Donne di Crema: il ritratto di Barbara

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“Donne di Crema” non arretra di un passo. Durante il periodo di zona rossa ho continuato a fissare incontri online per conoscere tante nuove partecipanti e le loro storie.

Come nel caso di Barbara che mi arriva tramite Isabella. Si presenta nella sua prima email e già mi trasmette la sua energia e la sua grandissima passione per il canto e per il ballo. Mi fa sorridere la sua frase che “in fasce ballavo al cambio pannolino”, che ben riassume la sua inesauribile verve data dal fare qualcosa che ama molto.

L’incontro

E’ una cremasca doc, figlia di cremaschi con delle origini pugliesi da parte del nonno paterno che non ha mai conosciuto. Una storia un po’ da film quella che lega i suoi nonni: sua nonna aveva un’osteria con le sue sorelle e durante la seconda guerra mondiale, danno alloggio ai partigiani ed è qui che i due si incontrano, si innamorano e dalla loro unione nasce il padre di Barbara.

Il ritratto di Barbara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli
Il ritratto di Barbara per il progetto Donne di Crema (C)Monica Monimix Antonelli

Ricorda che quando aveva otto anni, la nonna la portava a danza classica ed era felicissima, solo che per i due anni di corso non è mai riuscita a fare il saggio di fine anno perché una volta con la febbre e la seconda perché in concomitanza col catechismo che aveva prevalso. Le è rimasta la spina nel fianco di non esser riuscita a continuare con danza classica perché anche il terzo anno le lezioni di danza venivano fatte allo stesso orario del catechismo e in famiglia questo aveva la priorità.

Si è buttata sul canto e, mi racconta che la suora, nel coro della chiesa non le dava mai parti soliste perché Barbara aveva un’estensione bassa, da mezzo soprano, e venivano predilette le bambine con la voce alta.

Non si è lasciata scoraggiare e insieme a delle amichette di scuola, inventava degli spettacoli in cui partecipava come cantante, ballerina, costumista e coreografa. 

Sia il canto che il ballo sono per lei talenti naturali, e la parte legata alla danza le nasce dai suoi genitori che li ricorda ballare il liscio. Barbara già a cinque anni, ballava il Valzer, la Polka, la Mazurka e il Charleston e un ricordo molto vivido per lei, è che in quinta elementare, a scuola, ha ballato il suo primo tango figurato.

I primi passi nella musica

Al termine delle Scuole Magistrali, a diciannove anni, inizia a lavorare in un negozio di abbigliamento del centro. E’ qui che un amico di una sua collega, sentendola canticchiare, le propone di cantare con il suo gruppo sul genere Rhythm & Blues e questo segna per lei l’inizio delle esibizioni live nei locali notturni.

Comincia da qui il suo viaggio nella musica che continua tutt’ora. Un viaggio ricco di emozioni, incontri, amicizie e soddisfazioni.

Durante una delle prove, passa a trovarli un amico di un componente del gruppo, e resta colpito dalla voce e dal modo di cantare di Barbara. Quell’amico in realtà è Paolo Feiex Panigada (*ex componente del gruppo musicale Elio e le Storie Tese, scomparso molti anni fa), grande musicista e fonico cremasco che prende Barbara sotto la sua ala e insieme a lei costruisce un rapporto di amicizia  e di profonda stima professionale.

Ricorda con molto affetto le nottate in auto con lui ad ascoltare musica.

Le serate nei locali notturni

Successivamente Barbara inizia a cantare in un altro gruppo a Milano e la sua vita pendolare con la città, ma nonostante le difficoltà di conciliare il lavoro e le trasferte, non ha mai mollato la sua grande passione.

Inizia a suonare anche nei locali cremaschi e conosce la movida notturna che a quei tempi era molto viva.

Cambiando gruppo passa a generi musicali differenti rispetto al blues, ma sempre scegliendo un repertorio raffinato, soft, composto da cantanti come Annie Lennox e Sade, un po’ da “accompagnamento” ecco perché veniva scelta anche per esibirsi ai matrimoni.

“Io non facevo ballare nessuno, ma accompagnavo il momento dell’aperitivo e per il momento dei balli gli sposi chiamavano un deejay”.

