare parecchio e di conoscere moltissime persone e di avere un respiro più ampio, come persona, non legato strettamente ad un luogo di residenza.

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Donne di Crema: il ritratto di Irene

“Donne di Crema” prosegue grazie al passa parola diffuso in questi mesi e tante nuove partecipanti mi stanno contattando per raccontarmi la loro storia.

Come Irene, una giovane donna che ha saputo trovare il proprio spazio nel mondo ed è grata per aver avuto le possibilità che la vita le ha donato, ma ha anche capito che con l’impegno, il lavoro duro e la capacità di ascoltarsi e valorizzare le proprie peculiarità, si può fare molto.

L’incontro

“Possiamo essere chi e cosa vogliamo. L’ambiente in cui ho avuto la fortuna di vivere me lo ha permesso. Mi rendo conto, oggi, che è un valore aggiunto, perché in tante situazioni non è così. Ci sono luoghi, società e paesi in cui questa cosa non è possibile, quindi, se io sono quella che sono oggi è anche grazie al contesto in cui ho vissuto.”

Irene
Il ritratto di Irene per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Irene per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Abita da sempre in un paese alle porte di Crema, anche se ha sempre vissuto la realtà cremasca perché fin da piccola passava le sue giornate a casa dei nonni, in quanto sua madre, infermiera e suo padre, carabiniere, erano spesso impegnati con i turni di lavoro.

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Donne di Crema: il ritratto di Michela

“Donne di Crema” giunge alla donna numero 69 con grande entusiasmo ed è l’occasione per ascoltare una nuova storia densa di arte, progetti, sorrisi e concretezza: la storia di Michela.

L’inizio del suo racconto è curioso perché parte dalla sua pagella di quinta elementare in cui viene scritto che “la bambina ha in testa di esprimersi, è molto espansiva e comunicativa e molto propensa all’espressione.”

L’incontro

Parte da qui la sua storia. La sua vita è permeata di arte e fin da bambina è chiara questa sua propensione. Ha sempre inventato dei giochi, che uscivano un po’ dagli schemi tradizionali: raccoglieva biglie in metallo, ritagliava i giornali e faceva dei libri in cui ogni pagina aveva una storia, oppure costruiva delle “case” con dei libri aperti sovrapposti, in cui riusciva ad inserire la testa ed era attorniata dalle illustrazioni di fiabe. Un altro suo gioco era fatto con una valigetta con i “ritrovamenti archeologici” in cui raccoglieva degli indizi per scovare il tesoro.

Il ritratto di Michela per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Michela per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

La sua famiglia di origine è di Ferrara, poi per seguire i trasferimenti di lavoro del padre che lavorava per l’Olivetti, si trasferisce a Ivrea e poi a Crema quando Michela è bambina.

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