La scelta di non uniformarsi

E’ stata una sua scelta, quella di non uniformarsi alla richiesta ma ha sempre seguito ciò che era il suo gusto e la sua idea. Il dubbio di aver sbagliato si è affacciato alla sua mente, in passato, ma è sempre stata ben cosciente di aver scelto la sua strada e di non averla mai voluta lasciare.

In una delle tante serate musicali a cui partecipa, conosce delle persone che la mettono in contatto con Lucio Fabbri (della PFM, la Premiata Forneria Marconi), noto violinista cremasco con uno studio di registrazione a Milano. Una musicassetta con dei brani cantati da Barbara giunge a lui incontrando il suo gusto. Da qui l’occasione per Barbara di partecipare ad uno spettacolo nella Ex Ferriera a Crema, in veste di voce principale insieme a Giuni Russo, artista già famosa a quei tempi.

Uno spettacolo unico di recitazione e musica in un contesto molto particolare. È per Barbara una grande occasione per potersi esibire con artisti di una certa levatura ed è l’aggancio per lei per esser chiamata poi a far parte della *Biba Band, grazie a Paolo Panigada.

*(La Biba Band è stato ed è un gruppo di musicisti professionisti provenienti da varie esperienze, nato dall’idea di Alex Baroni, Demo Morselli e altri, che volevano riunire tanti amici musicisti molto bravi, con lo scopo di proporsi ai locali milanesi e non solo).

E’ un’esperienza molto importante per Barbara perché ha modo di girare l’Italia per esibirsi e ha l’opportunità di confrontarsi con musicisti e cantanti di alto livello, che si alternavano cambiando spesso formazione.

Un drammatico evento

Tutto prosegue alla grande e l’entusiasmo è alle stelle quando purtroppo accade un drammatico evento. La sera del 23 dicembre 1998, durante la prima serata inaugurale di un locale milanese, Paolo Panigada mentre stava suonando le percussioni, ha un malore, si  accascia al suolo e di lì a poche ore viene a mancare.

Una tragedia vissuta dal vivo per Barbara e per gli altri componenti presenti in quel momento sul palco.

Un dolore che si ripete, pochi anni dopo con un’altra grave perdita: in un incidente stradale perde la vita Alex Baroni. I suoi amici della band si riuniscono a Roma, la sua città, e nell’occasione si ritrovano tanti cantanti italiani famosi in una serata piena di commozione ed emozione. E’ per Barbara un momento molto toccante esibirsi in quella serata e la ricorda con grande piacere per il forte sentimento che si percepiva ovunque.

Tante esperienze stimolanti

Ha avuto tante belle esperienze nella sua vita musicale, tra cui la possibilità di partecipare alla registrazione dei cori per l’album di Pierangelo Bertoli, e l’album di Sanremo di Giorgio Faletti, che le ha affibbiato il suo soprannome “Babs”.

Accanto a queste esperienze inizia a studiare jazz e da lì decide di creare un nuovo gruppo, con cui si è esibita parecchio dal vivo. Fino al momento in cui la musica live inizia ad attraversare un momento di difficoltà perché troppo onerosa per i locali. Non si lascia fermare, ma si adatta cambiando formula e facendo anche matrimoni.

Cinque anni fa, in sala prove, incide il suo cd, autoprodotto. E’ a quel periodo che risale la sua ultima esibizione in pubblico, in piazza a Lodi, con una formazione numerosa. Da lì in poi le esibizioni che fa sono con meno elementi (duo o trio), perché i budget diventano sempre più ristretti e per rispetto ai suoi musicisti decide di non svendersi.

Dopodiché lo scoppio della pandemia ferma il mondo degli eventi e le relative esibizioni.

La passione per il ballo

In tutto questo non ha mai mollato il ballo. Una forte passione che l’ha sempre accompagnata sin da bambina. A vent’anni inizia ad andare da sola a ballare latino americano in una nota discoteca cremasca.

Visto che le sue amiche non erano interessate a quel genere di serate, Barbara non si lascia fermare e inizia ad andarci da sola e per circa trent’anni avrà come appuntamento fisso, il ballo, il lunedì sera.

Impara da autodidatta, osservando i ballerini e, avendo nel sangue il ritmo, non ci mette molto a entrare nel giro della salsa cubana.

Attraverso le sue passioni, sia il canto che il ballo, Barbara è riuscita a costruirsi moltissimi legami di amicizia in giro per l’Italia, ed è da una di queste che scopre una sua nuova strada: reinventarsi dj.

Per lei non è solo un hobby ma diventa una fonte di guadagno soprattutto durante un periodo di crisi lavorativa legato al negozio in cui lavorava.

Una grande rete di amicizie importanti

Barbara è una donna che si è sempre buttata a capofitto, nella sua vita, dando tutta se stessa, sia nelle passioni artistiche che nei rapporti umani, per sopperire a delle carenze affettive passate. Questo l’ha portata ad avere attorno a sé una rete di amicizie importanti che l’hanno sempre sostenuta nel momento del bisogno ma che le hanno donato anche tanta gioia e sono state per lei lo stimolo per crescere come persona e nelle sue passioni.

Si è sempre fatta forza contando su di sé e ciò l’ha portata a non fermarsi davanti a quelle che potevano essere delle difficoltà, come il fatto di viaggiare da sola di notte tra Crema e Milano per poter fare le sue serate musicali, o il fatto di andare in discoteca da sola a ballare.

I problemi ad esporsi

Ciò che le ha creato problemi nell’essere donna è il fatto di essere sempre stata carina. Sul palco, le dava problemi mostrarsi più femminile di quanto già non fosse, perché temeva di apparire come quella che si pavoneggiava di sé. Questo l’ha portata a limitarsi nel suo esporsi e a cercare di essere più discreta e a non esporsi troppo.

I primi anni in cui saliva sul palco, sono stati duri per lei perché temeva molto il giudizio della gente, e questo la faceva essere molto tesa, ed essendo una persona emotiva, doveva impegnarsi doppiamente per cercare di nascondere la sua tensione perché il rischio è che nella sua voce si sentisse tutto.

Con l’esperienza e dopo tante serate passate su un palco, acquista maggior sicurezza in se stessa e affronta con uno spirito differente la prova del palco.

Non ha mai pensato di mollare

Nonostante tutto non ha mai pensato di mollare, perché la sua passione per il canto è sempre stata troppo forte e questo le ha fatto mettere da parte i suoi timori. L’unico rammarico che ha è che forse non ha fatto abbastanza, nonostante le sue capacità non si è mai presentata alle case discografiche per fare il salto e farlo diventare un lavoro a tempo pieno. Ma questo deriva anche dal fatto che in famiglia guardavano al mondo della musica come ad un hobby e prediligevano l’impegno nei confronti di un lavoro più concreto e tradizionale come quello da dipendente.

In ogni cosa, il trovare la sicurezza era la priorità, così come era stato nel momento della scelta dell’Università in cui Barbara avrebbe voluto frequentare Storia e filosofia, che però in famiglia era vista come una facoltà troppo poco concreta per il futuro. Da lì la scelta di andare subito a lavorare dopo le scuole superiori.

Una sua grande capacità è quella di sapersi adattare e reinventare. Grazie al suo spirito creativo, infatti, non si è lasciata abbattere nemmeno dalla quarantena del 2020, perché si è inventata di intrattenere e far gioire i suoi contatti online con delle serate musicali in veste da dj.

Riguardo a Crema

Barbara ha vissuto molto a fondo la vita cremasca, sia a livello lavorativo avendo sempre lavorato in vari negozi del centro, sia la vita notturna suonando nei locali e in varie feste di piazza, tanto che ancora oggi, a distanza di anni, la gente si ricorda di lei.

Crema per lei è:

“Un’oasi felice, una città piccola, vivace, come se fosse un’entità lombarda in mezzo alle province ma con una sua identità ben distinta. E’ bella in ogni dove, dai parchi, al fiume, ai locali notturni.”

Barbara

Per lei Crema è legata indissolubilmente alla musica, grazie ai tanti musicisti e dj, che hanno lavorato parecchio negli anni passati, sia da noi che nella realtà milanese.

Alla nostra città sono legati anche i tanti ricordi di momenti passati con gli amici, la nostalgia di una giovinezza vissuta molto felicemente tra picnic con le chitarre a cantare e suonare, il giro tra le mura venete cantando “Margherita” di Cocciante in bici con le amiche, i giri in auto con Feiez che le faceva scoprire tanti pezzi a lei ancora sconosciuti, ma anche i concerti di musica dal vivo, gli spettacoli a cui ha preso parte…

no scorcio delle mura venete a Crema (Cr) il luogo scelto da Barbara per il suo ritratto per il progetto "Donne di Crema" (C)Monica Monimix Antonelli
Uno scorcio delle mura venete a Crema (Cr) il luogo scelto da Barbara per il suo ritratto per il progetto “Donne di Crema” (C)Monica Monimix Antonelli

Barbara e la fotografia

Barbara si trova molto bene davanti alla macchina fotografica e ha la fortuna di essere anche fotogenica. A questo proposito, mi racconta, che negli ultimi anni ha scoperto la passione del “trasforming” dove si scatta dei selfie in cui interpreta le immagini di cantanti e personaggi famosi, studiandone le espressioni, le pose e i costumi, da mettere poi accanto all’originale. Il tutto registrato nei dieci secondi di autoscatto del selfie. In quei dieci secondi deve riuscire ad interpretare nel modo più simile quel personaggio. Da tre anni realizza anche un calendario con queste sue trasformazioni.

Ammette però, che per quanto si senta navigata davanti al suo obiettivo fotografico, essere davanti a qualcun altro le crea qualche difficoltà in più, ma comunque la vive con quel giusto pizzico di ironia.

Per partecipare al progetto “Donne di Crema”

Se sei di Crema (sei nata qui, ci hai vissuto per molti anni, e/o ci vivi tuttora) e ti va di raccontarmi qualcosa di te e un tuo pensiero su Crema, scrivimi un’email moni@monimix.com con una tua foto allegata.

Ti contatterò per inviarti tutti i dettagli.

Se il progetto “Donne di Crema” ti interessa, ne parlo più diffusamente in questo articolo

Ti riassumo qui le informazioni più immediate per capire di cosa si tratta.

Il progetto “Donne di Crema”

“Donne di Crema” vuole essere un progetto fotografico che mostri le donne di una piccola cittadina, ma che ha al suo interno tanti ottimi elementi, a livello lavorativo e personale.

Perché voglio raccontare le Donne di Crema mostrando il loro contributo nella società e la loro ricchezza a livello umano.

Saranno ritratti all’aperto, al naturale, così come la persona si presenta. Ogni donna che partecipa può scegliere il luogo in cui ambientare il suo ritratto. Unica regola deve essere di Crema (esserci nata, averci vissuto per molti anni, e/o viverci tutt’ora).

Far scegliere alla persona ritratta il luogo in cui scattare il suo ritratto è un modo per farla sentire ancora di più a suo agio.

Chiederò a ciascuna donna di raccontarmi la propria storia e se ha un pensiero legato a Crema. In questo modo potrò sia raccontare qualcosa delle partecipanti, sia ricostruire tramite loro, ciò che Crema rappresenta.

La sessione di ritratto dura un’ora, durante la quale ci conosceremo facendo quattro chiacchiere e poi realizzeremo il suo ritratto.

In questo caso, non è richiesto nessun contributo. Il ritratto è gratuito. In cambio chiedo l’autorizzazione a pubblicare il ritratto per il progetto, e per chi lo desidera, l’iscrizione alla lista di contatti a cui inviare la newsletter.

Se sei di Crema (ci sei nata, ci hai vissuto, e/o ci vivi tutt’ora) e se hai voglia di farti ritrarre, scrivimi: moni@monimix.com specificando “Donne di Crema”.


Se vuoi partecipare al progetto “Donne di Crema”, ma ti senti un po’ a disagio davanti alla fotocamera, ho scritto una breve guida per aiutarti a vivere più serenamente il momento degli scatti.

Per vedere i ritratti delle Donne di Crema che hanno già partecipato, puoi visitare questa pagina.


Prima di andare, ti chiedo un’ultima cortesia. Se l’articolo ti è piaciuto, lasciami un tuo like o un commento, oppure condividilo, mi farebbe molto piacere! Grazie!

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